In oltre 5 mila manifestano a Messina
“Vogliamo l'acqua non il ponte sullo Stretto”
Partecipazione attiva del PMLI

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Sabato 10 agosto, a Messina, nonostante il caldo asfissiante, il movimento No Ponte non ha rinunciato a scendere in piazza per lottare contro questa inutile, pericolosa e sciagurata, dal punto di vista ambientale, opera faraonica riesumata e voluta dal governo neofascista della ducessa Meloni e soprattutto dal suo vicepresidente, il fascioleghista Salvini.
Il concentramento in piazza Cairoli, dove a migliaia si sono dati appuntamento per l'ennesimo corteo: il movimento del "No ponte" assieme a una miriade di associazioni e comitati, partiti, sindacati, e tanti siciliani, giovani e meno giovani, con la partecipazione di diverse delegazione dalla Calabria e dei No TAV di Torino: tutti uniti per dire ancora una volta "No al ponte sullo stretto di Messina".
A guidare il corteo, che sfila nel centro storico di Messina, lo striscione storico "No ponte", lo seguono oltre cinquemila manifestanti in rappresentanza di un popolo che si oppone a questa sciagurata infrastruttura mentre le vere priorità per la Sicilia e il Meridione sono altre: lavoro per tutti, giovani e meno giovani con pieni diritti sindacali e a tempo indeterminato, risolvere la gravissima crisi idrica, mettere in sicurezza il territorio dal rischio idrogeologico, contrastare il pericolo di incendi con finanziamenti, potenziare le linee ferroviarie elettrificate a metà e per lo più a binario unico, incrementare e potenziare i collegamenti marittimi pubblici e potenziare i porti della Sicilia e Calabria. Aggiungere una rete stradale moderna e sicura.
"Altro che promozione eccezionale dell'ingegneria italiana! È bene ricordare che lo stretto di Messina è tra le zone a più alto rischio sismico d'Europa, a testimoniarlo il terribile terremoto del 28 dicembre del 1908 che causò tra le due sponde distruzioni e migliaia di morti, solo questo serve a cestinare definitivamente l'inutile e rischiosa costruzione del ponte”. E altro ci sarebbe da dire sull'aspetto costi/benefici per le masse popolari. Gli unici veri benefici sarebbero per quelle società private gestite o infiltrate dalla criminalità organizzata che se lo vedrebbero regalato dallo Stato e il cui scopo è quello di spremere profitti. Ed è per questo che il governo neofascista Meloni, per reprimere il dissenso e le lotte delle masse popolari in atto, ha varato il decreto sicurezza che prevede, tra l'altro, un aumento delle pene per chi si oppone alle grandi opere infrastrutturali.
Con spirito militante e unitario il PMLI ha partecipato al corteo con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania, una presenza storica nella lotta contro il ponte di Messina. I compagni portavano la bandiera rossa del PMLI e il manifesto No ponte. Oltre a destare interesse sono stati superfotografati. I compagni hanno diffuso il volantino con stralci dall'articolo "Il governo Meloni vara il decreto per il disastroso ponte di Messina".
Hanno partecipato in forma organizzata le organizzazioni "No ponte", "No ponte Capo Peloro", la CGIL, USB, Cobas, No Muos, ANPI, PMLI, PRC, PCI, PCL, FGC, PD, M5S e tante associazioni.
Il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ha mandato un incoraggiante messaggio di ringraziamento e di elogio alla Cellula e personalmente al suo Segretario compagno Sesto Schembri. Nel messaggio tra l'altro si dice: “Tutto il Partito deve prendere esempio dal coraggio, dall'iniziativa e dallo spirito di sacrificio della vostra Cellula, che è presente e attiva in tutte le manifestazioni più importanti che si svolgono in Sicilia”. “Siamo noi che ringraziamo te e il grande PMLI”, gli ha risposto Schembri, “Grazie alla tua Relazione al CC del PMLI ci hai reso più forti”.

4 settembre 2024