Contro il governo Meloni e per la Palestina libera
Combattivi cortei studenteschi in 40 città
Manganellate mussoliniane e meloniane a Torino. Un cartello: Potere studentesco
A Napoli il PMLI chiede il ritiro del provvedimento fascista e il neo Comitato "Linea di massa" dell'Università Federico ll rivendica il governo delle studentesse e degli studenti dell'Università

In occasione del “No Meloni Day” indetto dalla Rete degli Studenti Medi e Unione degli Studenti Universitari, oltre 20 mila studenti e studentesse sono scesi in piazza il 15 novembre in oltre 40 città per protestare contro il governo neofascista Meloni, i pesanti tagli alla scuola e Università, il fascistissimo decreto sicurezza, la controriforma del ministro fascioleghista all'Istruzione Valditara e il genocidio del popolo palestinese da parte del criminale di guerra Netanyhau.
A Torino un partecipato e combattivo corteo, a cui hanno preso parte anche attivisti del centro sociale Askatasuna e del Movimento No Tav, organizzato da Cambiare Rotta è sfilato da Piazza XVIII Dicembre fino a Palazzo Nuovo sede delle facoltà umanistiche dietro lo striscione “Le scuole sanno da che parte stare, contro il governo e genocidio”.
Di fronte all’Ufficio scolastico regionale gli studenti, al grido di “Vogliamo potere”, “Liberiamo il Paese” hanno dato fuoco a un fantoccio raffigurante il ministro fascioleghista dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Mentre altri ragazzi mostrano un cartello con su scritto “Potere studentesco” mentre poco più avanti altri studenti con le mani macchiate di vernice rossa spiegano che: “Sono mani rosse del sangue dell'Alternaza scuola lavoro e PCTO, di invio di armi nel mondo, di complicità col genocidio in Palestina. Di quel sangue siete responsabili, non vittime, le querelle montate ad arte tenetevele per voi: gli studenti non vi credono più”.
Tanti altri manifestanti sono sfilati con cartelli raffiguranti le immagini di Meloni, Salvini, Tajani, Piantedosi, Crosetto e anche della segretaria del PD Elly Schlein imbrattate da mani ricoperte di vernice rossa e la scritta: “Complici del genocidio” a simboleggiare il sangue del popolo palestinese massacrato dall'esercito del boia sionista Netanyahu.
Lungo il corteo i manifestanti al grido di “Free free Palestine” e “Boycott Israel” hanno inscenato azioni di protesta anche contro le multinazionali del fast food Mc Donalds e Burger King che provocatoriamente sostengono Israele. Gli ingressi e le vetrine dei negozi sono stati imbrattati con scritte antisioniste, contro la guerra e il genocidio del popolo palestinese fra cui: “Non comprate qui sono sionisti”, “Burger King finanzia l’esercito israeliano”.
In piazza Castello, per impedire che il corteo raggiungesse la prefettura, la polizia in assetto antisommossa ha cominciato a manganellare i manifestanti. Le cariche sono poi proseguite anche davanti alla sede Rai di via Verdi.
Sfidando le manganellate mussoliniane e meloniane una parte del corteo è riuscita per qualche minuto a occupare la sede del Museo del Cinema allestito presso la Mole Antonelliana. Diversi manifestanti sono saliti sulla balconata al primo piano e hanno strappato dai pennoni le bandiere dell'Unione Europea, dell'Italia e del Comune di Torino sostituendole col vessillo palestinese al grido di “Free Gaza”, “Intifada fino alla vittoria!” e “Palestina libera!”. (Vedi articolo pubblicato a parte ndr).
A Roma Alcune migliaia di manifestanti sono sfilati insieme allo spezzone dei Collettivi studenteschi da Piazzale Ostiense fino Viale Trastevere sotto la sede del Ministero dell’Istruzione e del “Merito” ribattezzato per l'occasione “ministero della guerra” con una grande scritta di vernice bianca vergata sull'asfalto da alcuni manifestanti.
