Genocidio palestinese
Sono Usa le bombe del massacro nazisionista di Rafah
Le bande sioniste del governo litigano sulla proposta di tregua presentata da Biden a loro nome. Tragico teatrino nazisionista e imperialista sulle macerie e il genociddio palestinese a Gaza
Dopo il nuovo massacro del 26 maggio dei nazisionisti a Rafah la principale organizzazione della Resistenza palestinese, il Movimento di Resistenza Islamica (Hamas), chiedeva alla comunità internazionale, al Consiglio di Sicurezza e alla Corte Internazionale di Giustizia di “adottare misure urgenti e una decisione chiara e decisiva per porre fine alle flagranti violazioni delle leggi internazionali” da parte del regime sionista. Il comunicato rilanciato dall'agenzia iraniana Irna sottolineava che “il nemico sionista continua a prendere di mira le tende degli sfollati a ovest di Rafah e ha commesso un nuovo massacro che è costato la vita a dozzine di martiri e feriti”, gli occupanti sionisti continuano "a sfidare le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia, decidendo di prendere di mira direttamente e deliberatamente il maggior numero di civili" e mettono "il mondo intero di fronte alla responsabilità giuridica e morale di opporsi a questa politica criminale, allo stato di frenesia e sete di omicidio e di sangue, e allo stato di arroganza che volta le spalle a tutti i valori umani, alle risoluzioni internazionali e alle istituzioni giudiziarie”. L'appello affinché la comunità internazionale si muovesse in concreto per porre fine ai crimini sionisti nel migliore dei casi cadeva nel vuoto altrimenti diventava oggetto di una nuova e vomitevole recita degli ipocriti imperialisti a partire dal padrino dei nazisionisti, l'imperialismo americano.
Al consiglio di sicureza dell'Onu dove era in discussione una bozza di risoluzione su Rafah per il cessate il fuoco immediato presentata dall'Algeria e mentre i carri armati degli occupanti scorrazzavano per il centro della città che intanto i nazisionisti un pezzo per volta radevano al suolo, il vice ambasciatore americano Robert Wood dichiarava che gli Usa erano "col cuore spezzato e inorriditi" dell'esito dell'attacco aereo su Rafah ma che, come aveva appena detto il rappresentante sionista siera trattato di "un errore". "Abbiamo chiesto a Israele di fare di più per proteggere vite civili innocenti a Gaza. Come abbiamo detto in passato, Israele ha il diritto di difendersi ma ha anche il dovere di proteggere i civili" ripeteva il rappresentate dell'imperialismo americano come se la ripetizione del concetto sulla protezione dei civili a Gaza non fosse che una vergognosa tragicomica recitata da otto mesi dalla Casa Bianca a copertura dei nazisionisti. Quello stesso 29 maggio bastavano poche ore per svelare la criminale ipocrisia imperialista ed era la rete televisiva americana Cnn a diffondere un video sui social media a rivelare che le bombe usate dagli aeri dei nazisionsti sulle tende degli sfollati erano di un tipo fornito dagli Usa.
Soltanto tre settimane prima, il 9 maggio in un’intervista esclusiva alla Cnn, il presidente Joe Biden aveva ripetuto che non avrebbe continuato a dare armi offensive a Tel Aviv se avesse messo in atto il piano di invasione di Rafah. "Le bombe americane sono state usate per uccidere civili a Gaza nell'offensiva di Israele", ci sono voluti otto mesi e quasi 40 mila morti palestinesi perché se ne accorgesse, e chiudeva l'intervento con laminaccia che il gabinetto di guerra sionista non avrebbe avuto "il nostro sostegno, se effettivamente attaccano questi centri abitati". I nazisionisti hanno continuato a radere al suolo Rafah e gli altri centri abitati della Striscia e l'imperialismo americano gli ha dato le bombe per le stragi. Una perfetta coerenza imperialista da parte di un'amministrazione americana che, terminata la tragica pagliacciata che mette in evidenza il suo ruolo fondamentale nel genocidio palestinese dei criminali nazisionisti, a fine maggio cambiava argomento e si apprestava a recitare una nuova e per ora sempre tragica pagliacciata nel ruolo di protagonista nella ricerca di una possibile tregua e di un percorso di pace su Gaza. In Cisgiordania le truppe nazisioniste e i coloni hanno comunque mano libera contro il popolo palestinese, sotto gli occhi complici dell'Anp del decaduto presidente Abu Mazen.
