Rapporto Caritas 2024
Un italiano su dieci è povero assoluto
Il 12% della popolazione del Sud è povero. È povero il 16,5% degli operai. Un milione di famiglie vive in abitazioni fatiscenti
Lo scorso 12 novembre la Caritas italiana ha presentato a Roma il suo Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia 2024 intitolato 'Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza', un documento di 196 nel quale la più importante organizzazione assistenziale italiana traccia un drammatico resoconto sulla situazione della povertà in Italia.
La Caritas italiana, che coordina le 220 Caritas diocesane, le quali a loro volta coordinano migliaia di Centri d'Ascolto, di Osservatori delle povertà e delle risorse, di Caritas parrocchiali e di Centri di accoglienza, rappresenta sicuramente, soprattutto per la sua esperienza pratica sul campo, la fonte più autorevole del Paese per comprendere il fenomeno della povertà in Italia.
Dal rapporto emerge che 5,7 milioni di persone, circa il 9,7% della popolazione che vive in Italia, vive in condizioni di povertà assoluta, ossia vive in modo tale da non potersi permettere le spese minime per condurre una vita accettabile. Lo stesso rapporto evidenzia che nel 2005 la povertà assoluta colpiva soltanto il 3,3% della popolazione, per cui in 19 anni il numero dei poveri assoluti é triplicato.
La povertà assoluta è calcolata dall’Istat e descrive la situazione di quelle persone o famiglie che non hanno la capacità economica per far fronte a una spesa mensile minima per l’acquisto di beni e servizi, il cui consumo è ritenuto essenziale per vivere in condizioni dignitose nel contesto italiano in base a un cosiddetto 'paniere' aggiornato di anno in anno, che comprende spese per la casa, spese per la salute e spese per il vestiario: l’Istat classifica come assolutamente povere quelle persone o famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a una determinata soglia, definita in base alla regione e alla tipologia del comune di residenza, alla numerosità della famiglia e ad altri fattori come l’età dei componenti.
Secondo i dati della Caritas le famiglie in povertà assoluta che vivono in Italia sono 2,2 milioni, l’8,5% del totale delle famiglie, con 1,3 milioni di minorenni che vivono in queste famiglie e quindi anche essi in uno stato di povertà assoluta. Il rapporto segnala che sono dati in crescita, se si considera che, nell’arco dell’ultimo decennio, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è salita dal 6,2 all’8,5% e quella individuale dal 6,9 al 9,8%, con una particolare accelerazione data, a partire dal 2020, dalla pandemia e, a partire dal 2022, dall'inflazione conseguente alla guerra in Ucraina. L’aumento della povertà assoluta ha colpito principalmente la popolazione in età lavorativa e, in seno ad essa, soprattutto i lavoratori dipendenti e, di conseguenza, i figli di questi ultimi. L’incidenza della povertà assoluta tra i minori è pari al 13,8 per cento rispetto al totale di minori in Italia, con 1milione e 295mila bambini poveri: in povero assoluto su quattro in Italia è minorenne.
Da un punto di vista geografico, la maggior incidenza della povertà assoluta è nel sud, con il 12% delle famiglie, ma anche nel più ricco nord esse costituiscono l'8,9%. Nel 2015, sempre secondo i dati dell'Istat ripresi dalla Caritas, le famiglie meridionali in povertà assoluta erano il 9,6% mentre quelle settentrionali il 4,2%, con un aumento di circa un terzo nel sud e di oltre la metà al nord.
Tra chi vive in condizioni di povertà ci sono anche i lavoratori: l’8% delle persone che comunque hanno un’occupazione vivono comunque in condizioni di povertà assoluta. Nel 2014 il tasso degli occupati in povertà assoluta era pari al 5,5%. La causa individuata dalla Caritas è l'aumento di lavoro povero, di quello intermittente e dei contratti di lavoro atipici, in tutti e tre i casi con salari bassi.
Drammatica è, secondo i dati della Caritas, la condizione della classe operaia, il cui 16,5% soffre di povertà relativa. L’Istat definisce relativamente povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi uguale o inferiore alla spesa media per consumi pro capite in Italia, con coefficienti correttivi per il numero di famigliari superiori a due.
Riguardo ai salari bassi la Caritas ha calcolato che nei dieci anni che vanno dal 2013 al 2023 in Italia c’è stato un incremento del 16% delle retribuzioni lorde mentre in Europa si arriva al 30%
Le stime della Caritas indicano che nel 2023 c'erano in tutta l'Italia almeno 34.000 persone senza dimora e anche per coloro che una casa ce l'hanno ci sono gravi problemi: infatti la Caritas ritiene che la questione della povertà assoluta sia strettamente correlata la questione del problema abitativo in Italia. Lo testimonia il fatto che il 78% degli sfratti in Italia è provocato dalla morosità dovuta, a sua volta, a estreme difficoltà economiche degli inquilini, mentre circa un milione di famiglie vive – soprattutto nelle case popolari, nelle quali ricadono i disservizi provocati dagli enti che le gestiscono - in condizioni fatiscenti dovute al sovraffollamento e ad abitazioni poco luminose e senza servizi, come ad esempio l’acqua corrente in bagno. Ma anche chi è proprietario di casa non gioisce: sono in tanti, infatti, i proprietari che si rivolgono alla Caritas in quanto non riescono a pagare le rate condominiali o non sono assolutamente in grado di far fronte a lavori straordinari.
20 novembre 2024