In testa al corteo lo striscione con la scritta: “Contro un governo di fascisti e sionisti”. A seguire tanti altri striscioni: “Vi disprezziamo”, e slogan contro Valditara, la ministra dell'Università, Anna Maria Bernini, l’alternanza scuola lavoro, i tagli in manovra, il DL sicurezza e la guerra in Palestina. Anche qui come in altre città molti manifestanti sono sfilati con dei cartelli con i volti della premier neofascista Meloni e dei ministri Valditara e Bernini ricoperti di vernice rossa a simboleggiare “le mani sporche di sangue per il genocidio del popolo palestinese”.
Lo spezzone degli universitari organizzato da Cambiare Rotta è sfilato con un somaro di cartapesta a grandezza naturale, con appeso al collo la scritta "Ministra Bernini".
Alla fine di Ponte Sublicio alcuni manifestanti si sono ammanettati davanti al cordone di poliziotti del reparto mobile in tenuta antisommossa e hanno appeso al collo alcuni cartelli con su scritto: “arrestateci/e tutti/e” , “stop repressione subito” e “no ddl 1660”.
Al termine del corteo alcune delle tantissime bandiere palestinesi sventolate lungo il tragitto dai manifestanti sono state affisse e issate sui muri del ministero.
“Abbiamo ancora una volta chiesto un confronto al ministro Valditara ma ci è stato rifiutato” ha denuncia al termine della manifestazione Tommaso Marinelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti. “Non ci stupisce in quanto è perfettamente in linea con la disintermediazione e la repressione imposta da Valditara negli ultimi due anni”.
“Abbiamo chiesto un'interlocuzione e ci hanno fatto attendere oltre un'ora senza dare risposta. Ora stiamo protocollando una richiesta per fissare un tavolo nelle prossime settimane”, ha aggiunto Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi.
A Milano centinaia di studenti sono sfilati in corteo fino a Via Turati, a pochi passi dal Consolato degli Stati Uniti, dove hanno dato vita a un flash mob esponendo una grossa bandiera della Palestina e imbrattando l'asfalto con vernice rossa. Alcuni manifestanti hanno imbracciato fucili di cartone e si sono travestiti con maschere di Donald Trump, Putin, Netanyahu, Elon Musk, Giorgia Meloni e altri esponenti politici internazionali responsabili del genocidio del popolo palestinese.
“La polizia - hanno detto, riferendosi agli agenti in tenuta antisommossa schierati per impedire loro di raggiungere il Consolato - difende gli uffici di chi è complice del genocidio in Palestina. Come è possibile che la democrazia ce la voglia insegnare uno Stato costruito su terre rubate dal colonialismo? Un Paese che ha bombardato mezzo mondo, un Paese costruito dagli schiavi”.
Davanti alla sede di Assolombarda gli studenti hanno inscenato un altro flash mob “contro l'alternanza scuola lavoro” esponendo uno striscione con scritto “Avete le mani sporche di sangue, l'alternanza uccide” e mostrando i palmi delle mani imbrattati di vernice rossa per denunciare che: “La scuola sta perdendo la sua funzione originaria, quella formativa”.
Il corteo è poi proseguito verso Corso Di Porta Vittoria e Via Visconti di Modrone. Lungo il tragitto alcuni studenti si sono alternati al megafono per rilanciare le proprie rivendicazioni e per solidarizzare con i “lavoratori della scuola che vengono sospesi per aver criticato Valditara”. Primo fra tutti il professore romano di storia e filosofia Christian Raimo sospeso dal servizio per aver osato criticare sui social la politica scolastica capitalista, neofascista, classista, meritocratica, aziendalista, autonomista e punitiva del ministro fascioleghista dell'Istruzione e del “Merito” Giuseppe Valditara.
Noi, hanno aggiunto gli studenti: “Non abbiamo paura che continuino a sospendere i professori. Noi continueremo a rivendicare la libertà del pensiero libero e la possibilità di esercitare il pensiero critico”.
A Napoli sono scesi in piazza oltre 2 mila studenti, con una presenza significativa anche di docenti, genitori e lavoratori solidali tutti uniti contro il governo, la guerra e in appoggio alle rivendicazioni del movimento studentesco. Davanti al Maschio Angioino i manifestanti, partiti da Piazza Garibaldi, hanno esposto un grande striscione con su scritto “Soldi alla scuola e non alla guerra”.
