Villa San Giovanni (Reggio Calabria)
Grande e combattiva manifestazione contro il ponte sullo Stretto
10mila in piazza. Unità di lotta tra calabresi e siciliani. Dure critiche ai governanti che vogliono l’inutile mega opera. Partecipazione del PMLI
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
In 10 mila si sono presentati sabato 18 maggio a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) per gridare forte e ancora una volta No al ponte sullo stretto di Messina.
Al concentramento di piazza Valsesia a Cannitello, si fondono le migliaia di manifestanti provenienti dalle due sponde, ossia dalla Sicilia e dalla Calabria, per dare luogo a un lungo corteo unitario che attraversa Villa San Giovanni. Presenti pure molti rappresentanti delle istituzioni calabresi e siciliane, tra i quali quelli di Gioia Tauro, Polistena, Catanzaro, per ribadire al governo centrale che le loro città non hanno bisogno del ponte ma di strade, ospedali, sanità pubblica, lavoro, acqua, e quant'altro serve al Meridione.
I promotori hanno documentato ancora una volta la loro netta e ferma contrarietà al ponte sullo Stretto, una maxiopera che serve solo al profitto di pochi, una forzatura contro l'ambiente che viene deturpato dove gli abitanti vivono da secoli in armonia con la natura, pensando anche al rischio sismico, vedi terremoto catastrofico di Messina. “Difendiamo lo Stretto, Difendiamo il nostro futuro", con queste motivazioni: “dopo decenni di depredazione del Meridione e della Calabria in cui è stata smantellata la sanità, i servizi sono stati ridotti al di sotto del livello di sopravvivenza e l'economia è stata impoverita determinando l'emigrazione forzata di intere generazioni, adesso vorrebbero realizzare un'opera priva di qualsiasi utilità pubblica, il tanto famigerato Ponte sullo stretto che, quand'anche fosse realizzabile, non servirebbe né alla Calabria né alla Sicilia". Da oltre un secolo si parla del ponte sullo Stretto, quando a Catania "nel 1883 in luglio, il Consiglio comunale approva un ordine del giorno con cui sollecita - dice il telegramma inviato al presidente del Consiglio De Petris - la costruzione di un tunnel sotto lo stretto di Messina per favorire i collegamenti fra l'isola e il continente".
"Un progetto secolare" che però ad un certo punto è divenuto uno spot propagandistico e un appetitoso banchetto di denaro pubblico per la borghesia capitalista mafiosa, da Berlusconi a Renzi e altri fino all'attuale governo neofascista Meloni e al ministro Salvini che lo vogliono imporre, senza tenere conto della volontà popolare, e anzi contro tale volontà.
Noi marxisti-leninisti storicamente lottiamo nel fronte unito contro il ponte sullo Stretto di Messina, non solo perché è un progetto devastante dal punto di vista ambientale ed economico, ma anche perché “le martoriate masse calabresi e siciliane, nell'immediato hanno bisogno di ben altri interventi cominciando dal lavoro, dalla sanità pubblica, dall'istruzione, dalla messa in sicurezza del territorio, dalle rete idrica, e fognaria, dagli alloggi, dal potenziamento del traffico pubblico, dell'accoglienza ai migranti, della lotta alle mafie”.
A guidare il corteo lo striscione "No ponte" e quello degli abitanti di capo Peloro, comitati e varie associazioni ambientaliste. Tanti cartelloni fai da te
, "Fermiamo i cantieri lottiamo per le vere priorità", “No al ponte, no ai predoni, no allo scempio, sì al lavoro", "Opera dannosa e inutile", "Sì alla tutela dell'ambiente", "Un'opera che rischia di stravolgere la fragilità di un fazzoletto di mare tra i più suggestivi del Mediterraneo", "La strada già l'abbiamo ed è quella del mare", "Distruggeranno lo Stretto e ci lasceranno le macerie" e tante altre scritte di protesta più una marea di bandiere “No ponte”.
Quando la testa del corteo raggiunge quasi metà percorso la coda ancora stenta a partire dalla piazza. Dai balconi cartelli di appoggio e applausi.
Una giornata di lotta e di festa popolare e colorata cui hanno partecipato, al fianco e insieme agli organizzatori, associazioni, sindacati e partiti, tra cui i boy scout, CGIL, USB, PD, M5S, PRC, PMLI, PCI, Sinistra italiana, Verdi, PCL, Pap, La Comune, Antudo, anarchici e tante altre realtà. Da notare che molti candidati alle elezioni europee non si sono fatti scappare l'occasione per una passerella.
Il corteo si conclude davanti alle case su cui incombe la possibilità di essere demolite per fare il ponte, palazzi che in larga parte verrebbero espropriati e buttati giù. Qui non c'è cancello delle case che si affacciano sul lungomare che non sia vestito di uno striscione contro il ponte. L'arrivo di questa grande e combattiva manifestazione nel punto dove dovrebbe nascere virtualmente il pilone calabrese dell'odiato ponte ha simbolicamente il significato che le masse popolari calabresi e siciliane sono decise a battersi con coraggio affinché venga messa una pietra tombale su questo scellerato progetto.
Il PMLI ha partecipato al corteo con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania, indossando il “corpetto” con i manifesti "Lottiamo uniti contro il ponte di Messina" e "Astenersi per delegittimare l'Unione europea imperialista". Distribuiti i relativi volantini con tanti consensi contro l'Europa imperialista. I compagni hanno attraversato lo stretto con il traghetto Caronte, tra imbarco e sbarco tutto in meno di un'ora.
Un ringraziamento a Eleonora per il servizio fotografico alla manifestazione No ponte e per quella di domenica 19 domenica a Catania in solidarietà con la Palestina.
22 maggio 2024