Pronta una megaspeculazione invece del “risanamento ambientale” e della “rigenerazione urbana”?
Contestati a Napoli la ducessa Meloni e il protocollo d’intesa su Bagnoli
Manfredi e De Luca pappa e ciccia col governo neofascista e la ducessa Meloni.
Redazione di Napoli
La ducessa Meloni scesa a Napoli lunedì 15 luglio per la firma del protocollo d'intesa su Bagnoli è stata contestata dalle masse popolari e, soprattutto, dai Comitati territoriali esclusi da qualsiasi possibilità di intervento nonostante vivano sulla loro pelle lo sfascio ambientale e l’abbandono del quartiere ex operaio, ora in preda a miseria, povertà e camorra emergente. Una protesta che riguarda innanzitutto l’art. 4 comma 2 del decreto su Bagnoli-Coroglio laddove “le parti, per le rispettive amministrazioni, possono nominare i referenti responsabili del coordinamento e della vigilanza sulla complessiva attuazione del Protocollo”
, escludendo proprio quei Comitati della zona Ovest cui spetterebbe l’ultima parola.
Alla protesta hanno partecipato i Comitati per Bagnoli, il Laboratorio politico ISKRA, il sindacato di base “Si cobas”, ma anche tanti disoccupati e studenti medi e universitari. Ben accolti militanti e simpatizzanti della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI. In migliaia si sono trovati nei pressi dell’Auditorium Parco mentre Bagnoli era accerchiata dalle “forze dell’ordine” del ministro Piantedosi in assetto antisommossa, con blocco di strade e vie per raggiungere l’evento. Nonostante un clima tesissimo il corteo è riuscito a far sentire la propria voce tanto che gli slogan contro le amministrazioni nazionale e locali si sono sentite, al punto che la Meloni era costretta a rispondere: “ho sentito le proteste dei manifestanti, forse anche dei centri sociali, ma grazie al nostro intervento non sarà più come prima”.
In risposta è girato in centinaia di copie e finito in pochi minuti il volantino col documento “La via maestra per cambiare l’Italia” del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, ben accolto dai manifestanti. Accoglienza buona manifestata all’unico Partito presente alla manifestazione con la bandiera ben in vista, al punto che i marxisti-leninisti sono stati compatti con i manifestanti dall’inizio alla fine del corteo gridando gli slogan contro il governo neofascista Meloni, ma anche contro Manfredi e De Luca.
Dopo tanti inciuci tra la destra e la “sinistra” del regime neofascista, in pompa magna è stato firmato a Napoli il famigerato “Protocollo di Intesa per la celere realizzazione degli interventi inseriti nel programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio Bagnoli-Coroglio”. Baci, abbracci e lieti convenevoli hanno accompagnato la cerimonia con la ducessa Giorgia Meloni in prima fila presso l’Auditorium Parco nell’ex quartiere operaio, seguita dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, affiancati amorevolmente dal sindaco burattino di PD-M5S Manfredi e dal governatore campano De Luca in vena delle solite battute verso il capo dell’esecutivo nero.
Un Protocollo che, almeno sulla carta, chiude l’annosa questione Bagnoli-Coroglio a dieci anni dal decreto legge del 2014 che doveva assicurare l’apertura dei cantieri e procedere a ripristinare lo status quo ante dell’area, cominciando da verde e vegetazione. Un progetto da 1 miliardo e 218 milioni di euro di risorse dei fondi di coesione PNRR che dovrebbero essere destinati alla costruzione da zero di un Parco urbano, al risanamento delle infrastrutture idriche, energetiche e dei trasporti (con vistoso allargamento della linea 6 della metropolitana che coprirebbe tutta l’area Ovest di Napoli), la più volte annunciata bonifica con rimozione della colmata e bonifica degli arenili con interventi di risanamento dei sedimenti marini.
In realtà sembrerebbe spianarsi la strada a una megaspeculazione, edilizia e non, il cui obiettivo primario è quello di creare un moderno polo turistico balneare e commerciale che dovrebbe creare 10mila posti di lavoro una volta finito il risanamento. L’Italsider di Bangnoli da sola aveva circa 15mila unità lavorative fino al suo smantellamento avvenuto nel 1992.
Manfredi parla “di una delle operazioni di risanamento ambientale e rigenerazione urbana più importanti d'Europa – ma, aggiunge - destinata a diventare un grande polo per gli investimenti, sia pubblici che privati”. Padroni e speculatori, dunque, sono pronti a dividersi la grande fetta dei miliardi targati UE e PNRR alla faccia delle masse popolari ed escludendo clamorosamente i Comitati territoriali che fino a ora avevano dato il loro parere e partecipato, talvolta con manifestazioni, alle decisioni sulla zona Ovest.
I poteri di intervento, secondo il Protocollo, verrebbero divisi tra Manfredi, confermato Commissario di governo per Bagnoli-Coroglio senza obiezioni da parte dell’esecutivo Meloni, e il governo stesso, rimanendo un attimo da parte il governatore De Luca che ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato contro il governo per ottenere fondi PNRR inizialmente destinati alla Regione e mai giunti per ripicca da parte dell’esecutivo neofascista.
Gongola Manfredi, impegnato a farsi fotografare con fascia tricolore spesso proprio con la ducessa. C’è “dialogo con il governo nell'interesse della città: a Napoli c'è tanto fare, perché ha tante infrastrutture da completare, dai completamenti della metro ai tanti assi viari”. E in tono amichevole: “Chiederò alla presidente del Consiglio di essere vicina alla città per completare la trasformazione di una realtà che sta correndo ma ha bisogno di avere il governo accanto”.
Di tutt'altro parere sono le masse popolari e i Comitati territoriali scesi in piazza per contestare la premier e questa operazione che non punta alla riqualificazione ambientale ma sembra prelufere a una nuova vergognosa megaspeculazione.
17 luglio 2024