Dopo che per mesi le popolazioni sono state costrette al razionamento dell'acqua dalla siccità estrema
Catania e il Siracusano fragellate dalle piogge torrenziali
Ingenti danni con allagamenti e strade trasformate in torrenti
I miliardi del ponte sullo Stretto devono essere utilizzati per le criticità idrogeologiche in Sicilia e Calabria

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Catania e parte della provincia e il Siracusano il 13 novembre sono state sconvolte da una eccezionale e distruttiva ondata di maltempo. 500 millimetri di pioggia in 12 ore, esondano fiumi e scoppiano i torrenti cementificati. La protezione civile è stata messa a dura prova per soccorrere chi era in difficoltà. Le forti piogge hanno trasformato le strade in impetuosi fiumi che hanno trascinato diverse auto fin dentro il mare. Per fortuna non ci sono state vittime ma moltissimi sono i danni, ancora da quantificare.
A Catania disagi alla viabilità, allagata la zona industriale, strade che non hanno retto al deflusso delle acque per carenza di manutenzione, e di una rete di canale di gronda insufficiente. A Riposto, provincia di Catania, nella borgata Torre Archirafi "che sembrava Valenzia", le strade si sono trasformata in fiumi. Colpita anche Giarre, sempre in provincia di Catania, 400 mm di pioggia in 6 ore e 510 millimetri nelle ultime 12 ore anche qui molte le strade allagate, frane e disagi diffusi che hanno paralizzato le attività, come accaduto nel resto della Sicilia orientale, comprese Acireale e Linguaglossa.
Si è trattato di un evento eccezionale che ha paralizzato la rete autostradale e ferroviaria e con tante abitazioni allagate e danneggiamenti alle colture.
Con il codice rosso c'è stata l'ordinanza della chiusura quasi totale delle scuole. Da registrare che in due istituti catanesi il "V. Brancati" e il "L. Radice" è crollato il controsoffitto delle aule anche a causa della precarietà degli edifici che da tempo avrebbero avuto bisogno di manutenzioni straordinarie. Menomale che le aule erano vuote. La USB scuola denuncia che circa l’80% degli edifici scolastici in Sicilia non è a norma.
A peggiorare la situazione c'è il fatto che queste forti precipitazioni hanno trovato un terreno già saturo d'acqua delle precedenti piogge recenti sulla Sicilia orientale che è stata la più colpita dalla perturbazione: si stima che siano caduti almeno 700 millimetri di pioggia negli ultimi 5 giorni e 900 millimetri negli ultimi 7 giorni, (la media annuale e da 600-1000 millimetri). In una settimana è caduta la pioggia uguale a un intero anno.
Tutto questo anche per via delle alte temperature del Mediterraneo, a causa dei cambiamenti climatici che si manifestano con piogge torrenziali e siccità estrema; dobbiamo abituarci a questi eventi climatici, basta vedere il lago di Pergusa (Enna) prosciugato, dove il lago fa parte di una riserva naturale e si è ridotto drasticamente a causa di un mix letale di clima caldo, piogge scarse e soprattutto cattiva gestione da parte delle istituzioni locali e regionali. Gli ambientalisti denunciano la mancanza di pulizie dei canali che portano acqua nell'invaso. È a causa della siccità che si sono prosciugati il lago Pozzillo (Regalbuto), e il lago artificiale con la diga di Ancipa nell'Ennese, prosciugato in parte. Questo lago dava acqua a diversi paesi che sono stati costretti a razionare l'acqua a turni. Problemi mai risolti dai governi borghesi in carica di “centro-destra” e di "centro-sinistra" così le zone con problemi idrogeologici con rischio di frane, in molti centri abitati.
A tutte queste emergenze e precarietà della Sicilia e del Meridione, il governo neofascista della Meloni risponde con l'inutile ponte sullo Stretto di Messina che al popolo siciliano non serve, è dannoso e rischia di compromettere in modo irreversibile il già precario equilibrio idrogeologico delle zone dove andrà ad impattare. Questi questi miliardi devono invece essere spesi per le priorità della Sicilia e Calabria, anzitutto a livello idrogeologico.

20 novembre 2024