In Umbria vince e avanza l’astensionismo
Eletta governatrice la “cattolico-conservatrice” del “centro-sinistra” Proietti
Per un vero cambiamento ci vuole il socialismo
Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
Grande importanza è stata attribuita alle elezioni regionali 2024 in Umbria sia dal “centro-sinistra” sia dal “centro-destra”, con un braccio di ferro per conquistare più poltrone e scranni delle istituzioni borghesi regionali.
In questa battaglia, il vero vincitore è l'astensionismo che avanza nella forma di diserzione, voto nullo o scheda bianca. Su un corpo elettorale di 701.367 unità, 344.610 si sono astenuti facendo balzare l'astensionismo rispetto alle regionali del 2019 del 12,1%, addirittura del 14,1% rispetto alle politiche del 2022. I capoluoghi di provincia registrano un'impennata nella diserzione rispetto alle regionali del 2019, a Perugia 12,0% in più, a Terni addirittura il 13,6%. Il notevole calo di affluenza alle urne è stato evidenziato anche dalla stampa borghese, in particolare in diverse realtà del Lago Trasimeno, del Ternano, della Valnerina e del nord dell'Umbria come a Città di Castello, Citerna e San Giustino.
I candidati che si sono presentati per la poltrona di Palazzo Donini erano: Donatella Tesei sostenuta da (FdI, FI, Lega, Noi Moderati, Unione dei Democratici Cristiani, lista civica Tesei Presidente e Alternativa popolare), Stefania Proietti sostenuta da (PD, M5S, AVS, liste civiche Umbria Futura, Umbria Domani-Proietti Presidente, Civici Umbri e Umbria per la Sanità Pubblica e la Pace), Moreno Pasquinelli-Fronte del Dissenso, Marco Rizzo-Democrazia Sovrana Popolare e Alternativa Riformista per Marco Rizzo, Fabrizio Pignalberi-Quinto Polo per l'Italia e Più Italia Sovrana, Martina Leonardi-Potere al Popolo e PCI (Insieme per un'Umbria Resistente), Elia Francesco Fiorini-Alternativa per l'Umbria, Giuseppe Tritto-Umani Insieme Liberi ed infine, Giuseppe Paolone-Forza del popolo. Roberto Fiore per Forza Nuova e Francesco Miroballo per Umbria Autonoma non hanno depositato entro la scadenza dei termini la loro lista rimanendo così esclusi dalla corsa elettorale.
Cogliamo l'occasione per denunciare che Forza Nuova, gruppo neofascista, ha comunque annunciato la volontà di aprire delle sezioni in Valnerina, Terni e Perugia e ci auguriamo che questo non venga permesso, poiché è uno sfregio ai valori della Resistenza. Se ciò accadesse occorrerà una ferma e attiva mobilitazione di piazza affinché chiudano.
Braccio di ferro per conquistare i governi regionali
È stata una campagna elettorale densa nei proclami in quanto sia per la “sinistra” che per la destra del regime borghese era troppo importante vincere in questa regione. Tutti i “big” delle maggiori coalizioni borghesi si sono presentanti a fianco dei loro candidati per il rush finale soprattutto per conquistare Terni, città di tradizione operaia, sede dell’acciaieria Ast, governata dal neopodestà, plurinquisito “ducetto” Stefano Bandecchi (che ha sostenuto Donatella Tesei) che per le elezioni ha affermato di non elemosinare i voti ma “al massimo li compro o li prendo di prepotenza”, affermazione che gli è valsa un esposto in procura.
Anche se con il “mal di pancia” a livello nazionale per un “campo largo” che di fatto non esiste più, tra “prime donne” e voglia di supremazia, dimenticando completamente gli interessi e i diritti delle masse operaie e popolari, la presidente del PD Elly Schlein e l'eurodeputato Stefano Bonaccini, Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (AVS) al grido di “unità, unità” si sono ritrovati a Terni per sponsorizzare e sostenere Stefania Proietti.
A Perugia invece, si è conclusa la campagna di Donatella Tesei alla presenza della ducessa Giorgia Meloni e dei neofascisti Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (FI). Un'immagine di unione, bontà e fraternità che in realtà nasconde scheletri nell'armadio partendo proprio dalla Tesei inquisita per abuso d'ufficio (poi archiviato per l'abolizione del reato di abuso d'ufficio, legge a firma del ministro della Giustizia Nordio e ratificata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella) per i fondi regionali del Piano di sviluppo rurale stanziati all'azienda di tartufi umbra Urbani dove lavora il figlio e di proprietà del marito dell'assessore al bilancio Paola Urbani Agabiti. Quest'ultima, come riportato da Il Fatto quotidiano,
riferendosi alla Tesei, nel maggio 2024, ha dichiarato durante una cena di FdI alla sorella della ducessa, Arianna Meloni, che “Tesei è un disastro, i rapporti con la Lega sono pessimi, rischiamo di perdere le regionali”.
È stata eletta governatrice dell'Umbria la candidata cattolica e conservatrice del “centro-sinistra”, sostenuta anche da singoli esponenti renziani e anche di Rifondazione comunista, Stefania Proietti (ex sindaca di Assisi) con il 51,1% dei voti validi ma appena il 26% del corpo elettorale. Era sostenuta dal mondo francescano molto presente nella regione, un mondo al quale è legata soprattutto nella città di Assisi della quale è stata neopodestà dal 2016, così come il top-manager del cachemire Brunello Cucinelli che ha invitato i suoi collaboratori a sostenere Proietti, complimentandosi però anche con la Meloni che ritiene un “orgoglio italiano”.
