Soltanto il quartiere Vomero supera il 60%
La raccolta differenziata a Napoli ancora sotto il 40%
Gravi ritardi sul “porta a porta”, mentre il biogestore di Ponticelli è solo una chimera
Redazione di Napoli
Siamo al terzo anno di mandato della giunta Manfredi e si manifesta tutta la sua impopolarità in uno dei temi più delicati per le masse popolari e che sta registrando in Regione la valutazione di aprire un nuovo termovalorizzatore per contenere i rifiuti: la raccolta differenziata.
L’obiettivo prefissato con la solita presunzione del barone universitario di Palazzo S. Giacomo doveva raggiungere senza problemi il 65% in città, mentre neanche il 40% è stato toccato, con punte al di sotto del 30% in quartieri come Bagnoli, con il record negativo nel quartiere del centro storico, quello dove sono presenti ogni giorno migliaia di turisti e dovrebbe essere il fiore all’occhiello di Napoli.
Tutte chiacchiere quelle di Manfredi: lo dice il 25% del quartiere storico San Lorenzo-Vicaria, il 27% nei quartieri popolari di Soccavo e Pianura, il 33% dell’area Nord (Scampia-Secondigliano), addirittura al di sotto della precedente giunta De Magistris che aveva lasciato un saldo negativo tra il 30 e il 35% relativo alla raccolta differenziata.
Il tentativo, inoltre, di far partire il servizio porta a porta è ancora una chimera giustificato così maldestramente da Domenico Ruggiero, amministratore di Asia, l’azienda di rifiuti del Comune: “il porta a porta può diventare un imbuto in alcune zone della città, con strade strette, scale”. Di conseguenza la raccolta differenziata porta a porta diventa da opportunità fondamentale ad imbuto e Napoli all’improvviso appare come ingestibile a causa della sua conformazione topografica, a causa delle strade strette e delle scale che la qualificano, soprattutto nei quartieri popolari e storici. Oppure semplicemente sul “porta a porta” non si vuole investire seriamente e la si vuole perimetrare alla raccolta condominiale, addossando alle famiglie la raccolta medesima; dimenticando il possibile utilizzo di operatori qualificati semmai da pescare nelle centinaia di corsisti da poco formati e già appartenenti alle liste dei disoccupati organizzati.
In sostanza si punta al risparmio sulla questione ambientale a Napoli, sia perché sono praticamente i fondi comunali sia perché i “fondi di coesione” o, comunque, altro denaro, non arriverà dal governo neofascista Meloni; tutti fatti che confermano ancora una volta il fallimento della politica sui rifiuti della giunta antipopolare del barone Manfredi a più di metà del suo mandato.
9 ottobre 2024