A Medicina (Bologna). Per la presentazione del suo secondo libraccio
Manifestazione dell’Anpi contro il generale Vannacci
È Giusto Contestare Vannacci e tutti i fascisti e neofascisti
Dal corrispondente del PMLI per l’Emilia-Romagna
Il generale reazionario e omofobo dell’esercito italiano Roberto Vannacci si propone oramai come un nuovo alfiere dei fascisti italiani. Non a caso per la presentazione del suo secondo libraccio “Il coraggio vince”, un’autobiografia in cui racconta la sua vita privata e il suo ruolo nell’esercito, che rafforza il suo ego e la sua immagine scaltramente confezionata di fedele servitore dello Stato come generale incursore e di uomo forte, ha scelto provocatoriamente la data del 24 aprile, vigilia dell’Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, e il circolo Ca' Nova nel comune di Medicina (Bologna) sede di iniziative del Pd tra le quali la locale “Festa dell’Unità”, e che fa seguito al primo libraccio del generale “Il mondo al contrario”, un distillato di intolleranza, razzismo e fascismo per il quale la procura di Roma ha avviato un’indagine per istigazione all’odio razziale.
Contro questa iniziativa l’Anpi ha organizzato un presidio, al quale hanno partecipato anche la Cgil e parte della giunta comunale, compreso il sindaco Matteo Montanari, in contemporanea ma lontano dalla presentazione, di fianco al municipio di Medicina: “Abbiamo deciso di manifestare qui per esprimere la nostra contrarietà a questa presentazione e alle idee del generale Vannacci. Ma lo facciamo in centro paese, lontani dal Cà Nova, proprio per rispettare il diritto di tutti a dire la propria opinione”.
Giusta quindi l’iniziativa dell’Anpi ma sbagliato tenerla volutamente lontana, perché a Vannacci e ai fascisti come lui deve arrivare forte e chiara l’opposizione popolare e antifascista! Non è garantendo ai fascisti il “diritto di parola” che ci si dimostra democratici perché occorre impedire che a questi personaggi, che infangano e calpestano il sacrificio dei partigiani e di tutti gli antifascisti, di continuare a farlo e di propagandare il razzismo e il revisionismo, i partigiani non hanno certamente combattuto e non sono certamente morti per dare spazio a personaggi come Vannacci!
Tanto è vero che Vannacci, introdotto dall’ex parlamentare del Movimento sociale e poi di Alleanza nazionale Enzo Raisi, e da Paolo Semilia dell’associazione “Il mondo al contrario” che ha organizzato la serata, tra l’altro, rispondendo alla domanda di chi evidentemente era fatto della stessa pasta (marcia) di Vannacci: “Cosa farà par tutelare le forze dell’ordine, le nostre divise che vengono trattate malissimo dagli studenti, anarchici, centri sociali… si occuperà di questi ragazzi in divisa che difendono la patria che ci difendono da questi delinquenti?”, ha affermato in modo altrettanto provocatorio e vergognoso: “Le regole esistono già, sono chiare, non sono le forze dell’ordine che manganellano gli studenti, ma sono gli studenti che si mettono nelle condizioni di essere manganellati. Se fossero rispettate le regole non ci sarebbe bisogno di usare la forza. Così come il criminale che entra in casa alle tre di notte si mette nelle condizioni di farsi sparare”.
Bene quindi hanno fatto i giovani antifascisti che, dopo aver partecipato al presidio dell’Anpi hanno portato la rumorosa contestazione a Vannacci anche fuori dal cancello dove si teneva la presentazione del libro, con lo striscione “Il fascismo non è un’opinione. È un crimine”.
Anche perché il generale Vannacci, accusato anche di peculato e truffa dalla Procura presso il Tribunale militare di Roma, che ha già informato la giustizia ordinaria, e che poi ha annunciato la sua candidatura con la Lega di Salvini in tutte le circoscrizioni e capolista nell’Italia centrale alle prossime elezioni europee, in una intervista a La Stampa
ha rilasciato ulteriori aberranti dichiarazioni revisioniste, “Trovo che l’antifascismo non abbia alcun senso. A me non piace essere ‘anti’. E poi il fascismo è finito quasi cento anni fa. Lei è antinapoleonico? Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni. Rivendico anche la considerazione su Mussolini (che in precedenza aveva definito ‘lo statista che governò l'Italia dal 1922 al 1943’, ndc) che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di “statista” sul dizionario”; razziste, visto che afferma che gli italiani “hanno la pelle bianca”; antifemminili, in quanto per lui l’aborto è una “infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto. Si devono trovare tutte le soluzioni alternative che possano spingere la donna a non abortire”; discriminatorie, “Credo che delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Un disabile non lo metterei certo a correre con uno che fa il record dei cento metri… Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convito che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita. O almeno, così è stata la mia vita”.
Come ha già scritto in precedenza Il Bolscevico
: “Per le masse popolari italiane, per gli antifascisti, e per i democratici, Vannacci rimane un nemico di classe - come ce ne sono tanti in questo Paese governato da neofascisti - un portatore del pensiero fascista, dell'intolleranza, del patriarcato, del razzismo e di tutti gli altri disvalori enunciati nel suo ignobile scritto, da combattere quotidianamente e risolutamente con tutti i mezzi possibili”.
Mentre Vannacci e chi come lui possono impunemente fare apologia di fascismo, gli antifascisti vengono isolati, censurati o attaccati com'è accaduto all'attore e regista tarantino Michele Riondino, che è anche direttore artistico del concertone del Primo Maggio Libero e Pensante di Taranto, “colpevole” di aver pubblicato su Facebook una vecchia foto a testa in giù del presidente del Senato Ignazio Benito La Russa, accanto al (suo) maestro Mussolini. Al quale è immediatamente arrivata una telefonata di solidarietà dal presidente della Repubblica Mattarella, che conferma così non solo di aver spalancato le porte al governo neofascista Meloni ma anche di continuare a difenderlo, proteggerlo e accreditarlo all'interno e all'esterno del Paese.
1 maggio 2024