La Procura di Napoli indaga per omicidio e disastro colposo
Crolla un ballatoio a Scampia: 2 morti e 13 feriti
Due bimbe in fin vita di vita. Quasi mille evacuati
Le gravissime responsabilita’ politiche della giunta antipopolare Manfredi
Redazione di Napoli
Si tratta di una vera e propria strage quella accaduta nella giornata di martedì 23 luglio a Napoli, nella zona Nord della città, esattamente nel quartiere popolare di Scampia dove è crollato un ballatoio alla già fatiscente e disastrata Vela Celeste. Un bilancio terribile: 2 morti - Roberto Abbruzzo, un giovane di 29 anni operaio in una macelleria e Margherita Della Ragione, di 35 anni - e 13 feriti tra cui 7 bimbe età compresa tra i due e i dieci anni che sono state trasferite all’ospedale pediatrico Santobono in codice rosso. Due di loro, di 7 e 4 anni, sono in condizioni gravissime, in rianimazione, a causa di fratture alla testa e lesioni agli organi. Una 25enne è grave al nosocomio “Cardarelli”. Sempre nello stesso ospedale, ma con ferite meno gravi, due donne di 53 e 35 anni. Per fratture e un’emorragia cerebrale un uomo è ricoverato all’Ospedale del Mare.
La dinamica dell’episodio è assurda quanto semplice: alcune famiglie si erano riversate sui ballatoi precari per sfuggire al caldo torrido di questi giorni; la struttura non ha retto al peso e ha fatto volare per diversi metri i 15 coinvolti. Secondo alcuni testimoni, il crollo del ballatoio a Scampia sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio, per futili motivi, tra due nuclei familiari. Sta di fatto che la Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sulle cause del crollo, iscrivendo come possibili reati ipotizzati l’omicidio e il disastro colposo.
La famigerata Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi a Scampia dopo l'abbattimento effettuato in precedenza delle altre Vele mentre ad aprile scorso, a quasi tre anni dalla salita a Palazzo S. Giacomo dell’amministrazione Manfredi è stato annunciato il piano di “rigenerazione urbana” dei quartieri di Scampia che avrebbe dovuto riguardare i lavori di riqualificazione della cosiddetta Vela Celeste con uno stanziamento di circa 18 milioni di euro all’interno del Piano periferie.
Mette le mani avanti proprio il sindaco Manfredi che ha dichiarato: “i lavori nella Vela Celeste erano iniziati a inizio anno e stavano riguardando il seminterrato e il piano terra non c'è alcuna relazione tra le attività in corso e il crollo che è avvenuto a quote alte, ma ovviamente c'è un'indagine in corso e la Procura nominerà dei periti che valuteranno le motivazioni del crollo”.
Sta di fatto che permangono le gravissime responsabilità politiche dell’ex barone universitario Manfredi che dando priorità soprattutto a cerimonie e inaugurazioni, al turismo e alle grandi aziende si è “dimenticato” della riqualificazione dei quartieri popolari di Napoli, primo fra tutti proprio quello di Scampia da più di trent’anni dilaniato dalla mancanza di un sostrato urbano, senza alcuna politica sul lavoro, abbandonato a se stesso e allo scempio visivo e non solo delle Vele che, costruite a metà degli anni Settanta, rappresentano un vilipendio alle masse popolari partenopee.
Sindaco, amministratori e istituzioni borghesi sono responsabili di un vero e proprio omicidio: mentre il centro di Napoli viene tirato a lucido per alimentare l'industria del turismo e ingrassare la già ricca borghesia cittadina, i quartieri periferici e popolari sono abbandonati nella miseria e nel degrado e le masse popolari sono condannate nell'inferno di abitazioni insicure e fatiscenti.
24 luglio 2024