A sbugiardare la Casa Bianca basterebbe la sola denuncia dell'organizzazione umanitaria ActionAid il cui responsabile della comunicazione denunciava il 30 maggio che "l'esercito israeliano sta proseguendo con la sua invasione di terra di Rafah in flagrante disprezzo della sentenza vincolante della Corte internazionale di giustizia emessa il 24 maggio, che gli ha ordinato di fermare la sua offensiva nella città'' e "deve essere ritenuto responsabile del terribile attacco di domenica sera e di altre atrocità commesse da allora, e deve essere sottoposto a pressioni affinché interrompa la sua offensiva. Le parole di condanna non bastano, gli Stati devono agire adesso con coraggio". Un altro appello inascoltato salvo qualche piccolo segnale quale quelli del 2 giugno dalla decisione annunciata dal governo delle isole Maldive di proibire l'ingresso ai cittadini con passaporto israeliano, per la maggior parte turisti che frequentano l'arcipelago, a quella del governo francese di non aprire lo stand di Tel Aviv alla prossima fiera annuale dell’industria militare perché “non ci sono più le condizioni per ospitare aziende israeliane al salone in un momento in cui il presidente chiede che Israele cessi le operazioni a Rafah”, annunciava il ministero della Difesa. Siamo lontanissimi dalla necessaria rottura di qualsiasi rapporto con l'entità sionista e il regime nazisionista e genocida di Tel Aviv, sono comunque atti di un significato politico certamente superiore alle continue e ridicole telefonate con il collega degli Esteri sionista che sembrano impegnare a tempo pieno il ministro Tajani e il governo della neofascista Meloni che sono senza ombra di dubbio allineati e coperti, e complici, con i criminali di guerra nazisionisti.
Secondo l'aggiornamento del Ministero della Sanità di Hamas al 3 giugno del bilancio del genocidio palestinese nella striscia di Gaza si registrano 36.479 morti e 82.777 feriti in quasi otto mesi di guerra; almeno 40 morti e 150 feriti si sono registrati nelle 24 ore precedenti in seguito a una cinquantina di attacchi dell'esercito occupante su città e campi profughi, altri 60 morti e 220 feriti il giorno ancora prima. Eppure proprio in questi giorni è arrivata una proposta su un percorso di tregua e verso la pace a Gaza a sentire la nuova grande campagna propagandistica lanciata dal presidente americano Biden e prontamente rilanciata a titoli cubitali dagli organi di informazione imperialisti e filosionisti, che in Italia vedono protagonisti la Repubblica
di Molinari e il TG La7 di Mentana. A dire il vero lo stesso copione era andato in scena ai primi di maggio quando Hamas aveva accettato una versione del piano messo a punto dalle delegazioni dei negoziatori al Cairo, che i nazisionisti avevano successivamente sconfessato prima di dare il via all'operazione su Rafah che era il loro vero obiettivo. Vedremo ma la partenza del nuovo progetto presentato da Biden il 31 maggio segue lo stesso percorso e mette al momento in scena un nuovo tragico teatrino nazisionista e imperialista sulle macerie e il genocidio palestinese a Gaza. Con protagoniste nella prima fase gli esponenti delle bande sioniste della coalizione di governo e dell'opposizione, ossia dai principali partiti che vanno dai nazisti dell'estrema destra alla destra di quel che resta del Likud, che litigano sull'impostazione e sull'applicazione della proposta di Biden, presentata anche a loro nome ma restano ultra compatti contro il popolo palestinese.
Diciamo subito che la questione centrale è come arrivare al cessate il fuoco permanente e al ritiro completo dell’esercito occupante dalla Striscia di Gaza. La versione del boia Netanyahu, più volte ripetuta e ribadita il 4 giugno alla Commissione affari esteri e difesa della Knesset, il parlamento di Tel Aviv, resta: "la guerra nella Striscia di Gaza non finirà se prima non sarà distrutto Hamas, non saranno rilasciati gli ostaggi e non sarà garantita la sicurezza nazionale”.
