Un migliaio di manifestanti per il Forlì Gay Pride
Contestati il governo neofascista Meloni e il sindaco rieletto Zattini
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Si è svolto venerdì 14 giugno il Forlì Gay Pride che ha visto sfilare un migliaio di manifestanti per rivendicare dignità e diritti, contro l’omolesbobitrasnfobia e ogni tipo di discriminazione sociale, organizzato da varie associazioni tra le quali “Un secco no alle discriminazioni”, “Forlì città aperta”, “Rea”, “Monnalisa”, e altre.
Partito da Piazzale della Vittoria il corteo è sfilato al ritmo di musica e di cori per le vie del centro, passando da Piazza Saffi e arrivando al Campus universitario dove si è svolto un Pride after party
. Lungo il corteo intonata Bella Ciao, cori e cartelli come: “Tranquilla mamma sono bisex, non fascista”, “Love has no gender”, contro il governo neofascista Meloni e il sindaco Zattini rieletto alle amministrative dell’8 e 9 giugno.
La parola d’ordine del Pride era “Re-esistenze”: “Oggi assistiamo a un attacco politico nei confronti della comunità lgbtqia+, dell’autodeterminazione dei corpi delle persone trans+ e non binarie, delle famiglie omogenitoriali e delle famiglie di elezione. Perciò quest’anno Forlìpride è Re-esistenze: perché la Resistenza non è solo un momento storico, ma un insegnamento vivo, per esistere in una democrazia sempre più illiberale che vorrebbe relegarci ai margini".
Ovviamente sono arrivati i beceri attacchi del “Popolo della famiglia”: “Lo riteniamo un attacco ai valori della famiglia e un'offesa alla sensibilità di tanti credenti, per la sguaiatezza che lo contraddistingue e che può scandalizzare i bambini, e per gli attacchi gratuiti ai simboli cristiani cui spesso si accompagna. L'orgoglio omosessuale rappresenta la bandiera della sinistra, che scambia l'inclusione con l'imposizione alla maggioranza della popolazione di un modello assolutamente minoritario… Un conto è la libertà di manifestazione, un conto è supportare certe finte identità valoriali. Quanto sbandierato dalla follia arcobaleno è il prodotto di un condizionamento diffuso da un'Europa sempre più matrigna e lontana dai bisogni dei cittadini. Occorre riportare al Parlamento Europeo istanze di buon senso fondate sul primato della famiglia naturale, valore comune che va difeso per garantire un futuro al nostro continente", confermando di essere più che il “Popolo della famiglia”, il popolo della morale cattolica e borghese, retrograda e discriminatoria, proprio come ha rimarcato recentemente anche papa Begoglio con i suoi attacchi agli omosessuali e alle donne.
Presenti tante bandiere del movimento Lgbtqia+ e anche palestinesi, purtroppo erano state “vietate” le bandiere di partiti e sindacati, un “autogol” per il movimento che combatte una giusta battaglia ma ne limita l’adesione riducendone così anche la forza.
26 giugno 2024