Nei bombardamenti su Beirut migliaia i morti
I nazisionisti preparano l'invasione del Libano. Commando oltre il confine libanese
Raid e stragi anche contro Gaza, Yemen e Siria
Il nuovo Hitler Netanyahu assassina il leader di Hezbollah Nasrallah

Le operazioni "limitate per distruggere l'infrastruttura di Hezbollah che potrebbe essere utilizzata per minacciare i cittadini israeliani" sono "in linea con il diritto di Israele di difendere i propri cittadini e di riportare i civili nelle loro case in sicurezza", sulla base di quanto dichiarato dai nazisionisti per mascherare i loro crimini in tutto il Medioriente, sosteneva un comunicato del consiglio alla Sicurezza nazionale americano all'alba dell'1 ottobre. La dichiarazione confermava il via libera dell'imperialismo americano alle prima mosse dei nazisionisti per invadere il Libano intanto con azioni di commando. Poco prima i criminali di Tel Aviv avevano annunciato che era “iniziata l'operazione di terra mirata e limitata nel sud del Libano” per colpire “obiettivi di Hezbollah”. Intanto per capire quanto siano “limitati” e “mirati” i bombardamenti nazisionisti basta mette in fila le prime notizie dell'1 ottobre: bombardati il campo palestinese di Ain El-Hilweh vicino a Sidone e il villaggio di Daoudiya, nel Libano meridionale con un bilancio di una decina di morti; altri 13 morti nel campo profughi di Nuseirat, a Gaza; tre civili uccisi e altri nove feriti a Damasco in Siria in un attacco con droni partiti dal Golan siriano occupato. Il delirio bellicista dei nazisionisti si riversa contemporaneamente su tutti i fronti di guerra mediorentali, dai territori palestinesi di Gaza e Cisgiordania a Libano, Siria, Yemen, e punta al bersaglio grosso finale, l'Iran. Deve essere fermato. E invece il complice imperialismo Usa minaccia l'Iran di “gravi conseguenze in caso di attacco a Israele”.
Lo sviluppo dello scenario di guerra con l'invasione del Libano era attesa una volta venute allo scoperto le mosse preparatorie iniziate da anni e non certo dal 7 ottobre 2023 da parte dei nazisionisti e di fatto annunciate dalla tribuna dell'Assemblea generale dell'Onu il 27 settembre dal nuovo Hitler Netanyahu che appena sceso dal palco ha dato il via libera all'assassinio di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, avallato a posteriori dal coro dei governi imperialisti dell'Ovest.
La platea dell'Onu era quasi vuota, i diplomatici di diversi Paesi si alzavano e se ne andavano per protesta aderendo all'appello lanciato da un rappresentante di Hamas perché non era accettabile che “i leader mondiali ascoltino Hitler parlare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite” e potevano così “esprimere il loro rifiuto e la loro condanna rispetto al genocidio palestinese in corso a Gaza di cui Netanyahu è l'esecutore diretto”.
Il leader nazisionista negava di essere un criminale di guerra così come denunciato da organismi dell'Onu e certificato dall'accusa della Corte penale internazionale che ha emesso un mandato d'arresto nei suoi confronti e anzi con una arroganza hitleriana passava nelle vesti di accusatore e definiva le Nazioni Unite una "palude antisemita" e una "società terrapiattista anti-israeliana". Tanto basterebbe per cacciare i nazisionsti a pedate dall'Onu e invece il loro leader rilanciava i toni bellicisti con una minaccia all'Iran, “se ci attaccate, vi colpiremo. Non c'è un posto in Iran che non possiamo raggiungere. E questo vale per l'intero Medio Oriente", mentre la soluzione sarebbe quella di “continuare il percorso che abbiamo lastricato con gli accordi di Abramo (negoziati quando negli Usa il presidente era Trump, ndr), ciò significa raggiungere uno storico accordo di pace tra Israele e Arabia Saudita" e quindi far saltare gli accordi tra Arabia saudita e Iran patrocinati di recente dalla Cina. Arrivava persino a rivolgersi direttamente al popolo iraniano, con un messaggio del 30 settembre per invitarlo alla rivolta contro il proprio governo per costruire "un futuro di prosperità e di pace per israeliani e iraniani” assicurando che "Israele è con voi". Con una cartina del medioriente che presentava dalla tribuna metteva in evidenza che la sua guerra contro l'Iran, la Siria di Assad e le formazioni sciite in Libano, Yemen e Iraq era anche per conto dei paesi imperialisti dell'Ovest che infatti lo appoggiano senza riserve. La distruzione di questa alleanza nemica nel disegno del nuovo Hitler aprirebbe la porta alla costruzione di quella via economica protetta dalla potenza militare nazisionista che gli imperialisti Usa e Ue vorrebbero costruire nella regione lungo l'asse che dall'Oceano Indiano percorre l'Arabia saudita e esce nel Mediterraneo proprio in Israele e in un Libano addomesticato. E per battere così la concorrenza della Nuova via della seta dei socialimperialisti cinesi e della coalizione nemica dell'imperialismo dell'Est i complici imperialisti armano, sostengono e permettono ai nazisionisti di calpestare e far saltare tutte quelle regole internazionali da loro definite e che finora gli sono servite a dominare popoli e paesi.
