Pareri sul Documento del CC del PMLI “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin”
Evviva, evviva evviva il rosso Documento del CC del PMLI su Lenin e l'imperialismo
di Giordano, provincia di Cosenza
Con grande piacere e attenzione ho studiato l'esemplare, rosso e potente Documento del CC del PMLI su Lenin redatto in occasione del centesimo Anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale.
Il Documento si sofferma in particolare sul contributo inestimabile dato da Lenin all'analisi dell'imperialismo e alle susseguenti sue indicazioni e prese di posizione nella lotta per liquidarlo e distruggerlo, cominciando dalla lotta contro l'opportunismo all'interno del movimento operaio (su tutti Kautsky e i suoi "figli", a cominciare dal bandito Trotzki) che finiva per fiancheggiare lo stesso imperialismo, di straordinaria attualità, nonostante sia profondamente mutato nel corso di più di un secolo lo scenario internazionale.
Gli insegnamenti di Lenin non si fermano solo all'analisi e alla lotta contro l'imperialismo, ma riguardano la concezione del Partito del proletariato, la difesa del marxismo da tutti coloro i quali volevano all'epoca snaturarne il carattere rivoluzionario, la lotta politica e ideologica contro la borghesia, l'organizzazione della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, la fondazione e la nascita dell'Urss, della Terza Internazionale e così via.
Ovviamente non è possibile racchiuderle tutte in un unico Documento e d'altra parte la particolare situazione storica che vive il mondo hanno portato il CC del PMLI a soffermarsi in particolare sul suo immenso e imprescindibile contributo alle sue analisi e alla sua lotta senza quartiere contro l'imperialismo.
Non vanno dimenticati certo tutti gli altri insegnamenti, ecco perché non fa mai male studiare la biografia di Lenin pubblicata dal Partito, come il volume "Viva la Terza Internazionale" del 2021, nel centesimo Anniversario della sua fondazione, i numeri speciali de "Il Bolscevico" dedicati in particolare al pensiero e all'opera di Lenin a loro volta da inquadrare nello studio complessivo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, quindi delle opere di tutti i 5 grandi Maestri del proletariato internazionale, che non possono essere separati gli uni dagli altri, come la borghesia e i suoi servi cercano di fare da sempre per disorientare i sinceri comunisti.
Suggerisco a tal proposito almeno il fondamentale discorso del Maestro del PMLI, cofondatore e Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, tenuto a nome del CC del Partito durante la Commemorazione di Mao nel 40° Anniversario della scomparsa, intitolato appunto "Da Marx a Mao".
Il Documento del CC mostra come Lenin sia stato il primo ad avere portato avanti una critica sistematica dell'economia politica dell'imperialismo.
Non aggiungendo né togliendo alcun principio al marxismo, Lenin ha analizzato i mutamenti avvenuti nel passaggio dal capitalismo del 1800, analizzato e combattuto dai due cofondatori del socialismo scientifico, Marx ed Engels, a quello del suo tempo, che è poi anche il nostro tempo, ovvero il capitalismo dell'epoca dei monopoli.
Tra Marx ed Engels da un lato e Lenin (e poi Stalin e Mao) dall'altra avviene dunque un mutamento nella base materiale della società capitalistica fondata sul regime della libera concorrenza e sulla legge del medio-profitto nella quale operarono appunto Marx ed Engels.
Mutamento che ha portato la libera concorrenza a trasformarsi nel suo opposto: il regime della concentrazione della produzione, dei grandi cartelli e dunque dei monopoli, cosa che ha portato all'avvento della legge fondamentale del capitalismo monopolistico, ossia la legge del massimo profitto.
I monopoli, nati dalla fusione tra il capitale bancario con quello industriale, hanno finito con il negare la libera concorrenza, schiacciare le piccole e medie imprese e hanno assunto una funzione decisiva nella vita economica, politica e sociale dei paesi dominati dai monopoli stessi, tanto che in quei paesi in ultima analisi sono gli stati ad essere dentro i monopoli e non il contrario.
È un cambiamento sostanziale, da Lenin argutamente analizzato attraverso la dialettica materialista, ossia "la scienza che studia le contraddizioni nell'essenza stessa delle cose", che ha finito con il determinare la spaccatura del mondo tra paesi imperialisti, così chiamati perché bisognosi di esportare capitale finanziario e merci e di attingere risorse, mercati e materie prime (a differenza del capitalismo preimperialistico volto essenzialmente all'esportazione delle merci e al possesso della terre da conquistare) a scapito dei paesi da sottomettere al dominio della borghesia monopolistica dei paesi imperialisti.