Questo “scapicollarsi” per conquistare la presidenza regionale è vomitevole soprattutto di fronte alla situazione economica e sociale dell'Umbria che vede anche realtà importanti come l'Acciaieria Ast di Terni (da sola vale il 18% del Pil e impiega 2.400 lavoratori oltre ai 1500 dell'indotto) senza un vero piano industriale, con una produzione a singhiozzo che pesa sui lavoratori che non vedono un concreto e attivo interesse, tanto che dal 12 novembre sono in stato di agitazione con il fermo della produzione. L'Ast di Terni va nazionalizzata. Una situazione di crisi profonda che tocca anche il comparto auto e che pesa sulle aziende umbre con un aumento esponenziale delle ore di cassa integrazione.
Confindustria attraverso il suo presidente regionale Vincenzo Briziarelli ha dettato la loro agenda e le loro priorità al futuro vincitore delle regionali, investire sui giovani, piano industriale strategico di territorio, puntare sul manifatturiero più che sul turismo avere “il coraggio di fare scelte impopolari, senza essere preda di ideologie”.
I partiti del “centro-sinistra”, del cosìddetto “campo largo”, battono la destra del regime borghese, ma basta leggere i risultati per capire che la tanto pubblicizzata vittoria è solamente apparente. Il vero vincitore è il “partito” dell'astensionismo, se poi analizziamo i voti, il PD che è il partito andato meglio del “campo largo” in realtà guadagna solamente lo 0,5% rispetto al 2019, recuperato sicuramente dal M5S, che ad ogni elezione ha un'emorragia del 2,2%, probabilmente intercettati in parte dalle liste sempre a sostegno di Proietti come Umbria per la sanità pubblica, Umbria futura e Civici umbri, AVS guadagna un misero 0,2%.
Per la coalizione a sostegno di Tesei, il dato più rilevante è la perdita vertiginosa dei voti della Lega rispetto alle scorse regionali segna un -18,4%, guadagnati probabilmente da FdI 2,7%, FI 1,1% e dalle liste civiche a sostegno della candidata, ma una parte dell'elettorato del “centro-destra” ha scelto l'astensione, evidentemente i 5 anni di governo a firma Lega, non hanno soddisfatto le aspettative e le promesse fatte nel 2019.
Rileviamo che rimangono fuori dal palazzo regionale le coalizioni sotto la soglia del 2,5% e in particolare quelle a favore del rossobruno Marco Rizzo, 3.079 voti, che vuole continuare la sua attività in regione per recuperare al voto gli astensionisti, Moreno Pasquinelli, 896 voti, Potere al popolo e PCI per Martina Leonardi, 1.556 voti.
La nuova governatrice, acclamata da tutti i leader nazionali e non solo del “centro-sinistra” accorsi a festeggiarla ha esordito “Evviva la nostra Umbria tornata in mano agli umbri, evviva la nostra Costituzione”, ha perfino ringraziato pubblicamente anche la ducessa Meloni per i complimenti che le ha fatto e la stessa Tesei. Vedremo cosa verrà realizzato delle promesse elettorali della nuova governatrice e del “centro-sinistra”, partendo proprio dalla bandiera della sanità che loro stessi hanno portato alla privatizzazione con i loro governi nazionali e regionali.
Per un vero cambiamento ci vuole il socialismo
La vittoria del “centro-sinistra” non è certamente la vittoria della classe operaia e delle masse popolari umbre che in esse non si possono sentire rappresentate e tutelate nei loro diritti in quanto marce e corrotte. La nostra proposta strategica è di creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, poiché il fine ultimo è la sua conquista.
Indipendentemente dai risultati elettorali, solo la lotta per il socialismo rimane l'unica autentica alternativa al capitalismo marcio e corrotto che è rappresentato dalle sue istituzioni e nessun voto potrà mai trasformare la loro essenza di classe del potere borghese, creato per servire appunto la borghesia e il capitalismo. Come ha affermato il Segretario generale e Maestro del PMLI Giovanni Scuderi nel paragrafo “La lotta per il socialismo” nell'Opuscolo n. 18 dal titolo “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul revisionismo, sul Partito e sulla lotta per il socialismo”: “Il capitalismo... è la causa di tutti i mali, delle ingiustizie e sopraffazioni che soffre il popolo italiano. Abbiamo quindi il dovere e il compito di distruggere il capitalismo... e instaurare il socialismo e il potere politico del proletariato, affinché il popolo possa avere tutto ciò di cui ha bisogno senza essere più sfruttato e oppresso. Non importa il tempo che ci vorrà: un decennio, un secolo o di più. Se non ci riusciremo noi, ci riusciranno le generazioni future di marxisti-leninisti, sicuri che alla fine il capitalismo sarà reso in polvere... chiunque vuole abbracciare la causa del socialismo, che è quella dell'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità, può unirsi al PMLI come militante e simpatizzate”.
Il socialismo per il quale ci battiamo è quello ideato da Marx ed Engels e realizzato da Lenin, Stalin e Mao, dove tutto sarà diverso, il sistema economico, le istituzioni, l'ordinamento giuridico, giudiziario e militare, l'istruzione. La legge economica che ci governerà non sarà del massimo profitto ma quella del massimo soddisfacimento delle esigenze materiali, sociali e culturali delle masse. Ognuno darà secondo le proprie capacità e riceverà secondo il proprio lavoro e gli operai e i lavoratori saranno completamente ed effettivamente padroni dell'economia, dello Stato e del loro destino.
Il socialismo può essere conquistato solo per via rivoluzionaria e non elettorale la cui maggioranza parlamentare e governativa è impossibile da conquistare memori anche delle esperienze governative dei partiti riformisti e revisionisti vecchi e nuovi, dei governi di “centro-sinistra”, dei falsi comunisti che nella storia hanno dimostrato che non possono fare gli interessi degli operai e delle masse popolari.
27 novembre 2024