Appello ai democratici e antifascisti
 
I sinceri e combattivi democratici e antifascisti come Tomaso Montanari hanno capito che il governo Meloni è neofascista, che il PD di Schlein e il Movimento 5 stelle di Conte non sono una vera alternativa e che l'astensionismo di metà dell'elettorato “ha certificato un dato fondamentale: il popolo e la politica si sono separati”.
Ma ancora non sono riusciti a capire che per cambiare realmente le cose bisogna uscire da sinistra dal capitalismo e dalla Costituzione.
Giustamente Montanari, su “Il Fatto” del 25 novembre, sostiene che la “nuova politica è la lotta”. Ma quale lotta? Quella suggerita dal ricercatore americano Adam Greenfield che nel suo libro “Emergenza” sostiene che bisogna partire “dai programmi di sopravvivenza delle Pantere nere negli anni Settanta, agli esperimenti di municipalismo in Spagna e nel Rojava, fino ai gruppi di autoaiuto sorti a New York durante l'uragano Sandy”?
Ma questo non è altro che un'altra variante di riformismo, che per sua natura non è in grado di fare nemmeno un graffio al sistema che Montanari combatte a viso aperto, con forza e coraggio.
Forse è giunto il momento che Montanari e i democratici antifascisti del suo stampo facciano una riflessione più profonda e più generale su quello che occorre per cambiare radicalmente la società. In questa riflessione perché non valutare la proposta del PMLI del socialismo? Noi siamo pienamente disponibili a discuterne, a confrontarci senza pregiudiziali.
Il problema è: quale classe deve essere al potere, il proletariato o la borghesia?; quale sistema economico, il socialismo o il capitalismo?
Prima o poi tutte le forze democratiche antifasciste e progressiste anche credenti, specie cattoliche e islamiche, non potranno non fare i conti con questo storico e decisivo problema.
 
(Dall'Editoriale “Un paradosso dell’elettoralismo borghese. Le masse li abbandonano e loro cantano vittoria”, pubblicato sul numero scorso de “Il Bolscevico”)

4 dicembre 2024