Elezioni europee e comunali
Aumenta ovunque l'astensionismo in Emilia-Romagna
Perché le Regioni e i Comuni siano governati dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo!
Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Pur essendo la Regione in cui si è votato di più, nelle elezioni europee e amministrative dell’8 e 9 giugno, anche in Emilia-Romagna l’astensionismo si è non solo consolidato ma ha anche fatto un balzo di 8,3 punti percentuali, delegittimando l'Ue imperialista e le amministrazioni locali.
Questo è il dato più importante e che salta subito agli occhi, in una regione storicamente partecipazionista dal punto di vista elettorale.
Il secondo dato è quello dei partiti, col PD che recupera punti percentuali, a discapito delle liste minori, Fratelli d’Italia che conferma il voto delle politiche, rispetto alla miseria che aveva raccolto nel 2019, ed anzi guadagna ancora qualcosa a discapito prevalentemente della Lega alla quale ha rubato il ruolo di attrazione per fascisti e razzisti di ogni risma.
Il terzo dato è quello dei sindaci, spesso eletti con percentuali molto alte ma sul totale dei voti validi non degli aventi diritto, quindi in realtà delegittimati dall'astensionismo.
In Emilia-Romagna si votava quindi, oltre che per il rinnovo del parlamento Europeo, anche per i sindaci di 225 Comuni, 5 capoluoghi di provincia: Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì e Cesena, 35 i comuni con più di 15.000 abitanti.
Dei 3.499.924 elettori aventi diritto ha votato solo il 59% degli aventi diritto, l’8,3% in meno rispetto alle precedenti europee del 2019.
Tra i partiti, rispetto alle politiche del 2022, l’ha spuntata il PD col 36% sui voti validi che risale così dal 28% delle politiche, Fratelli d’Italia ottiene il 28% (25% nel 2022), il Movimento 5 Stelle il 7% (dal 10%), La Lega il 6,48% (era al 7,5% ) Alleanza Verdi-Sinistra il 6,53% (era al 4,3%). Forza Italia il 6,11%. Percentuali che si riducono drasticamente se rapportate all’intero corpo elettorale.
L’aumento dell’astensionismo si è registrato ovunque: per le europee a Cesena città ha votato il 63,42%, contro il precedente 71,8%, Cesena e comprensorio 60,43% (69,18%), a Forlì città ha votato il 62,75%, Forlì e comprensorio il 62,21% (69,18%).
Per le comunali a Forlì
rieletto sindaco Gian Luca Zattini con il 50,63% sui voti validi (era stato eletto nel 2019 al secondo turno con il 53,7%) sostenuto dalla destra, davanti a Graziano Rinaldini del “centro-sinistra” con il 46,28%, a Vito Botticella del PCI con l’1,40% (767 voti) e Maria Ileana Acqua con l’1,70%. L'astensionismo di gran lunga primo “partito” con il 39,8% sugli elettori, davanti al PD con 18,6% (il 31,85% sui voti validi), Fratelli d’Italia con l'11,2% (aveva l'1,9% sugli elettori nel 2019, il 16,3 alle politiche del 2022), la lista civica che sosteneva Zattini l'8,5, la Lega il 5,1% (aveva il 15,9% nel 2019), il Movimento 5 Stelle il 2,3% (dal 7,1% del 2019), Alleanza Verdi e Sinistra il 3% sugli aventi diritto.
A Cesena
confermato sindaco Enzo Lattuca del “centro-sinistra” col 65,15% dei voti validi (nel 2019 aveva vinto al ballottaggio), davanti a Marco Casali col 26,25% sostenuto dalla destra, Marco Giangrandi col 6,89% (sostenuto anche da “Costituente Comunista”) e Paolo Sensini con l’1,69%.
Anche qui l'astensionismo con il 40,2% sugli elettori ha staccato il PD con il 24,6% (il 42% sui voti validi), Fratelli d’Italia con il 10,7% (aveva l'1,1% sugli elettori nel 2019, il 16,2 alle politiche del 2022), la lista civica che sosteneva Lattuca il 5,4%, il M5S il 2,5% (aveva il 6%) la Lega il 2,5% (aveva il 13,1% nel 2019), Fondamenta-Alleanza Verdi e Sinistra-Possibile-Psi il 2,3% sugli elettori.
Ferrara
pur registrando la maggior affluenza in Regione col 69% vede comunque un calo del 4% dei votanti, rieletto il sindaco leghista uscente Alan Fabbri con 58% dei voti validi, testa a testa PD col 31,4% e Fratelli d’Italia col 31,2%.
A Modena
affluenza al 63,6%, eletto sindaco Massimo Mezzetti per il “Centro-sinistra”, ex assessore regionale, col 63% sui voti validi. Daniele Giovanardi, sostenuto sia dal neofascista Rizzo che dal fascista Alemanno ha raccolto appena l'1,4%.
A Reggio Emilia
affluenza al 62%, eletto sindaco Marco Massari del “centro-sinistra” col 56%, PD al 41,4%, Fratelli d’Italia al 21,6%.
Tra gli eletti al parlamento europeo anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che nella circoscrizione Nord-Est dove era candidato per il PD ha raccolto 380.000 preferenze, delle quali 254mila in Emilia-Romagna, meno solo della Meloni (che nel Nord-Est ne ha raccolte 480 mila, e più delle 200 mila raccolte da Elly Schlein complessivamente nelle 2 circoscrizioni in cui era candidata. Probabilmente in autunno si terranno quindi le elezioni in Emilia-Romagna in quanto i due ruoli sono incompatibili per legge.
Il PMLI, che ha redatto e diffuso un programma amministrativo (pubblicato sul n° 20 de “Il Bolscevico”) a Forlì, continuerà a invitare le masse lavoratrici e popolari ad appoggiare e sostenere le rivendicazioni del Partito nei luoghi di lavoro, di studio e di vita, abbandonando le illusioni riformiste ed elettoraliste, delegittimando le istituzioni borghesi e i partiti e le liste al servizio del capitalismo, creando le istituzioni rappresentative delle masse attraverso le Assemblee popolari e i Comitati popolari, perché solo con la partecipazione delle masse alle lotte è possibile strappare delle conquiste al capitalismo, e solo abbattendo il capitalismo e conquistando il socialismo prima, e il comunismo poi, potremo cacciare la borghesia dal potere e costruire una società dove non vi siano sfruttamento, oppressione, povertà, discriminazioni di alcun genere, devastazione ambientale.
Perché le Regioni e i Comuni siano governati dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo!
19 giugno 2024