La Russia “la userà anche in risposta ad attacchi convenzionali”
Il nuovo zar Putin cambia la dottrina sull'atomica
Zelensky: “Dobbiamo costringere Putin a una pace giusta con la forza”
Il 19 novembre il nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin ha firmato l’Ordine esecutivo che approva i principi fondamentali della politica statale della Federazione russa sulla deterrenza nucleare, che specificano le condizioni in base alle quali si potrà procedere all’uso di armi
nucleari. Il documento prevede che le armi atomiche vengano usate "come misura estrema e ultima risorsa" a scopo di difesa. Ma ne amplia la possibilità di impiego per rispondere a una possibile "minaccia critica alla sovranità e all'integrità territoriale" della Russia o della Bielorussia, sua stretta alleata. Inoltre, un'aggressione "da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto". Alla domanda se ciò significhi che la Russia potrebbe dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell'Ucraina con l'uso di missili occidentali, il portavoce del Cremlino Peskov ha risposto affermativamente. Nel documento si spiega infatti molto chiaramente che la Federazione russa si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari anche in caso di aggressione con armi convenzionali.
Un annuncio quello dell’imperialismo russo molto pericoloso, lanciato a 1.000 giorni esatti dall’inizio dell’aggressione nazizarista all’Ucraina spacciata come “operazione speciale”, a cui il 22 novembre ha fatto seguito la grancassa di Mosca sul lancio di un nuovo missile che la Russia ha usato per colpire il Dnipro, definito dal presidente ucraino Zelensky come “ultimo episodio di follia russa”. Per Mosca in risposta “allo spiegamento di armi a lungo raggio americane e britanniche, il 21 novembre le forze armate russe hanno lanciato un attacco combinato su una struttura all’interno del complesso industriale di difesa dell’Ucraina. In condizioni di campo, abbiamo anche eseguito test di uno degli ultimi sistemi missilistici a medio raggio della Russia, in questo caso, che trasportava un missile balistico ipersonico non nucleare che i nostri ingegneri hanno chiamato Oreshnik. I test hanno avuto successo, raggiungendo l’obiettivo previsto del lancio. Nella città di Dnepropetrovsk, in Ucraina, è stato colpito uno dei più grandi e famosi complessi industriali dell’era dell’Unione Sovietica, che continua a produrre missili e altri armamenti. Stiamo sviluppando missili a raggio intermedio e corto raggio in risposta ai piani degli Stati Uniti di produrre e distribuire missili a raggio intermedio e corto raggio in Europa e nella regione Asia-Pacifico”.
“Quando qualcuno inizia a usare altri paesi non solo per il terrore ma anche per testare i propri nuovi missili – ha affermato il presidente ucraino Zelensky - attraverso il terrore, questo è senza dubbio un crimine internazionale. E venendo dalla Russia, questa è una presa in giro della posizione di Stati come la Cina, gli Stati del Sud del mondo, alcuni leader che chiedono costantemente moderazione, ma in risposta ottengono invariabilmente una nuova escalation da Mosca. Ecco perché il mondo deve rispondere in modo serio, per far sì che Putin abbia davvero paura di estendere la guerra e senta le reali conseguenze delle sue azioni. La vera pace si ottiene attraverso la forza, non altrimenti”. In precedenza parlando al parlamento europeo di Strasburgo il 19 novembre Zelensky aveva affermato che “La pace è ciò che più desideriamo. Due anni fa abbiamo proposto la Peace Formula, e sono grato a tutta l’Europa e a ogni partner che l’ha sostenuta. L’unico che si oppone è colui che ha iniziato questa guerra: la Russia. E dobbiamo spingere la Russia verso una pace giusta. Ogni attacco e ogni minaccia da parte della Russia devono essere contrastati con sanzioni severe. Per mille giorni, è stato fondamentale ridurre radicalmente la capacità della Russia di finanziare la sua guerra attraverso le vendite di petrolio. Il petrolio è la linfa vitale del regime di Putin. E la flotta ombra di petroliere è ciò che lo mantiene in vita. Finché queste petroliere saranno operative, Putin continuerà a uccidere. Sono essenziali sanzioni forti”.
27 novembre 2024