Rapporto del Comitato speciale delle Nazioni Unite sulle pratiche israeliane nei Territori occupati
“La guerra di Israele a Gaza è coerente con le caratteristiche del genocidio”
“Israele provoca intenzionalmente morte, fame e lesioni gravi: usa la fame come metodo di guerra e infligge punizioni collettive alla popolazione palestinese”
 
“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”, ha scritto il Papa nel suo nuovo libro che uscirà per il Giubileo ed è stato anticipato da La Stampa del 17 novembre. Bene, anche se non c'è niente da “indagare”, è oramai palese il genocido palestinese a Gaza su cui già indaga dall'inizio dell'anno la Corte dell'Aja, pur senza ancora aver prodotto risultati. Il genocidio palestinese è documentato dalla cronaca quotidiana di stragi di donne e bambini, dalla lunga serie di denunce delle organizzazioni umanitarie che operano sul campo. L'ultima è del Comitato speciale delle Nazioni Unite sulle pratiche israeliane nei Territori occupati il cui rapporto presentato ufficialmente il 18 novembre all'Assemblea generale dell'Onu contiene un giudizio chiarissimo: la guerra di Israele a Gaza è coerente con le caratteristiche del genocidio. Quel genocidio che i nazisionisti, e i loro complici imperialisti, negano accusando strumentalmente il resto del mondo, Onu compreso, di antisemitismo nel tentativo di farsi passare come vittime e non carnefici.
Il Comitato Speciale delle Nazioni Unite per indagare sulle pratiche israeliane che hanno conseguenze sui diritti umani del popolo palestinese e degli altri arabi dei Territori occupati, composto dai delegati di tre Stati membri, Malesia, Senegal e Sri Lanka, fu istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1968 per esaminare la situazione nel Golan siriano occupato, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza. Per l'ultimo rapporto il comitato, presieduto dal rappresentante dello Sri Lanka, ha esaminato il periodo che va dall'ottobre 2023 al luglio 2024, con una attenzione particolare sull’impatto catastrofico dell’attuale guerra a Gaza sui diritti dei palestinesi.
Dal resoconto diffuso anticipatamente dall'Onu lo scorso 14 novembre si evidenzia che la guerra di Israele a Gaza è coerente con le caratteristiche del genocidio, con vittime civili di massa e condizioni imposte intenzionalmente ai palestinesi: “Dall’inizio della guerra, i funzionari israeliani hanno sostenuto pubblicamente le politiche che privano i palestinesi delle necessità necessarie per sostenere la vita, cibo, acqua e carburante (…) Queste dichiarazioni, insieme all’interferenza sistematica e illegale degli aiuti umanitari, rendono chiaro l’intento di Israele di strumentalizzare le forniture salvavita per guadagni politici e militari”.
“Attraverso il suo assedio su Gaza, l’ostruzione degli aiuti umanitari, insieme agli attacchi mirati e all’uccisione di civili e operatori umanitari, nonostante i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e lesioni gravi, usando la fame come metodo di guerra e infliggendo punizioni collettive alla popolazione palestinese”, ha denunciato il rapporto del Comitato. Che ha documentato come l’estesa campagna di bombardamenti di Israele a Gaza abbia decimato i servizi essenziali e scatenato una catastrofe ambientale che avrà un impatto duraturo sulla salute. All’inizio del 2024, oltre 25.000 tonnellate di esplosivi, equivalenti a due bombe nucleari, erano state sganciate su Gaza causando una massiccia distruzione e il crollo dei sistemi idrici e igienico-sanitari, devastazione agricola e inquinamento tossico: “Distruggendo l’acqua vitale, i servizi igienico-sanitari e i sistemi alimentari e contaminando l’ambiente, Israele ha creato un mix letale di crisi che infliggeranno gravi danni alle generazioni future”.
Il rapporto solleva tra le altre una serie di preoccupazioni sull’uso da parte di Israele di sistemi militari di selezione dei bersagli potenziati dall’IA nel dirigere le sue operazioni militari e l’impatto che ha avuto sui civili, particolarmente evidente nel numero schiacciante di donne e bambini tra le vittime: “L’uso da parte dell’esercito israeliano di sistemi di puntamento potenziati dall’intelligenza artificiale, con una minima supervisione umana, combinato all’uso di bombe ad alto potenziale, è un chiaro segnale del mancato rispetto da parte d’Israele dell’obbligo di distinguere tra combattenti e civili, e di adottare misure di protezione adeguate per questi ultimi”. Il rapporto esprime preoccupazione anche per le notizie di nuove direttive che abbassano i criteri di selezione dei bersagli umani, permettendo all’esercito di usare l’intelligenza artificiale “per generare rapidamente decine di migliaia di bersagli, nonché per seguirli fino alle loro case, anche di notte, quando sono riuniti ai loro familiari”. Un criminale uso delle nuove tecnologie potenziate dalla IA che l'industria bellica sionista sperimenta sul campo contro la popolazione palestinese e può rivendere con profitto sul mercato delle armi.
Il rapporto denuncia anche che tra la devastazione a Gaza, l’escalation della censura dei media di Israele, la soppressione del dissenso e il preordinato assassinio dei giornalisti sul campo sono sforzi deliberati per bloccare l’accesso globale alle informazioni e che le società che getiscono i social media abbiano rimosso in modo sproporzionato “contenuti pro-palestinesi” rispetto ai post che incitano alla violenza contro i palestinesi. Via libera di fatto alla propaganda a favore dei nazisionisti.
Il rapporto condanna la campagna diffamatoria in corso e altri attacchi contro l'UNRWA e le Nazioni Unite in generale da parte dei sionisti: “Questo silenziamento deliberato dei rapporti, combinato con disinformazione e attacchi agli operatori umanitari, è una chiara strategia per minare il lavoro vitale delle Nazioni Unite, colpire l’ancora di salvezza degli aiuti che ancora raggiungono Gaza e smantellare l’ordinamento giuridico internazionale”. Perciò il Comitato invita tutti gli Stati membri a rispettare i loro obblighi giuridici di prevenire e fermare le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e di ritenerlo responsabile di queste violazioni. “È responsabilità collettiva di ogni Stato smettere di sostenere l’assalto a Gaza e il sistema di apartheid nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est”, precisava il Comitato con una chiara indicazione verso i governi imperialisti complici dei nazisionisti che continuano vergognosamente a voltare la faccia dall'altra parte e ignorano il cimitero di Gaza. “Sostenere il diritto internazionale e garantire la responsabilità per le violazioni spetta direttamente agli Stati membri. Un fallimento nel farlo indebolisce il nucleo stesso del sistema legale internazionale e crea un precedente pericoloso, consentendo alle atrocità di continuare incontrollate”, conclude il rapporto registrando che il comportamento dei nazisionisti ha messo in evidenza che di fatto è saltato il sistema legale internazionale costruito dai paesi che avevano sconfitto nazismo e fascismo.
La replica dei nazisionisti può essere quella dello stesso pomeriggio del 18 novembre quando mandano i caccia a colpire il quartiere di Zukak l-Blat, in pieno centro a Beirut, a due passi dal parlamento libanese e a pochissima distanza dalla sede dell’Onu e di numerose ambasciate, con un bilancio di almeno cinque morti e 24 feriti, altre vittime sono sotto le macerie delle case. Il terzo attacco in poche ore nel centro di Beirut mentre a Dahieh, la periferia sud della capitale libanese, nell’ultima settimana è stata bombardata almeno dieci volte al giorno. I nazisionisti non si fermano a Gaza, replicano intanto in Libano e guardano alla Siria.

20 novembre 2024