Per aggiungere un paio di notizie utili per capire i rapporti tra l'entità sionista e l'Iran possiamo ricordare che i sionisti fino alla rivoluzione antimperialista islamica iraniana del 1979 avevano un legame di ferro con la dittatura dello scià, erano con l'imperialismo americano uno dei pilastri di quella dittatura e a Teheran il Mossad era di casa. Cacciati dal paese, i sionisti si ripresentavano ai suoi confini già nel 1992 con l'avvio delle relazioni diplomatiche con l'Azerbaigian a cui ha fornito armi e istruttori nelle guerre per il Nagorno-Karabakh con l'Armenia. Il Mossad è di casa a Baku. Lo scorso 20 maggio a causa di un incidente tecnico cadeva l'elicottero che riportava casa il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, entrambi morti, che si erano recati al confine nordoccidentale dell’Iran con l’Azerbaigian per inaugurare un progetto di diga insieme al presidente azerbaigiano Ilham Aliyev.
Finiti i proclami bellicisti, il nuovo Hitler del “mondo libero” scendeva dal palco dell'Onu, dove tra l'altro aveva chiuso definitivamente il sipario dell'ennesima farsa messa in piedi dall'imperialismo americano sulla proposta di tregua di 21 giorni, elaborata col francese Macron e sostenuta dall'Ue e da altri Paesi, e dava il via libera a all'assassinio di Nasrallah spacciato dalla campagna di propaganda filosionista come un atto di giustizia. E non come un altro atto criminale degli stessi responsabili del genocidio palestinese che con gli stessi caccia F-15I e le bombe da una tonnellata ciascuna forniti dagli Usa e ampiamente usati a a Gaza, dove hanno sbriciolato palazzi e scavato buche spaventose, con l'ennesimo “attacco mirato” condotto con più di 80 bombe sventravano una serie di palazzi nel quartiere popolare di Dahieh a Beirut dove nel quartier generale di Hezbollah era in corso una riunione al vertice, assassinando Hassan Nasrallah, da 32 alla guida dell'organizzazione della resistenza libanese e altri dirigenti.
Nel comunicato di Hezbollah, riportato dall'emittente Al Manar il 28 settembre, si comunicava che “Sua Eminenza Sayyed Hassan Nasrallah, Segretario Generale di Hezbollah, si è unito ai suoi grandi e immortali martiri, di cui ha guidato il viaggio per quasi trent’anni, durante i quali li ha condotti di vittoria in vittoria, succedendo al maestro dei martiri della Resistenza Islamica nel 1992 fino la liberazione del Libano nel 2000 e la vittoria divina e solidale nel 2006 e tutte le altre battaglie d’onore e di redenzione, fino alla battaglia di sostegno e di eroismo a sostegno della Palestina, di Gaza e del popolo palestinese oppresso”. “La dirigenza di Hezbollah si impegna con il più alto, santo e prezioso martire del nostro viaggio, pieno di sacrifici e martiri, a continuare il suo jihad affrontando il nemico, a sostegno di Gaza e della Palestina e in difesa del Libano”, concludeva il messaggio.
