Ventun anni dalla scomparsa di Vincenzo Falzarano
Un compagno esemplare
Redazione di Fucecchio
I compagni della Cellula di Fucecchio ricordano ancora bene quando, in una giornata estiva di ventun anni fa, appresero la notizia della morte di Vincenzo Falzarano. Sapevano delle sue gravi condizioni di salute, ma speravano in una sua ripresa. Alcuni di loro andarono all'aeroporto di Pisa ad attendere la sua salma di ritorno dall'Inghilterra, dove il compagno era stato trasferito per un trapianto di fegato che non riuscì mai a fare, lasciandoci, a soli 59 anni, il 4 agosto del 2003.
Da allora, in suo onore, quella Cellula porta il suo nome. E ne è orgogliosa, perché Vincenzo era un compagno esemplare. La sua vita è stata un esempio di cosa vuol dire essere un combattente per il socialismo, mostrando sempre la voglia di andare avanti e di lottare, anche dopo aver speso periodi della propria militanza in partiti che alla fine avevano tradito quell'ideale.
Falzarano per tanti anni era stato un tesserato del PCI, ma non era un semplice iscritto, era una “macchina da guerra”. Per quanto riguarda la combattività, la disponibilità e la tenacia non era secondo a nessuno: era instancabile e non badava a sacrifici personali. Quando realizzò che quel partito revisionista dove aveva militato a lungo (nel frattempo diventato PDS) e che per milioni di sfruttati aveva rappresentato la speranza nel socialismo, non avrebbe tolto un capello al capitalismo, pensò di ritrovare quell'ideale nel PRC.
Dopo una militanza assai più breve arrivò alle stesse conclusioni e finalmente trovò il partito del socialismo nel PMLI. Sempre in primissima fila a dibattiti, volantinaggi, manifestazioni e fenomenale diffusore de Il Bolscevico
, allora in forma cartacea. Un esempio per tutti: si possono subire dei rovesci, rimanere delusi da partiti e organizzazioni politiche, ma i sinceri rivoluzionari non si piegano e non si ritirano a vita privata, e alla fine trovano modo e maniera per dare il loro contributo alla causa del socialismo. E il modo migliore per farlo è militare e sostenere il PMLI.
Brani della domanda di ammissione al Partito di Vincenzo Falzarano
“Grazie al proletariato il PMLI un giorno si trasformerà in un ciclone rosso”
“Chiedo di poter essere ammesso al PMLI per servire la causa socialista iniziata dai 5 Maestri del proletariato e potermi sentire rivoluzionario a tutti gli effetti”
Pensiamo che continui a essere attuale e stimolante questa domanda di ammissione al PMLI, presentata nel febbraio 1997 da Vincenzo Falzarano, un militante che si dimostrò prezioso e un modello fino alla prematura morte avvenuta il 4 agosto 2003. Per chi è animato da un’autentica voglia di giustizia sociale ed è sinceramente alla ricerca della verità l’incontro col PMLI non può essere che un avvenimento felice e fecondo. È ciò che accadde a questo giovane compagno lavoratore, che era quasi rassegnato a farsi trasportare dagli avvenimenti invece di esserne un protagonista, tante erano la delusione e la sfiducia nella politica borghese e nei partiti cosiddetti di “sinistra” e nei vertici sindacali collaborazionisti. Ma appena incontrò il PMLI, senza aver saputo prima della sua esistenza, dette una svolta alla sua vita politica. Merito della Cellula e dei compagni che, non fermandosi alle apparenze, ebbero fiducia in lui e intuirono il suo valore e i suoi veri sentimenti. E lui ebbe il merito di non sprecare quella occasione, dopo essersi messo con impegno e costanza a studiare e approfondire la vita e l'opera dei Maestri e la linea politica del PMLI trovando come lui dice “ciò che cercavo da tempo: la coerenza, la logica, l'onestà, la semplicità e lo spirito di sacrificio”.
Nel frattempo non si limitò a studiare, ma ha collaborava anche alle attività politiche e di massa del Partilo sviluppando così la sua coscienza politica marxista-leninista non solo sul piano teorico, ma anche pratico e organizzativo mettendo in mostra già come simpatizzante le qualità di serietà, puntualità, modestia e volontà di ferro nell’assolvere ogni compito il Partito gli abbia assegnato.