Con la premessa “è tempo che la guerra a Gaza finisca”, Biden illustrava quella che definiva una "nuova ampia" offerta di accordo di cessate il fuoco ad Hamas offerta da Israele che implica il "rientro a casa di tutti gli ostaggi, garantisce la sicurezza di Israele, crea un futuro migliore a Gaza senza Hamas al potere e pone le basi per una soluzione politica che garantisca un futuro migliore sia agli israeliani che ai palestinesi". Un progetto di accordo di quattro pagine e mezza definito nei minimi dettagli con il team di negoziatori di Tel Aviv, informava la Repubblica citando una sua fonte qualificata alla Casa Bianca. Nella sintesi illustrata a Biden la proposta prevede tre fasi, "la prima fase durerebbe sei settimane. Includerebbe un cessate il fuoco totale e completo, il ritiro delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza (non dalla Striscia, ndr), il rilascio di un certo numero di ostaggi in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi, il ritorno dei civili palestinesi nelle loro case e la ripresa degli aiuti umanitari" bloccati da un mese dai nazisionisti. Durante questa fase le parti "negozieranno gli accordi necessari per arrivare alla fase due, che è la cessazione permanente delle ostilità", il ritiro totale degli occupanti da Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti. "Se Hamas manterrà i suoi impegni, il cessate il fuoco temporaneo diventerà permanente", affermava Biden, come se questa fase dipendesse solo dalla resistenza palestinese che si difende e non soprattutto dagli aggressori nazisionisti.
"Infine, nella terza fase, inizierà un grande piano di ricostruzione di Gaza e i resti degli ultimi ostaggi uccisi saranno restituiti alle loro famiglie", concludeva Biden.
Le fazioni nazisioniste si dividevano sul tema di come liquidare definitivamente Hamas e la resistenza palestinese. Il 2 giugno il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry dichiarava che "Hamas ha accolto positivamente la proposta di cessate il fuoco a Gaza e ora aspettiamo la risposta di Israele". Non è una risposta ufficiale e non è sufficiente obiettavano i nazisionisti. Al momento perciò non possiamo che registrare alcune posizioni.
Il ministro della Difesa nazisionsita e criminale di guerra Yoav Gallant ripeteva che la "distruzione di Hamas" restava l’obiettivo numero uno e rivelava di stare "preparando un governo alternativo a Hamas e, quando isoleremo le aree, allontaneremo da queste i membri di Hamas e vi introdurremo altre forze che consentiranno un governo diverso". Intanto "l'operazione a Rafah procede sopra e sotto terra". Fra le dichiarazioni più volte rilanciate dalla campagna propagandistica filo sionista spiccavano quelle del portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale americano John Kirby che a getto continuo ripeteva "Ci attendiamo che se Hamas si dirà d’accordo con la proposta, Israele dirà di sì", ma non era stata concordata nei minimi dettagli da Washington e Tel Aviv?
La penultima scena del tragico teatrino imperialista a tutto vantaggio dei nazisionisti è del G7 a guida della neofascista Meloni che ci metteva 3 giorni a elaborare una posizione e il 3 giugno proclamava la sua adesione al piano Biden: "chiediamo ad Hamas di accettare questo accordo, che Israele è pronto a portare avanti (ancora non a dire il vero,ndr), e invitiamo le nazioni che hanno influenza su Hamas a contribuire a garantire che lo faccia". Allineata e coperta.
Ultima annotazione è a carico dell'imperialismo americano che all'Onu presentava il 4 giugno una bozza di risoluzione agli altri 14 membri del Consiglio di sicurezza per appoggiare la proposta su Gaza. La breve bozza di risoluzione visionata e resa nota dall'Associated Press, accoglierebbe favorevolmente l'accordo del 31 maggio annunciato da Biden e inviterebbe Hamas "ad accettarlo pienamente e ad attuarne i termini senza indugi e senza condizioni". Nessun riferimento all'accettazione dell'accordo da parte di Israele che tanto si fa beffa delle risoluzioni Onu finché regge la copertura dell'imperialismo americano. E il criminale Netanyahu confermava lo stesso giorno alla Knesset che la posizione restava quella che la guerra sarà fermata solo temporaneamente per far tornare gli ostaggi e poi discuteremo del resto. Il piano presentato da Biden è parziale, ci sono dettagli che non sono stati pubblicati. Stiamo agendo in molti modi per riavere i nostri rapiti ma abbiamo mantenuto gli obiettivi, primo fra tutti l’eliminazione di Hamas. È falso che nella proposta ci sia il cessate il fuoco definitivo senza che le nostre condizioni siano soddisfatte".
5 giugno 2024