Fra i messaggi di condoglianze per l'assassinio di Nasrallah registriamo quello del Pjd, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo del Marocco, il cui segretario Abdelilah Benkirane esprimeva pubblicamente le "più sentite condoglianze" a Hezbollah, al popolo libanese, al popolo palestinese e "a tutti i popoli arabi e islamici che aspirano a liberarsi dall'arroganza sionista" e denunciava che l'assassinio di Nasrallah conferma la "natura criminale, sanguinaria e coloniale" dei sionisti e sottolineava che tali "atti criminali codardi non faranno che aumentare la determinazione e il sacrificio della resistenza sulla strada per liberare la Palestina, Gerusalemme e Al-Aqsa". Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, metteva in guardia dalle "conseguenze pericolose" degli attacchi sionisti in Libano e al segretario dell'Onu Guterres diceva che “l'Onu non è riuscita a prendere misure efficaci contro Israele" e che "la continua ostruzione degli Stati Uniti, complici dei mali dei sionisti, nel Consiglio di sicurezza è illegale e vergognosa, volta a impedire qualsiasi pressione su Israele per fermare la sua aggressione a Gaza e in Libano".
Una aggressione concentrata nella distruzione del sud del Libano con una particolare attenzione, come a Gaza, agli obiettivi sanitari e da subito con "24 attacchi contro le strutture sanitarie, causando 27 morti e 55 feriti tra gli operatori”, denunciava il rappresentante dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in Libano Abdinasir Abubakar. Il ministero della Sanità libanese denunciava che solo nella giornata del 29 settembre i bombardamenti sionisti aveva causato 109 morti e 364 feriti, oltre 1.000 i morti e almeno 6.000 i feriti in una settimana, circa un milione di civili costretti a abbandonare le loro case. Con i bombardamenti nel centro della capitale libanese del 28 settembre, i primi nell'attuale conflitto, i nazisionisti davano il via alla pianificata e criminale operazione per colpire dal Libano alla Siria, allo Yemen. Senza tralasciare la Cisgiordania e Gaza dove, denunciava l'Unicef il 27 settembre, nei bombardamenti degli ultimi 4 giorni erano state colpite 4 scuole e ucciso molti bambini. Nel bilancio aggiornato al 29 settembre dal ministero della Salute palestinese si registrano 41.615 morti e 96.359 feriti.
I caccia nazisionisti bombardavano in successione i porti yemeniti di Ras Issa e Hodeidah a 1.800 chilometri di distanza e di nuovo Damasco in Siria dove già il 24 settembre avevano compiuto una incursione sul porto di Tartus, la base che ospita l’intera flotta russa del Mediterraneo, un segnale per Putin?. Intanto registriamo che il 30 settembre arrivava a Teheran il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, per incontrare il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano comunicava che i colloqui si concentreranno sul coordinamento tra Mosca e Teheran rispetto ai loro piani economici e commerciali ma anche su un documento strategico di cooperazione tra Russia e Iran.
Del 30 settembre anche le dichiarazioni del vice capo di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, sulla determinazione dell'organizzazione a affrontare qualsiasi offensiva terrestre: "siamo pronti, se gli israeliani vogliono un'incursione di terra, le forze di resistenza sono pronte per questo" e denunciava che "Israele sta commettendo massacri in tutte le aree del Libano, attacca civili, ambulanze, bambini e anziani. Non combatte i combattenti, ma piuttosto commette massacri" con la complicità degli Stati Uniti. E concludeva: "Vinceremo, proprio come abbiamo vinto nel nostro confronto con Israele nel 2006".
Un ultima nota riguarda l'imperialismo italiano che sotto la guida della neofascista Meloni si pone come “modello universale e punto di riferimento per i paesi più piccoli”, come annunciato dalla tribuna dell'Onu. L'1 ottobre una una nota di palazzo Chigi ci informa che la presidente del Consiglio ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro libanese Najib Miqati al quale “ha ribadito l'impegno italiano per un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto (del quale non si è accorto nessuno a dire il vro, ndr) che permetta agli sfollati di tornare alle proprie case". L'Italia, si aggiunge, anche quale presidenza di turno del G7 "continuerà a lavorare per una de-escalation a livello regionale" ma a dire il vero la neofascista Meloni ha continuato a sostenere le ragioni dei nazisionisti e pur presidente di turno del G7 è stata la più veloce a scappare dagli incontri all'Onu e a intervenire solo col vergognoso comunicato che censurava gli aiuti all'Ucraina. La presidente, ha infine ricordato il comunicato, ha ribadito "il ruolo cruciale dei militari italiani presenti nel sud del Libano all'interno della missione Unifil, sottolineando l'importanza della loro sicurezza", ecco alla neofascista Meloni interessa anzitutto la sicurezza dei militari italiani che assistono complici all'invasione nazisionista, impegnati sostanzialmente a sventolare il tricolore imperialista italiano nella regione. Un bel modello imperialista per i paesi più piccoli, non c'è che dire.

2 ottobre 2024