Contro il genocidio del popolo palestinese
“Acampada” al Campus universitario di Forlì
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
La protesta studentesca contro il genocidio del popolo palestinese per mano del governo nazisionista d’Israele e per chiedere alle università di fermare ogni collaborazione con il mondo accademico sionista e con il regime israeliano, continua a diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo e anche nel nostro Paese.
Dal 28 maggio anche gli universitari del Campus di Forlì hanno realizzato un accampamento nel giardino di fianco all’ingresso dell’Ateneo, al termine di una manifestazione svoltasi in Centro e promossa da "Forlì Città Aperta" (FCA) e Unione degli Universitari (UDU).
In un comunicato firmato Intifada Forlì gli studenti dichiarano: “Dopo l’invasione di Rafah da parte dell’esercito israeliano la notte fra il 20 ed il 21 aprile, dopo il discorso di Biden in supporto ad Israele in seguito al mandato di arresto dell’ICC nei confronti degli esponenti del governo israeliano, dopo la mancata approvazione della mozione presentata dal nostro Senato Accademico il 21 maggio a Bologna che richiedeva la chiusura degli accordi dell’Ateno con le università israeliane, e dopo una Tavola Rotonda che si è tenuta qui nel nostro Campus il 20 maggio, a nostro parere, portatrice di una retorica fortemente occidentalista e neocoloniale, la comunità studentesca di Forlì ha deciso di prendere posizione... Durante la tavola rotonda è stato dichiarato, da alcuni dei docenti presenti in aula, il pieno sostegno a mantenere gli accordi tra il nostro Ateneo e le università israeliane. Le stesse università che sono da sempre controllate e complici del regime di apartheid israeliano, all’interno delle quali moltissimi studenti palestinesi vengono arrestati ogni anno con accuse infondate e dove i comitati di rappresentanza politicizzati vengono definiti come organizzazioni illegali, i cui partecipanti vengono incarcerati senza accuse formali e processi. L’intero sapere accademico israeliano è intriso di razzismo e de-umanizzazione, dove i dipartimenti di legge lavorano per aggirare la legislazione internazionale e i dipartimenti di storia riportano una narrativa in favore del regime di oppressione. Come possono, quindi, la nostra Università e il nostro campus, dichiararsi portatori dei valori di pace sanciti nel Codice etico e di comportamento di Ateneo senza appoggiare le richieste di boicottaggio accademico avanzate dalla comunità studentesca?… Appoggiamo nella sua totalità la mozione presentata in Senato Accademico a Bologna - scritta con particolare attenzione nei confronti di quelli che sono gli accordi più problematici e che supportano il comparto bellico israeliano - con l’obiettivo di concentrarci su quelli che riguardano il nostro Campus da vicino, siglati con Leonardo, Thales, Nato, Elbit Systems, Israel Aerospace Industries, Rafael Advanced Defence Systems e Aero-Magnesium, direttamente coinvolti e attivi nell’industria bellica. Invitiamo tutta la comunità studentesca a raggiungerci e sostenere l’acampada organizzata nel nostro Campus, durante la quale avremo modo di analizzare in maniera dettagliata la mozione e i relativi accordi. Chiediamo, inoltre, che la nostra Università sostenga apertamente la causa palestinese, non solo attraverso la chiusura degli accordi, ma anche riconoscendo lo Stato palestinese e rimarcando la necessità di una fine immediata del genocidio in atto. Richiediamo infine di poter incontrare il nostro Presidente di Campus pubblicamente, affinché ascolti le nostre posizioni e ci dia il suo supporto negli organi accademici maggiori. Prima di tutto, però, siamo qui perché vogliamo urlare anche noi a gran voce: ‘Palestina libera’”.
12 giugno 2024