Lenin, fedele al materialismo dialettico secondo il quale non esiste la materia senza il movimento e viceversa, la qual cosa rende possibile il divenire della materia e dei fenomeni naturali e comporta il passaggio continuo della qualità in quantità e viceversa, della compenetrazione degli opposti e della negazione della negazione, così come fu fedele al materialismo storico, secondo il quale è nella base materiale della società che sono da ricercarsi le origini dei fenomeni ideali, sociali e politici, perché "il lavoro crea l'uomo
" (Engels), ha analizzato dunque proprio quei mutamenti avvenuti nel passaggio tra il capitalismo premonopolistico e quello dell'epoca dei monopoli, traendone le necessarie e ineludibili conseguenze.
Innanzitutto quindi al conflitto principale interno al capitalismo, quello tra il capitale e il lavoro che determina la contraddizione tra le forze produttive e i rapporti di produzione, ponendo in contraddizione antagonista gruppi sociali, ossia le classi (nel capitalismo la borghesia e il proletariato) in base a quello che si produce, come lo si fa e come lo si scambia, si aggiungono con l'avvento dei monopoli come già detto la divisione del mondo tra paesi imperialisti e per effetto dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti, l'ineluttabilità delle guerre tra paesi imperialisti e tra paesi imperialisti e paesi vittime dell'imperialismo, anche capitalisti, ma non imperialisti.
Non solo Lenin conferma che è quindi possibile la rivoluzione proletaria come già indicato da Marx ed Engels, ma indica come le guerre imperialiste determinino anche le guerre di liberazione nazionali da parte dei popoli e della nazioni oppresse dall'imperialismo, rendendo quindi l'imperialismo vulnerabile in ogni angolo del pianeta, capace di lottare brutalmente per la sua sopravvivenza, ma destinato ad essere liquidato e distrutto, grazie alla sinergia tra i proletari in lotta nei propri paesi per la conquista del potere politico e i movimenti di liberazione nazionali, ben sintetizzati dallo slogan attualissimo della gloriosa Terza Internazionale "Proletari e nazioni oppresse unitevi".
Dunque l'imperialismo è un mostro, ma è un mostro di carta, destinato inevitabilmente ad essere travolto dalle sue contraddizioni e rappresenta quindi lo stadio finale del capitalismo.
L'analisi di Lenin dell'imperialismo e la sua conseguente lotta politica concreta contro la borghesia e l'opportunismo politico dei finti capi operai ad essa asserviti, ha finito con il produrre un necessario aggiornamento del marxismo che non è nient'altro che la conseguenza del mutamento del capitalismo stesso.
Come disse Stalin in ultima analisi "il leninismo è il marxismo dell'epoca dell'imperialismo
" (da cui la locuzione marxismo-leninismo, appunto, al quale si aggiungerà poi il pensiero di Mao).
La famelica necessità di incremento dei profitti da parte di un pugno di pescecani capitalisti alla testa dei monopoli, costretti ad esportare capitale e merci in paesi sovrani entrano in rotta di collisione con i popoli e le nazioni oppresse o invase, la qual cosa deve portare i sinceri comunisti ad appoggiare i movimenti di liberazione nazionale dei popoli aggrediti e vittime dell'imperialismo indipendentemente dalle forze che si trovano alla loro testa.
Non farlo significa abbandonare quei popoli e rafforzare l'imperialismo nel suo complesso, indebolendo anche la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia nei vari paesi.
Posizione questa combattuta da opportunisti di ogni risma e colore e sistematicamente smascherati da Lenin non solo sul piano teorico ma anche pratico, visto che fu su questa strada che fu possibile l'Ottobre e la Fondazione dell'Urss, che aprirono una nuova epoca nella storia del mondo, che perdura tutt'ora: l'epoca delle rivoluzioni proletarie e delle guerre di liberazione nazionali e quindi della fine dell'imperialismo, non a caso definito da Lenin anche come capitalismo morente.
Il PMLI, fedele agli insegnamenti di Lenin, combatte quindi ogni tipo di imperialismo e di alleanza tra paesi imperialisti sostenendo risolutamente la lotta dei popoli oppressi, a cominciare dalla lotta del glorioso popolo ucraino vittima dell'aggressione neonazista e neozarista dell'imperialismo russo e dell'Est (Russia, RPC), quanto quella del glorioso popolo palestinese contro i nazisti sionisti di Tel Aviv, indipendentemente dalle forze che ne stanno alla testa e mettendo da parte le contraddizioni secondarie rispetto a quella principale.
Il PMLI lotta dunque per l'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale e per la distruzione dello Stato nazisionista, nell'ambito della parola d'ordine "Uno stato, due popoli" e non quella fuorviante e filosionista "due popoli due Stati", per noi inaccettabile.
Appoggio che non è una parola vuota, ma una lotta politica concreta quanto determinata che ci vede sostenere le forze che sono alla testa di quei movimenti di liberazione nazionale anche quando un abisso separa loro dai marxisti-leninisti, per ragioni ideologiche, tattiche, per le loro contraddizioni interne e così via, perché fare diversamente significherebbe fiancheggiare da sinistra l'imperialismo.
