Marciume e corruzione nelle “forze dell'ordine” e nei servizi segreti
Spionaggi, dossieraggi e ricatti
Coinvolti poliziotti, carabinieri e finanzieri, con in testa Gallo, ex capo della Squadra mobile di Milano
È soprannominato la banda dei dossier il sodalizio criminale che vede coinvolti uomini delle forze dell'ordine, con in testa Carmine Gallo ex capo della squadra mobile di Milano, che avevano accesso ai dati sensibili di decine di persone in Italia e all'estero, in grado di fabbricare dossier e di informare per tempo, dietro pagamento, chi avesse voluto notizie riservate, in una logica di scambio di favori, denaro e altre utilità.
Tutto ruota intorno alla società di investigazioni Equalize srl, di proprietà di Enrico Pazzali (presidente di Fondazione Fiera di Milano ora autosospeso e indagato) di cui è socio Carmine Gallo e di cui fa parte il tecnico informatico Nunzio Samuele Calamucci che si è vantato di poter accedere al Ced, il Centro elaborazione dati interforze del ministero dell’interno, il cervellone che raccoglie tutte le informazioni di pubblica sicurezza fornite dalle forze dell’ordine (denunce, carichi pendenti, condanne, semplici controlli di polizia, ecc.). Per scaricare dati dal Ced, afferma Calamucci, non gli serve un complice nell’amministrazione: può attingere direttamente da una copia online dell’archivio. In questo modo evita che il sistema produca la segnalazione prevista in caso di ricerche su soggetti politicamente esposti.
Lo scambio captato dagli investigatori è chiarissimo. “I deputati, i senatori e i consiglieri regionali non possiamo farli perché c’è l’alert”, osserva Gallo. “No, nel nostro caso non c’è l’alert! Hai visto come ti arriva? Non c’è la richiesta di nessun operatore... è un backup del server! La piattaforma attinge facendo il giro... perché il server ce l’abbiamo a Londra? Perché se lo fai Italia su Italia ci mettono le manette... quello è il nostro segreto che ci dà un vantaggio di anni”, spiega Calamucci. Gli inquirenti milanesi – guidati dai pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, coordinati dalla procuratrice aggiunta Alessandra Dolci – sono al lavoro per verificare queste affermazioni che, fossero vere, evidenziano un buco clamoroso nella sicurezza pubblica.
Dagli atti emerge un collaudato rapporto tra Gallo, Calamucci e Pierfrancesco Barletta (non risulta indagato), attuale vicepresidente di Sea (società che gestisce gli aeroporti milanesi) e fino all’anno scorso nel cda di Leonardo, colosso statale degli armamenti. È lui a cedere a Gallo le quote della Equalize, la società che per i pm era la centrale dello spionaggio, nella cui sede conservava un ufficio.
I carabinieri fotografano “due israeliani non identificati” nella sede di Equalize l’8 febbraio 2023: “Sono disposti — dice intercettato l’amministratore della Equalize, Carmine Gallo, parlando di loro come di 007 — a un 'do ut des'” di informazioni. Per esempio, aggiunge Calamucci, “ci stanno fornendo materiale di sicuro interesse per Eni spa e per Stefano Speroni» (dal 2020 capo degli Affari legali del colosso energetico) sul “traffico illecito di gas iraniano con le aziende d’italia”. Speroni è ora indagato e perquisito per ipotesi di concorso in uno degli accessi abusivi di Equalize: quello sull’imprenditore petrolifero calabrese Francesco Mazzagatti, due anni fa messo in cattiva luce, come vicino alla ’ndrangheta, da un report realizzato da Equalize su incarico dello studio legale Dentons (ex studio di Speroni) nell’interesse di Eni, che lo depositò prima in una causa civile al Tribunale di Terni e poi alla Procura di Milano. Solo che le presunte “fonti personali” di Gallo sulla mafiosità di Mazzagatti erano senza nomi; e il report, nel valorizzare un’inchiesta di ’ndrangheta nella quale Mazzagatti era stato coinvolto a Locri, ometteva però di dar conto del proscioglimento. È lo stesso è Calamucci a spiegare che si starebbe occupando di un report commissionato addirittura dalla Chiesa: “I dati mi servono per andare contro l'oligarca... il braccio destro di Putin, la Chiesa chiede quello. La aiutiamo la Chiesa contro la Russia o no?”. Gallo risponde: “Se ci paga... è stato sempre gratis”. Scherzano: “Pro bono per il Papa?”. Un lavoro che, sempre secondo quanto dicono, sarebbe stato concluso: “Gli ho ricostruito tutto, compresi gli asset, le proprietà, le banche e tutti i documenti originali che ci hanno chiesto, perché si vede che li devono sanzionare...”.