La Cellula che lo ha accoglieva nelle sue file rilevava nel giudizio sulla domanda di ammissione la "serietà e determinazione con cui egli si pone al servizio del Partito’’. Uno spirito di servizio disinteressato che, come traspare dalla domanda di ammissione, egli dimostrava di avere anche nel confronti del proletariato e delle masse di cui egli giustamente si sentiva parte integrante. Se a questo aggiungiamo la fedeltà ai Maestri e la volontà a continuare “con decisione” lo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito, possiamo ben dire che quel nuovo compagno presentava tutte le caratteristiche fondamentali per divenire, come poi avvenne, un ottimo militante marxista-leninista e un esempio per la gioia della sua Cellula e di tutto il Partito.
Occorre naturalmente tener presente che taluni suoi giudizi si riferiscono alla situazione politica e a partiti come il PDS esistenti nel 1997.
Devo ammettere che non sapevo dell'esistenza di un Partito marxista-leninista in Italia, e quando ebbi il primo contatto rimasi un po’ perplesso. Il mio scetticismo mi portò a pensare che forse non c’era molta differenza tra il Partito marxista-leninista italiano e i partiti parlamentari di “sinistra”. Inoltre, rimasi sorpreso quando venni a sapere quale fosse l'ideologia alla base del Partito e i cinque Maestri (Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao) che contribuirono alla sua creazione. Prima, però, di dare un giudizio personale, decisi, data la mia completa ignoranza sull’argomento, di leggere e approfondire la vita e le opere di questi ultimi. Concentrai in particolar modo la mia attenzione su uno dei cinque Maestri, Stalin, che era quello che più alimentava il mio scetticismo. Vista l'educazione storica ricevuta a scuola e i duri attacchi mossi spesso dalla stampa borghese e non nei suoi confronti, su Stalin non potevo che avere un pessimo giudizio.
Dopo molto tempo passato a studiare la sua vita e la sua opera, sono doppiamente felice per non avere mai espresso un giudizio critico definitivo senza una doverosa conoscenza di base: Stalin è stato una delle colonne portanti che ha permesso lo sviluppo pratico del socialismo in Unione Sovietica e l’emancipazione delle masse proletarie dal giogo dello sfruttamento cui erano sottoposte. I vecchi dubbi e le vecchie perplessità, fanno ormai parte del passato. Sono convinto di ciò che dico, perché sono convinto di avere finalmente letto e studiato ciò che cercavo da tempo: la coerenza, la logica, l’onestà, la semplicità e lo spirito di sacrilficio.
Dopo questa esperienza, non posso che dire di avere vissuto un periodo estremamente positivo per la mia crescita politica e intellettuale. Ho avuto la dimostrazione lampante che la borghesia attacca solo quando sente minacciata se stessa e i propri interessi, che non saranno mai gli stessi delle masse popolari.
Esiste una sola e unica forza di sinistra in Italia, quella del proletariato. Esiste un solo e unico partito di sinistra in Italia, il Partito marxista-leninista italiano. Tutto il resto è un colossale inganno. Solo grazie ad un grande partito rivoluzionario, come il PMLI, il proletariato un giorno riuscirà a spezzare le catene dello sfruttamento borghese e capitalista. Solo grazie al proletariato il PMLI un giorno si trasformerà in un ciclone rosso che spazzerà via tutti i partiti borghesi con i suoi rappresentanti ingannatori e opportunisti.
Perché il PMLI è il proletariato, è la classe operaia, sono le dita di una stessa mano, e come tali l’una ha bisogno dell’altra. I suoi militanti e dirigenti non aspirano a niente altro se non a che le masse, di cui essi stessi fanno parte, stiano bene. Non c’è opportunismo, demagogismo, individualismo. C’è solo tanta dedizione all’immenso patrimonio che ci è stato tramandato negli anni dai cinque Maestri (Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao). Grazie al loro contributo il proletariato ha a disposizione i metodi e gli strumenti per la conquista del potere politico e la rinascita del socialismo. Certo, sarà una strada in salita e irta di ostacoli, che la borghesia non esiterà a complicarci, ma sono sicuro che la forza rivoluzionaria delle masse con alla testa il PMLI, sarà irresistibile per qualunque ostacolo.
Il miglior pregio del Partito marxista-leninista italiano è la coerenza. Oggi, domani e sempre il PMLI sarà il partito del proletariato. Non cambierà simbolo, nome, e tanto meno Programma e Statuto. È un faro rosso fuoco, in una notte nera e tempestosa. Finché ci saranno i suoi dirigenti e i suoi militanti, avanguardia rivoluzionaria fiera e sincera, questo faro non si spegnerà mai, ma anzi, brillerà sempre più per guidare le masse verso le rosse terre del socialismo.
