La Cellula “F. Engels” della Valdisieve e l'Organizzazione di Vicchio del Mugello studiano congiuntamente il Discorso di Scuderi alla 7a Sessione plenaria del 5° CC del PMLI
 
L'importanza della Sessione Plenaria della quale discutiamo è evidente già dalle prime parole del compagno Segretario. La sua apertura, e la dedica a Lenin dal quale traiamo quotidiana ispirazione per il nostro lavoro politico, è un invito allo studio attento e critico che congiuntamente queste due istanze di base del Partito hanno inteso fare.
E' giusto, quando nel partito sorgono contraddizioni e punti di vista differenti, a maggior ragione se opposti, di linea, dar bando agli indugi ed intervenire il più presto possibile. L'aver anticipato la Sessione è stato pertanto necessario, anche se ha comportato sacrifici politici ed organizzativi date le forze delle quali disponiamo. E' per gli stessi motivi che il sesto congresso continua ad essere rimandato, ma è un bene mantenerlo come un obiettivo, quantomeno a medio termine. Sarebbe anch'esso un bel segnale politico interno ed esterno.

Concentrarsi su coloro che vogliono il socialismo
Dai ringraziamenti alle istanze per il lavoro svolto nella campagna astensionista di maggio/giugno, il messaggio che condividiamo e che facciamo nostro con l'impegno di dargli gambe, è l'urgenza di concentrare la nostra azione e la nostra dialettica sulle masse popolari che vogliono il socialismo. E' senz'altro vero che l'interlocuzione con loro e la loro conquista, rappresenta “un passaggio politico ed organizzativo fondamentale per passare dalla lotta riformista alla lotta per il socialismo e per il potere politico del proletariato. ”.

Il governo Meloni
Il nostro partito ha un merito storico anche stavolta, come accaduto spesso anche in passato. L'aver denunciato subito la natura di questo governo sia per i curricula dei suoi esponenti di spicco, sia per una larga parte dei militanti dei partiti che lo compongono, sia e soprattutto per le politiche che mette in pratica, è stato fondamentale e d'aiuto alle masse popolari antifasciste. E' segno che il PMLI è veramente l'avanguardia organizzata del proletariato e svolge correttamente al meglio delle sue possibilità la sua funzione.
E' corretto dire e sostenere nei nostri ambienti di lavoro, di studio e di vita che questo governo “non può essere trattato come un qualsiasi governo borghese ”, e che non gli si può riconoscere “il diritto costituzionale di governare ” come gli riconosce invece la sinistra borghese ed anche – purtroppo – la CGIL.
Abbiamo apprezzato il parallelismo, anch'esso da prendere ad esempio nel nostro lavoro sindacale e di massa, fra l'atteggiamento di quelle che furono le opposizioni a Mussolini e le attuali. Una riflessione che può aprire le menti a tanti sinceri antifascisti imbrigliati nell'istituzionalismo borghese delle organizzazioni nelle quali fanno attività sociale o politica. “Fanno degli scioperi generali o parziali? - esclamò il Duce all'indomani del delitto Matteotti - Delle manifestazioni di piazza? O tentativi di lotta armata? Niente di tutto ciò. Le opposizioni svolgono un'attività puramente di polemica giornalistica . ”. Parole che sembrano scritte oggi, e che dimostrano l'inconsistenza politica della quale i fascisti di ieri ed i neofascisti di oggi si burlano.
Il compagno segretario torna sulla Costituzione che definisce fra le altre cose “un ostacolo controrivoluzionario ideologico e politico quanto il Monte Bianco ”; sta a noi usare dialetticamente questa posizione in base ai nostri interlocutori nel giusto modo. L'analisi del partito sulla costituzione è una potentissima arma che demarca una differenza sostanziale fra i riformisti e gli autentici rivoluzionari. Crediamo che questa arma vada utilizzata soprattuto sui giovani, più aperti mentalmente e meno invischiati nell'istituzionalismo e nel devastante revisionismo di destra e di “sinistra”.

La guerra mondiale imperialista
Approfondita è la magistrale disamina sulla situazione internazionale, sui poli imperialisti, le loro influenze, le loro rispettive alleanze e le loro differenze. Il compagno Scuderi anche stavolta è capace di dire tutto ciò che c'è da dire in maniera semplice e chiara, alla portata di tutti e, visto il tema, con una sinteticità che vorremmo fosse anche la nostra quando scriviamo i nostri comunicati ed i nostri articoli, così come gli interventi che facciamo a livello di massa.
Condividiamo che in questo ambito – che si collega in attualità alla questione Ucraina – la priorità nel lavoro pratico vada individuata nello smascherare le parole d'ordine borghesi, interclassiste e fondamentalmente reazionarie “Pace”, “no alla guerra”, “no all'invio delle armi all'Ucraina”. Sta in questi tre specchietti per le allodole la presa di coscienza delle masse circa la guerra ingiusta e quella giusta di resistenza, per fare un esempio, ed il conseguente maggiore appoggio delle masse popolari ai popoli oppressi che si sollevano in armi per la loro liberazione.
Giusta anche l'esortazione alla “guerra civile” che il PMLI farà nel caso l'Italia partecipi alla terza guerra mondiale imperialista qualora fosse scatenata dagli imperialismi d'oriente o d'occidente. Le due citazioni di Lenin e di Mao nel merito ci fanno capire che la posizione è quella giusta.