Il 13 giugno 2023 Enrico Pazzali, ordina ai suoi investigatori privati Samuele Calamucci e Carmine Gallo nell’agenzia Equalize di entrare nella banca dati Sdi del ministero dell’interno e scoprire se risulti indagato di qualcosa: in realtà lo fa perché da “un suo amico generale della GDF” ha avuto la soffiata che in Procura a Milano un pm, Paolo Storari, stia facendo indagini su 200 mila euro bonificatigli da Intesa Sanpaolo nel 2021. Calamucci chiede se si tratti di un generale di cui fa il nome (buon conoscente di Pazzali ma in realtà fuori Milano da 20 anni), Gallo evoca invece un altro alto ufficiale GDF di cui non fa il nome.
L’imprenditore Lorenzo Sbraccia (non indagato) si lamenta delle informazioni ricevute da Gallo e da Nunzio Calamucci. I tre, per come emerge dagli atti, stanno parlando di dati riservatissimi, le cosiddette Sos, segnalazioni di operazioni sospette. La Equalize ha riferito a Sbraccia che è stato segnalato. Lui ritiene che non sia vero. E per sostenerlo tira in ballo il comandante della GDF dell’epoca, Giuseppe Zafarana, oggi presidente dell’Eni. Gallo, dal canto suo, metterà sul tavolo il nome di un altro generale della GDF, Cosimo Di Gesù, in contatto, stando alle sue parole, con l’altro dominus della Equalize, Enrico Pazzali. Gallo ammette di aver collaborato con i Servizi segreti ''Pure con Mancini eravamo amici, anche perché è tutta gente che io ho conosciuto quando eravamo ai Servizi, tutti insieme eravamo, con Giuliano Tavaroli in Procura, con Mancini... Ovviamente gli ho fatto pure dei favori a lui, lui me ne ha fatti anche a me, parecchi eh”.
Prosegue intanto la ricerca dei vari hard-disk del gruppo intuiti nelle intercettazioni. Come l’“intero database della Sezione anticrimine Ros di Milano fino al congedo da quel reparto di Vincenzo De Marzio”, che questo ex carabiniere con parentesi nei servizi, ora titolare della Neis Agency, per il pm ha passato nel febbraio 2023 a Equalize srl, in aggiunta ai “52.811 risultati di interrogazioni Sdi fino al 2015 e ora nelle disponibilità del sodalizio”.
Addirittura Carmine Gallo ha “avuto contatti con l’utenza telefonica intestata ed in uso a Marcello Dell’Utri”. È quanto emerso agli albori dell’indagine sulla banda dei dossier, al vertice della quale c’era l’ex superpoliziotto e socio di Equalize. È quanto si legge in un maxi-informativa dei carabinieri di Varese che hanno svolto gli accertamenti confluiti sul tavolo del pubblico ministero Francesco De Tommasi e sono sfociati nei quattro arresti e nelle due interdittive firmate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano.
Sempre nell’informativa i carabinieri del Nucleo investigativo di Varese riportano che Gallo è stato condannato a fine 2019 dalla Corte d’Appello di Milano per rivelazione di segreto e favoreggiamento e poi ha ottenuto la “riabilitazione”. Era stato “coinvolto nell’indagine Testuggine della Dda di Venezia ed il Ros di Padova aveva accertato il suo coinvolgimento in torbide vicende”.
Di fronte ai magistrati le prime ammissioni: ''sì ho fatto gli accessi, ci scambiavamo favori. Era il mio ex capo e non sono riuscito a dire di no".
È il poliziotto Marco Malerba, colpito da interdittiva nell'inchiesta sui presunti dossieraggi illeciti su cui indaga la Dda di Milano, il primo ad ammettere, davanti al gip Fabrizio Filice, gli accessi abusivi fatti ai sistemi informatici per carpire informazioni riservate. Un reato che avrebbe commesso dato il suo legame con l'ex super poliziotto Carmine Gallo, ora ai domiciliari.
Uno spaccato tremendo del marciume delle ''forze dell'ordine'' e della capacità di servirsi di dati sensibili e protetti per finalità illecite, così da alimentare attraverso spionaggi, dossieraggi e ricatti la guerra per bande che attraversa e caratterizza il sistema economico e politico capitalistico.
13 novembre 2024