Discorso di Luigi a nome della Cellula “Vesuvio Rosso” del PMLI
Le lotte dei disoccupati napoletani sono scolpite a lettere d’oro nella storia del movimento operaio

Compagne e compagni, amici e amiche,
vi porto il saluto della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del Partito marxista-leninista italiano. Grazie per l’invito in questa serata importante che vuole mettere un punto importante alla storia del movimento dei disoccupati organizzati, dei movimenti dei precari e dei corsisti partenopei, dell’incredibile riscatto dei quartieri più poveri e periferici e in particolare modo del proletariato e delle masse popolari.
Al pari di Marx ed Engels che qualificarono i disoccupati l’esercito del proletariato di riserva, per noi marxisti-leninisti i senzalavoro organizzati napoletani sono i nuovi partigiani per le lotte per il lavoro che conducono instancabilmente dagli inizi degli anni Settanta, all’indomani dell’esplosione del colera, fino alla riorganizzazione operaia degli anni Ottanta dovuta all’incredibile dismissione delle fabbriche (prima fra tutti l’Italsider di Bagnoli) e all’apertura della vergognosa stagione della deindustrializzazione e della desertificazione industriale che continua con la chiusura degli stabilimenti, soprattutto metalmeccanici, ultimo quello della Whirlpool di via Argine.
La fine di decine di migliaia di posti di lavori portano gli ex operai a mettersi sotto il cappello di CGIL, CISL e UIL nella speranza di entrare nelle nuove forme di precariato che si scatenano con i governi di “centro-destra” e di “centro-sinistra” introdotte dal famigerato “pacchetto Treu”. Diversamente altre migliaia di ex lavoratrici e lavoratori di fabbrica, assieme a giovani e disoccupati di lungo corso, decidono con forza di costruire movimenti dal carattere extraparlamentare lontano dai sindacati confederali che rifiutano l’iscrizione a questi gruppi.
Nasce il “Movimento di lotta per il Lavoro”, il “Movimento di lotta LSU”, il “Coordinamento nazionale LSU-LPU”, il “Coordinamento di Lotta per il Lavoro”, poi l’unione dei disoccupati di Napoli e provincia del “Movimento di lotta per il lavoro di Napoli e provincia”; fino ad oggi con i nuovi movimenti i cui maggiori rappresentanti sono il “Movimento 7 Novembre” e il “Cantiere 167 Scampia”.
Un fiume di migliaia di disoccupati organizzati dalla metà degli anni Ottanta fino ad oggi intraprendono una dura, ferma, coraggiosa battaglia contro le istituzioni borghesi nazionali e locali che, invece di dare risposte alle giuste rivendicazioni, rispondeva con la repressione, indossava la camicia nera e manganellava i disoccupati. Non sono riusciti, però, a fermare questa onda che dirompente ha invaso la città con cortei, manifestazioni, sit-in, occupazioni sempre a volto scoperto, fronteggiando faccia a faccia i governi borghesi e i loro lacchè. Una bellissima cavalcata contro chi non metteva al primo posto il lavoro nella città con quartieri che raggiungevano il 90% di disoccupati come Scampia e San Pietro a Patierno; un esempio di lotta di classe che noi marxisti-leninisti riteniamo essere scolpita a carattere d’oro nella storia del movimento operaio organizzato.
Nonostante la prepotenza e la tracotanza dei governi regionali - tra cui si cita l’esecutivo antipopolare guidato da Caldoro e dal leghista e fascista Nappi all’assessorato al lavoro - entrano nella pubblica amministrazione migliaia di disoccupati organizzati permettendo, per la prima volta nella storia, che la volontà della piazza superi quella del palazzo.
Tutto ciò sfidando una campagna denigratoria senza pari che va da una informazione tutta schierata con le istituzioni borghesi in camicia nera, una repressione con centinaia di processi politici fino a quelli clamorosi che paragonano i disoccupati ad “associati a delinquere” e durissime manganellate di piazza; altre campagne vergognose tese a discreditare la grande lotta del proletariato con paragoni a terroristi in erba o, ancora peggio, la martellante campagna che li vuole a tutti i costi come longa manus della camorra. Un carico di letame che i disoccupati hanno rinviato al mittente prendendosi responsabilità, cominciando con le denunce a ripetizione e senza mai abbassare la testa, schiena dritta fino all’obiettivo finale: il lavoro stabile, a salario pieno, a tempo pieno e sindacalmente tutelato; e perché no, anche sicuro sui luoghi di lavoro, come ci ha suggerito ultimamente Gennaro Di Gennaro, storico combattente per il lavoro nelle file del “Movimento di Lotta Lsu”.
Questa bellissima lotta, questa cavalcata per il lavoro che abbiamo seguito ogni settimana sul nostro organo “Il Bolscevico”, ha visto protagonisti voi disoccupati, che venivate dai quartieri popolari della città, molti da una povertà estrema che vi ha costretti ad intraprendere mille mestieri e sfidare altrettante avversità. Noi marxisti-leninisti, che abbiamo cercato di dare il nostro contributo alla causa del lavoro, vi ammiriamo e siamo felici di aver appoggiato la vostra lotta negli ultimi trenta anni.
Noi vogliamo ricordare i partigiani della lotta per il lavoro che oggi non sono più tra noi, quasi tutti scomparsi prematuramente, ma vivi nel ricordo e nelle lotte come Salvatore Landolfi, Consiglia Terracciano, Francesco Saltalamacchia, Adriano Coluccia, Gaetano Granatieri. Ci scusiamo con tutti se non abbiamo ricordati altri, ma tutti questi disoccupati prima e lavoratori, sono presenti qui con noi.
Cari compagni e care compagne, amici e amiche,
nell’ambito delle Gloriose Quattro Giornate di Napoli ricordando l’incredibile battaglia condotta dal popolo napoletano - guidato dai primi partigiani come la comandante Maddalena “Lena” Cerasuolo - per scacciare via la belva nazifascista agli ordini di Hitler e Mussolini tra il 27 settembre il e il 1° ottobre 1943, vogliamo rilanciare la grande lotta dei disoccupati organizzati e in particolar modo di quella delle lavoratrici e lavoratori della manutenzione stradale che potrebbero essere assunti definitivamente all’interno della regione Campania. Diciamo con forza alla giunta De Luca e al governo neofascista Meloni: assumi subito, immediatamente e stabilmente le migliaia di operai della manutenzione stradale! Senza se e senza ma!
Noi marxisti-leninisti non ci stancheremo mai di appellarci alle masse lavoratrici e popolari, alle donne, ai giovani, a tutti i sinceri democratici e antifascisti conseguenti affinché prendano esempio dall'eroismo delle "Quattro Giornate" e dei disoccupati organizzati e uniscano le forze per buttare giù il governo neofascista Meloni che, è ormai sotto gli occhi di tutti, vuole il completamento del programma piduista della completa restaurazione del fascismo sotto nuove forme, con nuovi metodi e nuovi vessilli. La lotta deve ora concentrarsi contro la vergognosa “riforma” sul premierato, il famigerato disegno di legge 1660 e la controriforma dell'autonomia differenziata, controriforme che vogliono portare indietro l’orologio della storia annientando definitivamente le libertà democratiche e antifasciste e che vanno respinte con la piazza.
Grazie per la vostra attenzione.

2 ottobre 2024