Fermo restando ovviamente che l'ultima parola spetta a quei popoli e non a noi.
Il contributo più grande che il PMLI ritiene di poter dare alla lotta contro l'imperialismo è quello determinato dalla lotta contro l'imperialismo italiano e il suo nero governo, parte integrante dell'infame UE imperialista, vero mostro economico, politico, militare e istituzionale che non può essere riformata in alcun modo e che va quindi distrutta cominciando a tirarne fuori l'Italia. UE imperialista che oggi è parte del blocco imperialista dell'Ovest (Usa, UE, Nato).
Quanto alla possibilità (sempre più vicina, purtroppo) di un nuovo terrificante conflitto mondiale imperialista il PMLI ritiene di avere il diritto-dovere militante di invitare il nostro popolo ad insorgere e di ricorrere quindi alla guerra civile nel caso in cui il nostro Paese dovesse esserne coinvolto. In ogni caso, a differenza per esempio di quanto sostengono i putiniani alla Travaglio, è proprio anche per impedire che questa carneficina scoppi che è un dovere internazionalista imprescindibile di ogni vero antimperialista sostenere i popoli e le nazioni oppresse in guerra contro i vari imperialismi, perché la lotta e la vittoria di questi popoli certamente spezza le unghie alla belve imperialiste, li disgrega, li smaschera di fronte all'opinione pubblica mondiale e li indebolisce, cosa che concorre ad allontanare i pericoli di guerra mondiale e non ad avvicinarli.
Siamo quindi per la pace, ma una pace giusta, non al servizio dell'imperialismo, ma contro di esso, qualunque esso sia. Siamo quindi per la guerra, quelle giusta, di liberazione nazionale e antimperialista, che si oppone a quella ingiusta e di oppressione. Tanto da un punto di vista della lotta di classe quanto delle guerre antimperialiste occorre respingere ogni forma di pacifismo imbelle che farebbe solo il gioco della classe dominante borghese e degli imperialisti.
Quanto ai sinceri comunisti, influenzati purtroppo dai falsi comunisti, occorre che essi comprendano come diceva Lenin, che "la lotta contro l'imperialismo se non è indissolubilmente legata con la lotta contro l'opportunismo è una frase vuota e falsa
", vorremmo dunque che riflettessero su alcune parole d'ordine totalmente sbagliate dei partiti con la bandiera rossa da loro sostenuti in buona fede, così da trarne le dovute conclusioni non solo in senso antimperialista, ma contro l'opportunismo politico all'interno del movimento operaio anche in Italia, sbarazzandosi dei falsi comunisti, facendo tesoro degli immortali insegnamenti di Lenin e dando quindi tutta la loro forza politica, materiale e intellettuale al PMLI per il trionfo della causa del socialismo in Italia, intesa come tappa della rivoluzione proletaria mondiale.
Oggi quindi la lotta contro l'imperialismo passa per il PMLI dalla lotta totale contro il nero governo Meloni, che va buttato giù da sinistra e dalla Piazza prima che possa fare ulteriori e irreparabili danni al nostro popolo e non solo, tenendo dritta la barra verso il socialismo e quindi, coerentemente con i giusti e immortali insegnamenti di Lenin, appoggiando la lotta dei popoli e delle nazioni oppresse da ogni imperialismo in maniera militante, nel quadro non del nazionalismo borghese, ma appunto della liquidazione dell'imperialismo dalla faccia della terra e la sua sostituzione con il socialismo in ogni paese.
L'affermazione del socialismo comporta la continuazione della lotta di classe, come dimostra l'esperienza storica, che conferma in pieno e non smentisce il marxismo-leninismo, della restaurazione del capitalismo nei paesi già socialisti, l'Urss di Lenin e Stalin e la RPC di Mao, per colpa della borghesia e dei suoi servi revisionisti saliti al potere. Per combattere la borghesia nel socialismo e giungere quindi alla scomparsa delle classi e quindi al comunismo occorre la continuazione della rivoluzione in regime di dittatura del proletariato, prendendo a modello la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria Cinese ideata e diretta da Mao, suo ultimo immortale capolavoro politico che fu determinante per la nascita del PMLI, figlio ed erede del Sessantotto, il quale sarà sempre fedele ai cinque Grandi Maestri del proletariato e andrà fino in fondo sulla Via dell'Ottobre verso l'Italia Unita, Rossa e Socialista.
Ovviamente ci sarebbero tante altre cose da dire e tanti Documenti del Partito e articoli del Bolscevico
da segnalare, ma ho scritto l'essenziale.
Evviva, evviva evviva il rosso Documento del CC del PMLI su Lenin e l'imperialismo nel 100° Anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale!
Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin!
Con Lenin per sempre, contro l'imperialismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
14 febbraio 2024