Torino
20 mila in piazza alla manifestazione regionale. Il PMLI tiene alto il cartello con le parole d'ordine contro il governo Meloni

Dal corrispondente del PMLI per il Piemonte
Torino, storica culla del movimento operaio italiano, ha ospitato il 29 novembre una grande manifestazione regionale organizzata dai sindacati confederali Cgil e Uil a cui hanno da subito aderito anche diversi sindacati di base e migliaia di studentesse e studenti. Un fiume di lavoratori, studenti, pensionati, sono partiti in corteo da Porta Susa e, percorrendo tutta via Cernaia, si sono infine riuniti in Piazza Castello per far sentire la loro voce contro le politiche di precarizzazione del lavoro e per rivendicare diritti e giustizia sociale.
Questa mobilitazione si inserisce in un contesto in cui il peso delle disuguaglianze, la crisi del Welfare e le misure padronali continuano a erodere le conquiste storiche della classe operaia. Il nostro Paese è flagellato dalle nefaste politiche del governo della ducessa Meloni.
La piazza di Torino si è riempita di striscioni che rivendicano "Lavoro stabile, non precario", "NO al lavoro a chiamata" e "Diritti sociali per tutti". Queste richieste non riguardano solo i lavoratori in senso stretto, ma l'intera società, poiché la precarizzazione del lavoro ha un impatto devastante anche sulla qualità della vita e sul futuro delle nuove generazioni.
La Cgil ha chiamato a gran voce a “Una rivolta sociale per mettere al centro i bisogni dei lavoratori, dei disoccupati e dei precari”. Tra le richieste principali vi sono la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, l'aumento dei salari minimi, maggiori investimenti nel settore pubblico e un piano nazionale per l'occupazione giovanile. Il segretario generale Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo, ha sottolineato che "La lotta per i diritti dei lavoratori è anche una lotta per la democrazia". Non a caso, le famigerate precettazioni di Matteo Salvini ai lavoratori dei trasporti mirano a limitare il diritto di sciopero e a smantellare le tutele conquistate con anni di dure lotte sindacali.
La volontà di resistenza e di cambiamento emersa dalle strade di Torino è un segnale che la battaglia è tutt'altro che conclusa. Anche in questa importante manifestazione le studentesse e gli studenti più determinati, insieme allo “Spezzone dell’Opposizione Sociale” hanno lanciato uova e acceso fumogeni davanti alla Prefettura di Torino. Successivamente, davanti alla stazione di Torino Porta Nuova hanno dato fuoco alle sagome in cartone di Matteo Salvini e della ducessa Giorgia Meloni, simbolizzando una protesta diretta contro coloro che incarnano l'arroganza del potere borghese e che non esitano a definire "dementi" quanti osano contestarli. Salvini con le sue dichiarazioni provocatorie cerca solo di sminuire le ragioni di una giusta rabbia sociale che ha radici profonde. La lotta contro il governo deve intensificarsi, con l'obiettivo di costruire un'alternativa reale, attraverso la lotta organizzata e la solidarietà di classe si potrà sperare di spezzare le catene dell'oppressione e avviare un processo di trasformazione sociale che metta al centro gli interessi delle masse lavoratrici, che metta al centro la conquista del socialismo e potere politico al proletariato.
Presente all’interno della delegazione della Cgil di Biella il compagno Gabriele Urban, Responsabile dell’Organizzazione di Biella del PMLI e Rappresentante sindacale Cgil dell’Impresa Sociale ANTEO che ha portato in piazza il superfotografato cartello del PMLI con le parole d’ordine “BASTA con le manovre antipopolari, le misure fasciste e antimigranti, la sicurezza fascista, le manganellate, bassi salari, pensioni da fame, tagli alla sanità, ai servizi sociali e all’istruzione, precariato, morti sul lavoro, autonomia differenziata e premierato. Buttiamo giù il governo neofascista Meloni”.

4 dicembre 2024