Da sempre schierata con le organizzazioni antiabortiste, antigender e pro famiglia
La sottosegretaria FdI Frassinetti inneggia alla marcia su Roma
Non si contano più le occasioni nelle quali esponenti dei partiti di maggioranza, in particolare con incarichi di governo, compiono impunemente il reato di apologia del fascismo. Nonostante ciò, le uniche conseguenze nelle quali si imbattono sono ridotte a qualche polemica sui social, a una interrogazione parlamentare, o tutt'al più alla richiesta di dimissioni regolarmente ignorata.
Ma d'altra parte questo è il sintomo principale del nostro Stato neofascista, nelle mani di un governo della stessa natura che sta facendo quadrato e procede prepotentemente nel proprio disegno, travolgendo tutto ciò nel quale si imbatte, a partire ovviamente dalle istituzioni borghesi ormai conquistate dopo la marcia su Roma elettorale di due anni fa, per continuare nel campo culturale e nella scuola, settori strategici nei quali si allevano le nuove generazioni e attraverso i quali si può ribaltare completamente la verità storica e sociale del nostro Paese come questo esecutivo ha inteso fare fin dal principio.
L'opposizione imbelle, ancor più tenera del cartone e complice (come ci ha mostrato anche la vicenda relativa alla censura del manifesti del PMLI a Firenze) nella copertura al Governo stesso, chiude questo pericolosissimo quadro.
Stavolta è Paola Frassinetti, sottosegretaria di Fratelli d'Italia all'Istruzione, che non si priva della nera soddisfazione di celebrare pubblicamente l'anniversario della Marcia su Roma.
Tutto è nato con un post su Facebook a tema calcistico. Il 28 ottobre Paola Frassinetti posta sulla sua pagina una foto del gol di Mark Hateley in un derby Milan-Inter di 40 anni fa e lo commenta: “28 ottobre 1984… e chiamale se vuoi emozioni…”, inserendo accanto un cuoricino rosso e uno nero.
Nei commenti però qualche camerata che non vorrebbe mischiare il suo sacro al profano, fa notare che il 28 ottobre è innanzitutto il giorno della marcia su Roma, e scrive: “Il 28 ottobre è un’altra roba! È il cuore nero senza il rosso”.
Punta nel suo nero orgoglio, a questo punto Frassinetti dimostra che non si è certo dimenticata una data così importante per lei e per tutti i fascisti italiani, e sentendosi libera di potersi esprimere in questi termini, con sfrontatezza, rilancia: “Fascismo immenso e rosso, diceva Brasillach“.
Quella della Frassinetti non è una semplice citazione letteraria dal sapore lieve, bensì l'abbracciare non solo la Marcia su Roma, ma anche l'intero nazifascismo con i suoi stermini e crimini storici; ne è infatti autore Robert Brasillach, scrittore francese giustiziato per collaborazionismo con il Terzo Reich ai tempi della repubblica di Vichy.
Brasillach, lo stesso che nel 1941, scriveva: “Bisogna risolvere il problema ebraico, perché l’ebreo è lo straniero, è il nemico che ci ha spinti alla guerra ed è quindi giusto che paghi”.
Naturalmente la frase ha sollevato le polemiche delle quali parlavamo in premessa, come quelle dei senatori PD e della Commissione Istruzione e Cultura che hanno denunciato l'accaduto: “Può un grande paese come l’Italia avere una sottosegretaria all’istruzione palesemente e orgogliosamente fascista? Per noi la risposta è no”.
Una fascista che non si è mai pentita: basta dare uno sguardo al passato della Frassinetti, ai suoi trascorsi nel MSI, in AN, e l'approdo a FDI, grazie ai quali ha meritato l'inserimento del suo nero curriculum nell'ultimo capitolo del libro del linguista Massimo Arcangeli dal titolo “Quel braccio alzato. Storia del saluto romano”.
Un testo nel quale emergono i legami della destra di governo con il fascismo e l’ultranazionalismo nero internazionale, e Frassinetti ci figura come un personaggio non secondario assieme a quello del direttore degli approfondimenti RAI Paolo Corsini, altro fascista doc.
In un passaggio del libro si fa anche riferimento al ristorante Corte dei Brut, centro culturale e crocevia del nazifascismo esoterico dove, dimostra Arcangeli, Frassinetti è di casa.
Non è un caso nemmeno che anche Frassinetti, così come numerosi altri componenti del governo Meloni, sia legata a doppio filo con le associazioni antiabortiste e omofobe, delle quali porta avanti le istanze in piena coerenza col motto fascista “Dio Patria e Famiglia” che la stessa Meloni ha ribadito di fronte ai micrifoni di un giornalista della trasmissione Report non più tardi di una settimana fa.
Infatti, già ai tempi nei quali era responsabile del dipartimento Istruzione di FDI, Frassinetti si scagliò violentemente contro il DDL Zan sull'omobistranfobia attaccando le “lobby LGTB che vogliono entrare nella scuola per poter incidere nella mente degli adolescenti”.
Nel 2021, osteggia la circolare del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che invita le scuole a ricordare e celebrare il 17 maggio, “Giornata internazionale contro l’omotransfobia”. Un anno dopo in campagna elettorale, firma il manifesto di Pro Vita e Famiglia ed entra in parlamento col ruolo attuale attraverso il quale accoglie e rilancia nella scuola, ma anche partecipando a convegni dallo stesso tema, le istanze reazionarie, antifemminili, antiabortiste e omofobe delle associazioni che l'hanno appoggiata elettoralmente come CitizenGo Italia, Non si tocca la famiglia, fino alla più nota Pro-Vita e Famiglia.
Tornando al post celebrativo della Marcia su Roma, naturalmente forte dell'appoggio di Governo e della sua truppa di camerati, Frassinetti ha minimizzato e tutto si è risolto nell'ennesima tempesta in un bicchier d'acqua. Le “opposizioni” denunciano, ma poi si guardano bene dal chiamare la piazza alla mobilitazione per sbarazzarsi davvero di questo esecutivo neofascista.
In questa vicenda tornano prepotentemente di attualità le parole del compagno Giovanni Scuderi, Segretario Generale del PMLI, pronunciate alla settima Sessione plenaria del 5° Comitato centrale, circa l'atteggiamento di quelle che furono le opposizioni a Mussolini e le attuali. Una riflessione che può aprire le menti a tanti sinceri antifascisti imbrigliati nell'istituzionalismo borghese delle organizzazioni nelle quali fanno attività sociale o politica. “Fanno degli scioperi generali o parziali? - esclamò infatti il Duce all'indomani del delitto Matteotti - Delle manifestazioni di piazza? O tentativi di lotta armata? Niente di tutto ciò. Le opposizioni svolgono un'attività puramente di polemica giornalistica“.
Parole che sembrano scritte oggi, e che dimostrano l'inconsistenza politica dei partiti istituzionali della quale i neofascisti di oggi al pari dei fascisti di ieri si burlano, continuando allo stesso tempo a plasmare ogni branca dello Stato e dell'opinione pubblica in senso neofascista, senza incontrare nei fatti uno straccio di reale opposizione parlamentare.
13 novembre 2024