Sempre più dura la protesta dei disoccupati organizzati
Migliaia in piazza a Napoli contro la repressione del governo Meloni
Partecipazione della Cellula “Vesuvio Rosso” del PMLI
Redazione di Napoli
Monta la rabbia tra i disoccupati organizzati napoletani che tra ritardi nei pagamenti dei corsi di formazione, promesse di lavoro stabile e giro di vite del Tribunale di Napoli con i processi aperti contro decine di manifestanti.
A questa situazione gravissima, in un clima di odio nei confronti dell’esecutivo neofascista, nella mattinata di lunedì 28 ottobre i disoccupati raggruppati nelle liste “Movimento disoccupati 7 Novembre” e “Cantiere 167” hanno risposto indicendo una manifestazione che partiva da piazza Nazionale dove in migliaia si recavano verso piazzetta Cenni, superando via Poggioreale, e lasciando sulla destra il vecchio carcere, per finire il combattivo corteo dinanzi all’entrata principale del Tribunale partenopeo.
L’evento era sostenuto anche dai sindacati di base USB e SI. Cobas, dal centro sociale “Laboratorio Iskra” nonché dalla “Rete liberi/e di lottare contro il ddl 1660” che annunciava più volte la manifestazione di venerdì 15 novembre, ribadendo la sua contrarietà al governo della ducessa Giorgia Meloni; erano presenti compagni della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI.
Al passaggio dei disoccupati le masse rispondevano con saluti e sostegni. Gli organizzatori sottolineavano non solo la volontà di lottare fino alla fine per un lavoro stabile e a salario pieno, ma anche la contrarietà alle attuali guerre, all’aumento spropositato delle spese militari, alla repressione, ai tagli alla sanità e ai servizi sociali. Particolarmente toccante la risposta dei detenuti al passaggio del corteo, che battevano le mani al passaggio dei presenti che ribadivano in slogan, “Non ci fermerete mai. La lotta per il lavoro non si processa. Fino alla vittoria!”. Il riferimento era al vergognoso processo addirittura celebrato nella famigerata “aula bunker” al pari delle cosche camorristiche contro i 48 disoccupati rei di aver turbato l’ordine pubblico borghese, mentre è da ormai dieci anni che i disoccupati organizzati di Napoli e Scampia vogliono solo che i corsi di formazione siano effettivamente finalizzati alla partenza immediata del lavoro, fatto promesso a chiacchiere dal governo Meloni, ma fino ad oggi una chimera irrealizzata che doveva sostituire l’assistenzialista reddito di cittadinanza.
I marxisti-leninisti partenopei si uniscono con forza alla giusta e sacrosanta battaglia dei disoccupati organizzati augurando loro di trovare un lavoro stabile, a salario pieno, a tempo pieno e sindacalmente tutelato: le responsabilità politiche, oltre a gravare sul governo neofascista Meloni, vanno divise in parti uguali tra il presidente regionale con l’orbace e la sua giunta, Vincenzo De Luca (PD), e il barone universitario sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che fino ad oggi hanno incanalato una serie di promesse che si sono trasformate in fumo senza arrosto.
6 novembre 2024