Un corpo da gigante rosso
Come organizzazioni di base abbiamo il compito di studiare la relazione e soprattuto quello di metterla in pratica. Che il PMLI oggi non abbia le forze sufficienti per affrontare adeguatamente l'attuale situazione nazionale ed internazionale è evidente. Ma non lo sono nemmeno gli altri partiti sedicentemente comunisti, non solo perchè il numero dei loro militanti attivi non è distante anni luce dal nostro, ma soprattutto perchè dal punto di vista politico ed organizzativo non sono altro che dei piccoli granelli di sabbia. Questa consapevolezza l'abbiamo acquisita anche dopo aver constatato nella pratica, nel lavoro di fronte unito a vari livelli, l'atteggiamento e la scarsa caratura di certe organizzazioni.
Nulla che si possa neanche lontanamente avvicinare al valore, all'affidabilità ed alla qualità dei nostri compagni militanti, né all'azione politica ed ideologica del nostro Partito.
Questo è il patrimonio dal valore incommensurabile e frutto di oltre 50 anni di sudore, rinunce e totale dedizione al lavoro, che abbiamo il dovere di mantenere, di rilanciare e di portare avanti.
Raccogliamo dunque l'invito a non pensare a quando avverrà la svolta rivoluzionaria o il socialismo, ma a concentrarsi sul lavoro locale per dare al PMLI un corpo da gigante rosso, partendo proprio da dove siamo presenti per ricavarne le forze per estenderlo poi in tutta Italia. Il compagno sardo che abbiamo conosciuto alla comemmorazione di Mao ci fa ben sperare. I numerosi contatti nazionali ed internazionali che abbiamo, ci mostrano un partito in salute politica, stimato, capace di sollevare discussioni politiche e di essere anche punto di riferimento ai vari livelli.
Il nostro giornale, splendente stella rossa ed educatore intramontabile per tutti noi, rimane il nostro pane quotidiano. Anche in questa occasione ringraziamo i redattori, a partire dal loro direttore poiché fanno un lavoro colossale.
Siamo anche consapevoli che la crescita ed il radicamento del Partito passa dall'applicazione del periodo che segue e che il compagno segretario sottolinea: “Dobbiamo ancora migliorare la militanza e la qualità delle Istanze; migliorare lo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, della linea del Partito, in particolare la concezione del Partito, e della situazione concreta in cui operiamo; migliorare i metodi di lavoro, lo stile di lavoro e lo spirito di Partito; migliorare nel mettere gli interessi del Partito, della causa e del proletariato al di sopra dei propri interessi personali; migliorare nel dare continuità al lavoro politico personale e di istanza; migliorare la vita interna di Partito; migliorare nel rispetto del centralismo democratico e nella pratica della critica e dell'autocritica; migliorare nell'osservare anche le più piccole indicazioni del Partito . ”. Il nostro impegno ad applicare queste indicazioni c'è, e concordiamo che la “qualità e la quantità” dei nostri compagni e delle nostre compagne deve andare di pari passo.
Riscontriamo anche noi sul nostro territorio, come sostiene anche il compagno segretario, che la difficoltà a portare a noi coloro che si ispirano al “socialismo ed al comunismo” è dovuta soprattutto all'influenza che i ragazzi e le ragazze, ma anche le operaie e gli operai più attivi che si battono in prima fila nelle varie lotte politiche e di altro genere, sono sotto l'influenza della Costituzione, del riformismo e del parlamentarismo borghesi. In fondo dobbiamo sforzarci di far capire loro che, prendendo in prestito queste parole di Lenin, “Noi siamo per la repubblica democratica, in quanto essa è, in regime capitalista, la forma migliore di Stato per il proletariato, ma non abbiamo il diritto di dimenticare che la sorte riservata al popolo, anche nella più democratica delle repubbliche borghesi, è la schiavitù salariata. ”.
Quello è il grimaldello per la crescita del PMLI, ovvero la scelta del socialismo, nella sua eccezione marxista-leninista e rivoluzionaria concreta e non in quella riformista inconsistente, da parte delle forze proletarie giovanili più avanzate. In questo dobbiamo impegnare gran parte delle nostre forze.
Il compagno Scuderi ci ricorda anche i tre vecchi problemi che il partito ha; li conoscevamo, ne prendiamo atto. Sul terzo, quello del radicamento locale, dobbiamo centrare la nostra atività sulla base di ciò che abbiamo precedentemente scritto e che rappresenta il nostro programma di azione sul territorio fra le masse, ma anche nel lavoro coi simpatizzanti. Il lavoro è tanto ed il tempo è poco se rapportato al lavoro da fare. Essenziale sarà – come lo è sempre stato – studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi, e viceversa.
Nell'ambito del rafforzamento interno del partito, anche i nostri compagni di più lunga militanza, raccolgono l'invito a ritrovare “la freschezza e l'entusiasmo dei primi anni di militanza ”; faremo un bilancio individuale e ci comporteremo di conseguenza. Dover essere degli esempi per i giovani militanti, essere dei dirigenti rossi, comporta maggiori responsabilità ed oneri che siamo disposti a sostenere al meglio delle nostre possibilità, migliorando le nostre criticità ed i nostri punti deboli sia politici che organizzativi che relazionali.

