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Paolo Zioni: mini-biografia di un infiltrato fascista


di Marte - Napoli
Con questo terzo articolo concludo la mia testimonianza sulla fine del “PC” di Marco Rizzo.
“Resistenza Popolare”, organizzazione nata dalla “scissione di maggioranza” dal PC, dichiara di basarsi principalmente sul “rispetto della pregiudiziale antifascista”, ma quanto di questo è vero? Ce lo può dire un’analisi “monografica” della vita politica di Paolo Zioni, il suo principale fondatore. Qual è il suo passato politico? Se volessimo basarci solo ed esclusivamente sul suo curriculum, reperibile pubblicamente anche su Google con una semplice ricerca del suo nome e cognome, egli, nato a Piacenza il 3 agosto 1976, avrebbe iniziato la sua “carriera” nel sociale e nella politica nel 2006, quando si è iscritto alla CGIL e ha “iniziato” come RSU (una posizione abbastanza di “rilievo” da sindacalista) a Roma, entrando a contatto con e iscrivendosi nel PC di Rizzo, non si sa né come né quando, fino a diventare segretario provinciale della sezione di Perugia nel 2020, e poi nel 2022 segretario regionale per tutta l’Umbria.
Nel 2023 avrebbe poi, anche qui non è chiaro come o precisamente quando, ma si suppone indicativamente nel gennaio 2023 (considerando che nel gennaio-febbraio 2024, quando sentii parlare per la prima volta di lui, mi fu detto che la “scissione” umbra era avvenuta “un anno fa”), fondato “Resistenza Popolare” come scissione locale dal PC, inglobando tutta l’ex sezione dell’Umbria del partito e avviando delle azioni politiche principalmente a livello locale, questo fino alla “scissione di maggioranza” del gennaio del 2024, quando poi il collettivo è stato “esteso” a tutta Italia con l’adesione di tutte le altre ex sezioni del PC.
Il problema di questa “ricostruzione ufficiale”, oltre alle ovvie lacune e alla mancanza di “precisione” nella “carriera politica” del sig. Zioni, è che essa non menziona i suoi primi “impegni nel sociale” nell’ambito della destra estrema, eversiva e neofascista. Quelle che fino a pochi mesi fa erano solo “speculazioni” provenienti principalmente da ambienti romani e umbri che hanno avuto in passato a che fare con Zioni, riportando dalle esperienze con egli la dubbia provenienza e “genuinità” del suo “carattere” politico, sono state confermate intorno al maggio di quest’anno, quando è stata ritrovata e pubblicata, e quindi diffusa per diverse vie a tutti quanti, inclusi ex PC come il sottoscritto e altre realtà che stavano collaborando o avevano intenzione di collaborare con questo “RP”, una “dimostrazione” del “torbido” passato di Zioni con il ritrovamento di un quotidiano locale di Piacenza, il “Libertà”, che alla pagina numero 13 della sua stampa datata sabato 1 dicembre 2007 riporta, in un suo trafiletto, il titolo “Fiori per ricordare un combattente della RSI: due assoluzioni”, e il sottotitolo “Il Giudice: Il fatto non sussiste per Nicola Ferrarese e Paolo Zioni”. Andando a leggere questo trafiletto, posto a centro della pagina insieme ad altre notizie locali, pubblicità e altri elementi che forniscono uno “specchio” della realtà di Piacenza nel dicembre 2007, si riporta che il “fatto che non sussiste” sarebbe avvenuto il 25 Aprile del 2005, in Piazza Cesare Battisti a Piacenza, luogo in cui il sig. Zioni, insieme al suo “compagno” Ferrarese, dirigente dell’organizzazione neofascista “Forza Nuova” di cui viene riportato che lo stesso Zioni sarebbe stato un “militante” fino almeno al 1° dicembre 2007, avrebbe deposto dei fiori per “ricordare” un certo Nunzio Zagari, combattente dei collaborazionisti nazifascisti di Salò ucciso dai partigiani durante la Resistenza.
Il processo, durato quindi almeno due anni, dal 2005 fino al 2007, è avvenuto in contemporanea al “nuovo corso politico” di Zioni come RSU della CGIL di Roma e poi come volontario in ospedali e centri d’accoglienza per ragazze madri e altri individui con difficoltà sociali. Tale “coincidenza”, secondo alcuni “dirigenti” di RP, in particolare Catello e Pascale, stando alle testimonianze di alcuni “fuoriusciti” da RP, sarebbe “irrilevante”, specie considerando che “è il passato e non riguarda la nostra attuale attività”. Vi sono alcuni che hanno testimoniato ad altri, me incluso, di essere stati “chiamati in disparte” durante la manifestazione del 1 giugno a Roma contro il governo proprio dal duo Catello-Pascale e di essere stati informati di “disinformatori che si sono inventati che Zioni è un infiltrato fascista”, nonostante proprio i “convocati” per questa “ambasciata”, come si direbbe a Napoli, non sapessero niente fino a quel momento della “menzogna” in questione (excusatio non petita …). Siccome le coincidenze non esistono, né tantomeno le “conversioni politiche” o i “pentimenti”, e siccome la storia ha ben dimostrato, e questo lo sappiamo bene grazie alle diverse ricerche storiche, ricostruzioni ed elementi forniti dalle investigazioni, confessioni e altre testimonianze riportate dalle Commissioni parlamentari sulle stragi, che in ambienti di “sinistra” e in particolare della cosiddetta “ultrasinistra” non sono assolutamente estranee infiltrazioni da parte di elementi delle “forze dell’ordine” usando nazifascisti e trotzkisti, è invece più probabile (una probabilità divenuta poi “certezza” non appena, alla “scoperta” al “grande pubblico” della pagina di giornale del 2007, il duo Catello-Pascale non si è impegnato neanche a nascondersi dietro una possibile quanto ridicola giustificazione avanzando la possibilità che lo Zioni menzionato nell’articolo di giornale fosse un “omonimo”) che Paolo Zioni, nato a Piacenza nel 1976 ma per qualche motivo attivo politicamente nel Centro-Sud da circa 20 anni, “beccato” nel 2005 per apologia di fascismo per la sua militanza nel noto gruppo eversivo neofascista, abbia “deciso”, non è chiaro se di sua sponte o meno (ma questo non è rilevante), di “collaborare” con le “forze dell’ordine”, in particolare l’antisommossa e la DIGOS, decidendo di diventare un “agente infiltrato”, in cambio di un’“assoluzione”, avvenuta poi l’anno dopo l’inizio della sua militanza politica nella “sinistra” come parte della RSU della CGIL a Roma.
Tutt’altro che un’organizzazione politica che si basa sulla “fedeltà alla pregiudiziale antifascista”, quindi, questo “Resistenza Popolare” altro non è che un progetto reazionario da parte dei fascisti e della borghesia, tramite il loro agente infiltrato Zioni e la “ingenuità” degli ex PC Catello e Pascale, di cercare di “sabotare” il progetto di “DSP” (che comunque, nella sua costituzione eclettica, eterogenea e nella sua disorganizzazione e nel personalismo delle figure di “leader” di Rizzo e Toscano, non aveva certo chissà quali grandi possibilità) sul nascere, e la storia ha dimostrato, con il PCI di Berlinguer e la sua “solidarietà nazionale” sabotata tramite le “BR” neofasciste, come qualsivoglia progetto o partito politico che sia in una qualche misura “comunista”, anche se “all’acqua di rose”, fa comunque paura ai reazionari e alla borghesia, che non dormiranno mai sonni tranquilli fintanto che non sarà reso definitivamente inoffensivo.
 

