Nel 2024 quasi mille morti sul lavoro
In un giorno 8 morti. La Procura di Firenze oscura le notizie riguardanti gli omicidi sul lavoro.
Lunedì 28 ottobre in Italia sono morti 8 lavoratori tra Lombardia, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Un operaio di 44 anni è morto travolto da un vecchio muro di sassi e cemento a Ponteranica, in provincia di Bergamo. L’infortunio è avvenuto nel cantiere per la realizzazione del tracciato del nuovo tram Teb, che collegherà la città con Villa d’Almé, comune all’inizio della Valle Brembana. L’uomo, cittadino romeno che viveva in provincia di Brescia, stava lavorando a ridosso della parete di contenimento, priva di armatura, che doveva essere rinforzata. Improvvisamente il muro, alto circa 4 metri e lungo una decina, è collassato travolgendo il 44enne. Il cantiere è affidato all’impresa Milesi di Gorlago ma la vittima era dipendente di una ditta esterna che lavorava nel cantiere in subappalto.
Un operaio di 50 anni, Fabrizio Nicolò, è morto sul lavoro a Locri, in Calabria, mentre effettuava dei lavori di manutenzione in uno stabile. Il tecnico è caduto nel vano ascensore: un volo di dieci metri che non gli ha lasciato scampo. È stato portato dal personale del 118 in ospedale, dove è morto qualche ora dopo il ricovero a causa delle gravi lesioni interne che ha riportato nella caduta. Sull'infortunio mortale la Procura ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità. Un “incidente” molto simile a quello avvenuto a Roma due settimane prima, dove morì un operaio di origini nigeriane di 48 anni.
Nicasio Moncada, 44enne di Sciara (Palermo), moglie e un figlio, è morto lunedì 28 a Termini Imerese mentre con un mini-escavatore ripuliva un terreno sul quale sorgeva un vecchio traliccio da demolire. Proprio quest’ultimo si è abbattuto all’improvviso sull’escavatore, non lasciando scampo al lavoratore. Un lavoro, come sottolineano i sindacati siciliani, che non poteva essere fatto da una persona sola e, soprattutto, richiedeva la messa in sicurezza preventiva del traliccio.
Franco Di Francesco, corriere 65enne di Tortora (Cosenza), è morto sul suo furgone a San Giovanni in Fiore, quasi certamente per un infarto. Il mezzo ha rallentato improvvisamente, fino a tamponare a bassa velocità un’auto di passaggio. La gente accorsa ha trovato il lavoratore privo di conoscenza e nulla hanno potuto i medici intervenuti rapidamente.
Due operai sono morti per malore sul posto di lavoro. Si tratta di Natale Maccari, 54enne di San Benedetto Po (Mantova), dipendente della Iscot (pulizie industriali), morto nel piazzale della Iveco di Suzzara, vittima di un malore fulminante. Ha avuto appena il tempo di dire ai suoi compagni “Mi sento stanco”, poi si è accasciato ed è spirato. Stessa sorte per un 44enne di Bellizzi (Salerno), morto lunedì 28 ottobre in un’azienda agricola di Pontecagnano, di cui non si conosce neppure il nome.
A questi si devono aggiungere due giovani venditori ambulanti morti “in itinere”, per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto alle 6,30 di lunedì 28 ottobre mentre andavano al lavoro lungo la statale 16, nel Foggiano. Si tratta del 31enne Vito Ippedico, di Torremaggiore, e di un 33enne della Sierra Leone di cui è noto solo il nome, Dennis. Il furgone guidato da un terzo lavoratore ha sbandato ed è finito contro il guardrail all’altezza del bivio per Ripalta, nel territorio di Lesina, lo stesso punto in cui nell’estate del 2018 morirono 12 braccianti africani.
Nomi e notizie che abbiamo scoperto dopo minuziose ricerche perché i giornali e i media non danno alcun risalto alle morti sul lavoro, e neppure le Procure. Al riguardo L’Associazione Stampa Toscana, ha diffuso martedì 29 ottobre 2024 un comunicato di denuncia: “Ancora una volta è stata censurata una notizia di cronaca e i cittadini si sono visti negare il diritto ad essere informati su un fatto grave qual è un incidente mortale sul lavoro”. L’Associazione sottolinea come il silenzio della Procura di Firenze su questo episodio rappresenti una violazione del diritto all’informazione.
Il fatto si riferisce all'operaio di origini marocchine deceduto in un incidente sul lavoro mentre era impiegato in un cantiere autostradale sull’A1, all’altezza di Bagno a Ripoli (Firenze). L’uomo, 58 anni, travolto da un’auto, ha perso la vita durante il turno, lasciando dietro di sé molti interrogativi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo l’urto, l’auto non si è fermata, ma è stato individuato il presunto autore dell’investimento, un uomo di 62 anni, indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso. L’uomo investito è stato portato in ospedale in condizioni gravissime ed è morto il giorno dopo.
La notizia è uscita solo tre giorni dopo perché la Procura di Firenze ha deciso l’oscuramento totale della cronaca cittadina e provinciale, interpretando in maniera restrittiva e lesiva del diritto all'informazione la legge Cartabia sulla presunzione d’innocenza. Ma qui c'è poco da nascondere, bisogna invece dare il massimo risalto, chiedere interventi concreti e anche denunciare questa strage continua che nel 2024 ha già sacrificato la vita di 960 lavoratrici e lavoratori.
6 novembre 2024