Al corteo ha preso parte anche il Comitato studentesco “Linea di Massa” di Filosofia, Lettere e Storia dell'Università Federico II, al suo esordio in una manifestazione di massa, che ha rilanciato la parola d’ordine “Università pubblica, gratuita e governata dagli studenti e dalle studentesse” tramite un volantino andato letteralmente a ruba nonostante fosse stato stampato in centinaia di copie.
Presenti in maniera qualificata anche i compagni della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI che hanno distribuito centinaia di volantini, andayi a ruba, contro il disegno di legge 1660 chiedendone il ritiro immediato. (Vedi articolo di cronaca pubblicato a parte ndr).
A Bologna un partecipato e combattivo corteo composto da studenti medi e universitari è partito da Piazza Verdi e si è concluso in Piazza San Francesco dove i manifestanti hanno bruciato il testo della legge della controriforma scolastica imposta da Valditara. Lungo il percorso tanti slogan contro il ministro fascioleghista, la premier Meloni e anche contro il ministro degli Interni Piantedosi in relazione alle manganellate della polizia alla manifestazione antifascista del 9 novembre scorso contro il corteo di Casapound e Rete dei patrioti.
Nel capoluogo emiliano la mobilitazione studentesca ha messo nel mirino anche la crisi della sanità, la violenza di genere e l'edilizia scolastica. Il corteo ha fatto tappa davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale dove, al grido di “Gli studenti sanno da che parte stare”, i manifestanti hanno lasciato alcuni scatoloni con scritte contro l'alternanza scuola-lavoro e in ricordo degli studenti rimasti vittime durante gli stage in azienda.
A Genova la manifestazione è stata organizzata dai collettivi Osa e Cambiare Rotta. In piazza anche le due studentesse che si erano incatenate nell'atrio dell'Università della città per chiedere all'ateneo di aprire un centro antiviolenza.
Alla testa del corteo partito da Piazza Corvetto e concluso in Piazza De Ferrari i due striscioni di apertuta: “No Meloni Day - contro guerra, repressione e sfruttamento” e “No Ddl 1660”. A seguire tante bandiere della Palestina, cori e slogan contro il sionismo e per la pace fra cui: “Basta soldi per la guerra: finanziate l'istruzione”.
Il corteo ha fatto tappa davanti alla sede di Confindustria Genova dove alcuni studenti hanno inscenato un flash mob con le foto di Meloni, dei ministri Salvini e Valditara e dell'ex premier Matteo Renzi imbrattate con vernice rossa a simboleggiare il sangue degli studenti morti e feriti durante l'alternanza scuola lavoro.
A Cagliari centinaia di studenti degli istituti superiori sono sfilati in corteo fino alla sede della Regione Sardegna. Tanti slogan e cartelli “Contro guerra e repressione fermiamo il governo”, “no alla deriva aziendalista della scuola” e “vogliamo potere”. La manifestazione è stata organizzata dall'Unione degli Studenti, Link - Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza con il sostegno di associazioni pacifiste e antimilitariste.
In centinaia hanno manifestato anche a Perugia dove gli studenti hanno fra l'altro denunciato che “La Regione Umbria non ci ha mai ascoltato. I costi per una famiglia sono sempre più alti, basti pensare alle spese da sostenere per un abbonamento scolastico “per il trasporto”, che superano a volte i 300 euro”.
Altri cortei, manifestazioni e presidi di protesta si sono svolti a Pisa dove l'11 novembre si è svolta una partecipatissima assemblea all’ateneo cittadino con oltre 500 tra studenti e precari presenti e il 15 hanno sfilato in duemila per le strade della città; ad Ancona dove si è svolto un sit-in con centinaia di studenti uniti dietro lo striscione “Costruiamo l’opposizione, liberiamo il paese, rovesciamo il governo”. E poi ancora a L'Aquila , Chieti , Lanciano , Pescara , Teramo , Potenza , Salerno , Avellino , Caserta , Firenze, Udine , La Spezia , Imperia , Bergamo , Busto Arsizio , Lecco , Bari , Taranto , Foggia , Agrigento , Terni e Padova .

20 novembre 2024