Lo Spi CGIL in piazza per le pensioni, la sanità pubblica e la non autosufficienza
“I conti non tornano. Ci avete rotto le tasche” è stata la parola d'ordine della manifestazione nazionale dei pensionati della Cgil svoltasi venerdì 15 dicembre in piazza Santi Apostoli a Roma, contro le politiche del governo Meloni e per rilanciare le richieste del sindacato. Lo Spi-Cgil parla di manovra "sbagliata: dopo un anno di propaganda, ci troviamo con tasse pagate sempre dai soliti, sanità pubblica più debole, zero risorse per la non autosufficienza e i pensionati usati, come al solito, per fare cassa".
Dopo le chiacchiere elettorali che promettevano pensioni minime a mille euro, ci sono i dati reali, che dicono che il taglio della rivalutazione degli assegni ha già portato nelle tasce dei pensionati 30 miliardi in meno dal 2011, e quelli del rapporto annuale Ocse che confermano come i giovani italiani, grazie all’adeguamento automatico all’aspettativa di vita previsto dalla legge Fornero, andranno in pensione a 70 anni o con 50 anni di contributi e per i quali la pensione contributiva di garanzia è una chimera con questo governo. In piazza anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha concluso il comizio insieme al segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti.
Sul palco tante testimonianze che hanno sottolineato come i pensionati sono stati presi in giro: anziché cambiare la Fornero, l'hanno inasprita; promettevano risorse, ma continuano a taglieggiare chi paga le tasse; davanti a un'inflazione senza precedenti hanno fatto un'operazione ridicola con un "aumento" delle pensioni di 9,8 euro lordi medi, più o meno 7 euro netti. Le donne sono penalizzate, chi fa un lavoro usurante è penalizzato, chi non è penalizzato, invece, è chi evade. Nel frattempo non c'è traccia di misure che possano dare risposte alle nuove generazioni che avrebbero diritto a un lavoro stabile e ben pagato.
È stato toccato anche il tema della sanità, particolarmente “impattante” sulla popolazione anziana, con il governo che sbandiera un presunto aumento degli investimenti. Pedretti ha ricordato come questo governo non si preoccupa neppure più di nascondere le proprie bugie. “Gran parte delle risorse stanziate per la sanità, fatta esclusione per quelle destinate al rinnovo dei contratti, non finirà nel sistema pubblico: ad esempio, si prevede di “risolvere” il problema delle liste d’attesa alzando il tetto di spesa delle Regioni per gli acquisti di prestazioni sanitarie da strutture private. Sulla non autosufficienza, invece, non si sono neppure disturbati. Dei fondi necessari a implementare la legge – che vuol dire, di fatto, sostenere oltre 4 milioni di cittadini – non c’è alcuna traccia. Una volta approvata la riforma in modo da garantirsi un formale rispetto dei target del Pnrr, l’esecutivo ha semplicemente rimosso il tema dall’agenda”.
20 dicembre 2023