Operaio metalmeccanico schiacciato da un carrello a Lucca, tre giovanissimi operai morti nell'esplosione della fabbrica di fuochi artificiali a Ercolano
Stragi senza fine sul lavoro
Un altro operaio, ad Afragola (Napoli), è morto cadendo dal terzo piano di uno stabile in costruzione

Un vero e proprio bollettino giornaliero di guerra. Uno stillicidio continuo causato dallo sfruttamento capitalistico che, esattamente come 200 anni fa, sacrifica i lavoratori sull'altare del profitto. Una strage che fa ancora più rabbia in quanto la grande evoluzione tecnologica non ha cambiato niente. Non c'è intelligenza artificiale, digitale, robotica, che tenga, il capitalismo rimane fedele a sé stesso nonostante tutto: si basa sempre sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Purtroppo siamo ancora costretti a scrivere di operai morti sul lavoro, articoli che possono apparire ripetitivi, ma abbiamo il dovere, politico e giornalistico, di tenere alta l'attenzione su questi veri e propri omicidi che oramai sembrano passare alle cronache come la normalità. E quando ascoltiamo qualche intervento ipocrita del Presidente della Repubblica o del Consiglio sull'importanza della sicurezza sul lavoro, la nostra rabbia sale ancora di più perché i governi borghesi, e questo in particolare, non fanno niente o addirittura agiscono in senso contrario.
Come detto le morti si accavallano di giorno in giorno. Samuel Tafciu e Sara e Aurora Esposito sono i tre giovanissimi lavoratori morti lunedì 18 novembre nello scoppio di una fabbrica di fuochi artificiali abusiva a Ercolano in provincia di Napoli: era il loro primo giorno di lavoro.
Martedì 12 novembre è deceduto in una cartiera di San Pietro a Vico (in provincia di Lucca) Luca Cavati, di 69 anni. L'operaio sarebbe stato investito da un carrello elevatore che procedeva forse in retromarcia, e nonostante il rapido intervento dei soccorsi, non c'è stato niente da fare. Adesso sono in corso le indagini per stabilire le esatte dinamiche, ma di questa morte rimane il fatto emblematico che un uomo di quasi 70 anni lavorava ancora in cartiera perché non aveva i contributi per andare in pensione. E colpisce anche l'ipocrisia di partiti e istituzioni che rimangono “stupiti per l'età dell'operaio” come se nessuno conoscesse le nefaste conseguenze causate dalla Fornero e dalle precedenti controriforme pensionistiche.
Il giorno prima ad Afragola, nell’area metropolitana di Napoli: un operaio 43enne, Francesco Romano, è deceduto cadendo da un’impalcatura. Stando alle prime informazioni, sarebbe precipitato dal terzo piano, da un altezza di oltre 10 metri di uno stabile in costruzione. Inutili i tentativi di soccorrere l'uomo e provare a salvargli la vita. I soccorsi non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. L'ennesima vittima sui cantieri edili, simile a quella che è avvenuta a Pozzuolo Martesana, vicino Milano, dove ha perso la vita Federico Gerardo Rocabado, operaio argentino di 54 anni. L’operaio, addetto di una ditta esterna, lavorava sul tetto di un capannone per la posa di materiale isolante. Poi il cedimento della copertura, la rovinosa caduta, il volo di dieci metri in una tromba delle scale, la morte. Inutile l’intervento immediato dei colleghi e degli operai presenti, inutile l’intervento dei soccorritori. L’operaio stava lavorando, a quanto risulta, su una porzione di tetto vicina a un lucernario e non indossava imbragatura. Un altro incidente mortale sul lavoro è avvenuto il 12 novembre nelle campagne di Colobraro ( Matera), dove un uomo di 69 anni ha perso la vita mentre stava arando i campi. Era alla guida di un trattore, ha perso il controllo del mezzo e si sarebbe ribaltato per poi finire in un dirupo profondo circa 20 metri. L’agricoltore è morto sul colpo. Il 15 novembre è morto in ospedale, dopo giorni passati a lottare per la vita, Gennaro Bruno. L’operaio, 60 anni, era rimasto gravemente ferito il 6 novembre, in seguito a un incidente nel quale era rimasto incastrato in un macchinario, a Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno.
Altra morte sul luogo di lavoro il 13 novembre a Pachino. Secondo una prima ricostruzione, a perdere la vita è stato un 27enne della stessa cittadina in provincia di Siracusa, rimasto schiacciato da un mezzo meccanico mentre era impegnato in alcuni lavori in un appezzamento di terreno. Potrebbero esserci stati anche altre morti, non è così semplice trovare le notizie di questo tipo sui media, di solito sono relegate nelle cronache locali. I numeri sono comunque terrificanti: durante il 2024 sono già morti sul posto di lavoro (quindi senza considerare quelle avvenute in itinere) 700 lavoratrici e lavoratori.
 

20 novembre 2024