Camilli, leader di “Patria Socialista”
Non è soltanto Zioni ad avere un “passato torbido”; anche Igor Camilli, leader di “Patria Socialista”, organizzazione culturale che esiste dal 2009 (tempi sospettosamente vicini agli inizi della “nuova carriera” di Zioni) e che collabora strettamente con “Resistenza Popolare” lasciando diversi comunicati “congiunti” (e che nel 2022 era parte dell’alleanza politica di “ISP” guidata dal PC di Rizzo), pare avere una provenienza ideologica reazionaria, destrorsa e neofascista, come dimostra il suo tatuaggio del Sole Nero, simbolo neonazista, sul suo braccio sinistro, che non si impegna neanche a nascondere o a rimuovere e che figura in alcune foto dov’è inquadrato con indosso maglie a maniche corte che lasciano esposti i suoi tatuaggi. Vi sono state reazioni di “denuncia ufficiale” del passato di Zioni, da parte del duo Catello-Pascale che di fatto guida “RP”? Vi sono state smentite? Vi è stata una qualsivoglia dichiarazione o “reazione stampa” ufficiale, che sia di denuncia o di smentita? Assolutamente no: un completo silenzio e un’imbarazzante prassi sistematica di “difesa a spada tratta” dinanzi a qualsiasi minimo “dubbio” o contestazione (anche non inerente alla questione del “passato politico” di Zioni) sui canali social di “RP” sono stati l’unica “risposta” a questa “notizia” la cui fuoriuscita è degna di essere annoverata in canali di “leaks politici” come Wikileaks di Assange per il peso politico che dovrebbe rappresentare nella storia di un partito politico italiano che, seppur piccolo, ha comunque ottenuto tramite la sua base militante dei risultati in alcuni casi lodevoli e meritevoli. A seguito della “scoperta” della vera natura da infiltrato di Zioni, “RP” ha definitivamente esaurito il suo “scopo” ed è quindi finita facilmente nel dimenticatoio: le “diserzioni”, già all’ordine del giorno, sono quintuplicate, e diversi militanti hanno abbandonato RP per altri lidi nel migliore dei casi o hanno tristemente appeso le scarpe al chiodo nel peggiore.

13 novembre 2024