Rapporto annuale dell'Inps
In quattro anni stipendi saliti del 7,6% e i prezzi del 17%
Tre milioni di lavoratori sotto i 9,5€ l'ora

L'annuale rapporto dell'Inps fa emergere dati allarmanti che riguardano il potere d'acquisto degli italiani. Il problema è legato ai salari, troppo bassi rispetto ai prezzi, gli aumenti dati ai lavoratori sono inferiori all'impennata dei costi del carrello della spesa. In un quadriennio in cui la crescita dei prezzi si è attestata tra il 15 e il 17%, le retribuzioni dei lavoratori dipendenti sono aumentate appena del 6,8%, i salari quindi non crescono quanto i prezzi.
Quanto ai salari orari la retribuzione media è pari a 14,3 euro, ma ci sono 2,8 milioni di dipendenti che hanno una retribuzione inferiore ai 9,50 euro lordi (1.550 euro lordi al mese). Si tratta però di un dato che non considera i lavoratori agricoli e quelli domestici,categorie particolarmente esposte al lavoro povero. Circa 140 mila dipendenti hanno retribuzioni addirittura inferiori ai 5,30 euro l’ora ma, se si fissa l’asticella a 8,50 euro, la platea sale a 1,4 milioni, il 10% del totale dei lavoratori non domestici e non agricoli.
Vi è poi il problema del gap di genere: Il Rapporto dell'Inps conferma il gender gap sia sotto il profilo del lavoro che su quello degli importi di pensione. La probabilità di lasciare il lavoro dopo la nascita di un figlio è del 18% per le donne e dell'8% per gli uomini mentre i salari crescono rapidamente per i padri e restano stabilmente al di sotto di quelli degli uomini per le madri.
Questo andamento è ancora più netto se si guarda alle pensioni perché riflettono periodi nei quali il tasso di occupazione delle donne era ancora più basso. Al 31 dicembre 2023 i pensionati erano circa 16,2 milioni, di cui 7,8 milioni di maschi e 8,4 milioni di femmine per un importo lordo complessivo delle pensioni erogate di 347 miliardi di euro. Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), si legge, le femmine percepiscono il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi. Per gli uomini il reddito da pensione è in media di 2.056,91 euro lordi mentre per le donne è di 1.524,35 euro, il 25,9% in meno rispetto agli uomini.
Le donne quindi sono pagate di meno degli uomini.
L’Italia mostra, inoltre, un ritardo significativo nell’occupazione giovanile. Il tasso di occupazione nella fascia di età 15-29 scende, infatti, sotto il 35%, circa 15 punti percentuali meno di Francia e quasi 30 meno della Germania. Oltre ad una minore occupazione, i giovani italiani mostrano anche un minore coinvolgimento nei processi formativi. Il 16% dei giovani tra i 15 e i 29 anni né lavora né è inserito in percorsi di formazione, 4 punti percentuali più della Francia, 7 più della Germania.
Problemi quindi anche per quanto riguarda i giovani,ce n'è abbastanza nel Rapporto per smontare l'insopportabile retorica propagandistica del governo sulla "crescita dell'occupazione" sotto il governo Meloni.

9 ottobre 2024