Il Programma e lo Statuto del Partito marxista-leninista italiano sono quanto di più semplice e concreto una persona si possa aspettare. La chiarezza delle argomentazioni è tale da rendere quasi impossibile la non immediata assimilazione dei concetti. In pochi capitoli, lo Statuto del PMLI definisce con chiarezza cristallina l’organizzazione, i principi, i diritti e i doveri dei suoi militanti. Altrettanta concretezza, dicasi per il Programma che ingloba in se stesso quanto di più avanzato l’esperienza rivoluzionaria proletaria ha prodotto sino ad oggi. Decisamente basato sulle opere e il pensiero di Mao, il Programma traccia le linee principali da seguire per risolvere le contraddizioni in seno al popolo, indicando, senza dogmatismo, gli elementi basilari per la conquista del potere politico da parte della classe operaia. Tutto ciò fa dello Statuto e del Programma del PMLI un insostituibile strumento per tutti i sinceri rivoluzionari che aspirano ad una società più giusta, una società socialista.
Il PDS è un esempio lampante di “mimetismo politico”. Nel senso che sotto una maschera di partito di sinistra, si nasconde, invece, nella sua completezza, un partito di destra.
Un partito subdolo, gestito e amministrato da dirigenti senza scrupoli che porta inevitabilmente alla morte degli ideali di lotta e conquista sociale da parte delle masse. Azzera le coscienze e accompagna lentamente, ma inesorabilmente, a quello che la classe dominante borghese ha sempre voluto: il potere e lo sfruttamento dei più poveri. Certamente l’epilogo non è come lo descrivono loro: più libertà, più democrazia, più opportunità. Queste frasi mi ricordano tanto quelle che pronunciano i candidati alla “casa bianca”.
Il vecchio PCI all’atto della sua liquidazione e trasformazione in PDS, ebbe assolutamente bisogno di una “copertura a sinistra”, in modo che non potesse essere attaccato e poi distrutto dal PMLI. Ebbene, a questa copertura infamante e traditrice ci ha pensato il PRC. Ci hanno pensato i peggiori traditori che il proletariato abbia mai incontrato. Personaggi viscidi e ingannatori come Bertinotti, Cossutta, Ingrao e altri ancora. Uomini e donne che sbandierando il loro “essere proletari” sotto sotto hanno sempre lavorato perché le coscienze dei veri comunisti, alla base del partito, fossero sempre più offuscate.
Basti pensare al nome stesso del partito: Partito di rifondazione comunista. Cosa mai ci sarà da rifondare?! La risposta per un comunista autentico sarebbe... niente!
Proprio dalla risposta a questa domanda si può già capire chi è un vero proletario, un autentico servitore delle masse, da chi è un revisionista, trotzkista, doppiogiochista e opportunista.
Chiedo di essere ammesso all'interno del Partito marxista-leninista italiano per poter servire la causa socialista iniziata dai cinque Maestri del proletariato Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Per potermi sentire rivoluzionario a tutti gli effetti, aiutando le masse come rappresentante di tale Partito.
Chiedo inoltre di essere ammesso nel PMLI perché ritengo sia la scelta più giusta da fare. Dopo tanto tempo passato a studiare i Maestri coinvolgendo spesso compagne e compagni militanti, sempre molto disponibili, mi rendo conto di aver raggiunto la maturazione minima necessaria per un passo tanto importante.
Chiedo di entrare nel PMLI non per dovuto riconoscimento verso tutti coloro che mi hanno aiutato a crescere, ma perché penso sia giunto il momento di mettere in pratica l’istruzione politica ricevuta.
Mi impegno a dare tutto il contributo necessario perché “Il Bolscevico” sia sempre più diffuso tra le masse popolari. Mi impegno ad accettare qualsiasi incarico il Partito voglia affidarmi di modo che le masse popolari siano da me servite non solo a parole ma anche nei fatti. Mi impegno a continuare con decisione lo studio dei cinque Maestri e le loro opere, perché come mi ripeto ogni giorno, la mia preparazione politica è appena cominciata.
Viva i cinque Maestri Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao!
Viva il PMLI!
Coi Maestri vinceremo!
24 luglio 2024