Il lavoro di fronte unito
Su questo tema, negli anni scorsi, sono state fatte numerose esperienza. Da quelle abbiamo imparato molte cose e corretto il tiro. Con la pratica adesso sappiamo con certezza – perchè toccato sulla propria pelle – che è giusto il principio che il compagno Giovanni ci ricorda di “lotta ed unità”, ed anche quello secondo il quale quando non ci sono le condizioni per andare avanti il fronte unito va rotto senza indugi.
L'ostinazione a tenere in piedi contenitori inconsistenti o che non portano acqua né al mulino degli interessi delle masse, né alla crescita del partito, oltre che a non portare frutti, rappresenta una colossale perdita di energie e di tempo che per quanto detto finora, il nostro partito non può permettersi. Certo, bisogna stare attenti anche a non perdere importanti occasioni per entrare in contatto con le masse, sia popolari che studentesche. Ed allora, per fare questa valutazione, è ancora una volta indispensabile studiare la linea di massa del partito e quella studentesca per possedere così strumenti che possano farci capire nel minor tempo possibile se il gioco vale la candela oppure no.
Giusto anche il richiamo che il lavoro di partito debba rimanere al primo posto, anch'esso sulla base delle priorità e degli incarichi politici di ciascuno di noi.

Ucraina e Gaza
Siamo contenti che siano state discusse e chiarite le critiche al centro che il compagno segretario ci illustra nel suo discorso. Per noi la posizione che il partito ha è giusta, nonostante sia di difficile digestione per una parte delle masse popolari antimperialiste, condizionate dal loro giusto odio della Nato e dall'influenza che su di loro hanno certi partiti di stampo rossobruno e putiniano.
Abbiamo letto e studiato tutta la dialettica specifica, critica per critica, e riscontriamo una brillante coerenza antimperialista del partito. Questa coerenza ha un costo, un prezzo che in parte stiamo pagando (ma che in parte abbiamo risparmiato con opportuni atteggiamenti tattici coi quali il partito si è dimostrato sensibile alle necessità pratiche delle istanze pur tenendo dritta la barra politica), ma che rappresenta un investimento politico del quale beneficieremo in futuro com'è sempre stato, quando le nubi di un fatto piuttosto che di un altro si sono diradate ed hanno mostrato chiaramente che il PMLI aveva ragione fin dall'inizio, dando nuova luce alla sua linea.
Illuminante il passaggio che segue: “Sotto questo aspetto l'attuale situazione internazionale è simile a quella degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, quando Mao sosteneva che il socialimperialismo sovietico era più pericoloso dell'imperialismo americano. Cosa che scatenò l'ira e l'odio contro Mao da parte degli agenti italiani del socialimperialismo sovietico, a cominciare da Cossutta e il neofascista Marco Rizzo. La stessa ira e lo stesso odio che oggi i putiniani, a cominciare dalle oscure centrali denominate Nuovi PCI e Carc, nutrono contro il PMLI . ”. E' assolutamente vero.

Conclusioni
Ringraziando pertanto il compagno segretario per l'ennesimo gigantesco contributo al PMLI ed a tutti noi, ci impegnamo con fiducia ed orgoglio, ad applicarlo in noi stessi e nei nostri territori.
Chiudiamo queste nostre riflessioni rilanciando una delle ultime esortazioni, che ci tocca direttamente perchè nel nostro territorio ci sono compagni e compagne giovani, di buona prospettiva, se sapranno far proprie tali esortazioni: “Il futuro del Partito è nelle mani di tutti i militanti, in particolare dei giovani militanti i quali devono prendere rapidamente coscienza del loro ruolo, e prepararsi concretamente a impugnare la fiaccola rivoluzionaria che riceveranno dai loro predecessori per consegnarla a suo tempo ai propri successori. Nella staffetta storica della Lunga Marcia politica e organizzativa del PMLI. ”.
Il compagno e maestro Scuderi, sottolinea anche che questa Sessione potrebbe aprire la fase che vedrà all'opera la nuova segreteria generale del PMLI. Quello, che ci auguriamo sia un evento futuro il più lontano possibile, sarà anche un momento molto delicato nel quale sarà fondamentale far rimanere rosso il partito, con la sua linea proletaria-rivoluzionaria. Noi, compagni e compagne della Valdisieve e di Vicchio di Mugello, daremo anche in questo il nostro modesto ma sentito contributo.
Viva il PMLI!
Viva il socialismo!
Lunga vita al compagno segretario generale Giovanni Scuderi!
 
Rufina, 16 settembre 2024