Amnesty International
“Israele ha commesso e sta continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata”
Famiglie sterminate a Gaza e abusi sulla popolazione in Cisgiordania documentati e denunciati dai progressisti israeliani
Il quotidiano progressista israeliano Haaretz lo scorso 5 dicembre ha pubblicato un servizio che denunciava come intere famiglie siano state annientate a Gaza dai bombardamenti dell'esercito. “Non ne restano nemmeno i ricordi”, recita il sottotitolo
dell'articolo che inizia così: “In alcuni attacchi, sono state uccise ben quattro generazioni di una stessa famiglia a causa dei bombardamenti su edifici residenziali. Compresi molti bambini piccoli. Per alcune famiglie non è rimasto assolutamente nulla per raccontare la loro storia”. Per dare un riferimento di questo evidente crimine di guerra l'articolo riporta i dati diffusi dal Ministero della Sanità palestinese a Gaza, “7.160 famiglie sono state bombardate dall’inizio della guerra al 1° novembre di quest’anno. Di queste, 1.410 sono state completamente spazzate via; 5.444 i morti. In 3.463 famiglie, 7.934 persone sono state uccise e solo un membro per famiglia è sopravvissuto. In 2.287 famiglie, 9.577 persone sono state uccise con due o più membri della famiglia sopravvissuti”. Una pratica criminale che non è una novità, sottolinea il quotidiano, ricordando “un rapporto del gennaio 2015 del gruppo israeliano per i diritti B’Tselem che includeva storie di famiglie che hanno subito morti quando le loro case sono state bombardate. Il rapporto ha esaminato gli aspetti etici e legali del bombardamento di edifici residenziali durante la guerra di Gaza del 2014. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite di quell’anno, era emerso un nuovo modello di sterminio di intere famiglie a Gaza, una pratica che l’ONU ha definito un crimine di guerra”.
Proprio B’Tselem, il centro di informazione israeliano per i diritti umani nei Territori occupati, il giorno precedente aveva diffuso un nuovo rapporto, intitolato “Unleashed – Abusi sui palestinesi da parte dei soldati israeliani nel centro di Hebron”, che denunciava i ricorrenti casi di gravi abusi sui palestinesi da parte dei soldati israeliani nelle strutture militari a Hebron, in Cisgiordania, tra maggio e agosto 2024. Le 25 testimonianze raccolte “descrivono atti di violenza, umiliazione e abuso rivolti dai soldati a uomini, donne, adolescenti e bambini. Le vittime hanno fornito racconti strazianti di abusi fisici e psicologici, tra cui percosse, frustate, sigarette spente sul corpo, colpi ai genitali, iniezione di una sostanza non identificata, legatura e bendaggio prolungati, minacce, insulti e altro ancora”. “I soldati israeliani – continuava il rapporto - hanno scelto le vittime in modo arbitrario mentre svolgevano la loro vita quotidiana: mentre andavano al lavoro o tornavano a casa, mentre bevevano un caffè nel cortile di casa o mentre facevano delle commissioni. Nella maggior parte dei casi, i soldati li hanno portati in strutture militari, dove si è verificata la maggior parte degli abusi. Nessuna delle vittime è stata sospettata di alcun reato o perseguita. Sono state rilasciate subito dopo essere state aggredite e molte hanno avuto bisogno di cure mediche. Solo due vittime sono state arrestate, ed entrambe sono state rilasciate nel giro di pochi giorni senza essere accusate”.
Violenta campagna di bombardamenti israeliani
Tra il 4 e 5 dicembre registriamo una nuova "violenta campagna di bombardamenti" sionisti, secondo Al Jazeera Arabic, nella parte settentrionale di Gaza, da Beit Lahiya a Jabalia e nel campo profughi di Nuseirat nell'area centrale dove alcuni bambini sono morti per il bombardamento mentre erano in fila per il pane, altri bambini e civili sono stati dilaniati dalle bombe nelle tende del campo di al-Mawasi, vicino a Khan Yunis in un’area designata come umanitaria dagli occupanti; i reporter hanno documentato vittime bruciate "irriconoscibili" e altre "fatte a pezzi".
Le due denunce e la cronaca quotidiana documentano certamente dei crimini di guerra compiuti dall'esercito sionista occupante a Gaza e in Cisgiordania e che sono una parte dell'oramai evidente progetto genocida dei nazisionisti contro il popolo palestinese, così come ha ribadito non ultima da una ricerca di Amnesty International.
L'organizzazione umanitaria in un comunicato del 5 dicembre comunicava che le indagini e le interviste, che hanno coinvolto 212 tra vittime e testimoni palestinesi, autorità locali di Gaza e operatori sanitari, effettuate nella Striscia tra il 7 ottobre 2023 e l’inizio del luglio scorso, “hanno rinvenuto sufficienti elementi per portarla alla conclusione che Israele ha commesso e sta continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata”. L'esito dell'inchiesta era contenuto nel rapporto intitolato “Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”, dove Amnesty International documenta come “Israele abbia scatenato inferno e distruzione contro la popolazione palestinese di Gaza senza freni, in modo continuativo e nella totale impunità”.
Israele accusato di genocidio
“La giurisprudenza internazionale riconosce che, perché venga commesso un genocidio, non è necessario che gli autori riescano a distruggere, in tutto o in parte, un gruppo protetto. È sufficiente la commissione di atti vietati, con l’intento di distruggere quel gruppo”, precisava il comunicato, e “Israele ha causato una distruzione senza precedenti, che gli esperti affermano di non aver mai riscontrato per livello e rapidità in alcun altro conflitto del XXI secolo, radendo al suolo intere città e distruggendo infrastrutture fondamentali, terreni agricoli e siti culturali e religiosi. In questo modo, ha reso inabitabili intere zone della Striscia di Gaza”. Che proseguiva: “esaminati separatamente, alcuni degli atti indagati da Amnesty International costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario o del diritto internazionale dei diritti umani. Ma guardando in modo più ampio la campagna militare di Israele e l’impatto cumulativo delle sue politiche e delle sue azioni, l’unica ragionevole conclusione è quella di un intento genocida”.
La segretaria generale di Amnesty International, Agnes Callamard, nel presentare il rapporto dichiarava che tale documento “mostra che Israele ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul Genocidio, con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Questi atti comprendono uccisioni, gravi danni fisici e mentali e la deliberata inflizione di condizioni di vita calcolate per causare la loro distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato la popolazione palestinese di Gaza come un gruppo subumano non meritevole di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente”, e che “le nostre ricerche mostrano che, per mesi, Israele ha continuato a commettere atti di genocidio, pienamente consapevole dei danni irreparabili che stava infliggendo alla popolazione palestinese di Gaza. Ha proseguito a farlo sfidando gli innumerevoli allarmi sulla catastrofica situazione umanitaria e le decisioni, legalmente vincolanti, della Corte Internazionale di Giustizia che aveva ordinato a Israele di prendere misure immediate per consentire la fornitura dell’assistenza umanitaria ai civili di Gaza”. “Le nostre conclusioni devono servire a svegliare la comunità internazionale. Questo è un genocidio. Deve cessare ora”, concludeva Callamard.
La denuncia al momento è rimasta vergognosamente ignorata dai paesi imperialisti che tra l'altro sono complici del genocidio, lasciando ai nazisionisti il compito di rispondere. Sempre il 5 dicembre è il ministero degli Esteri di Tel Aviv che accusava Amnesty International di essere "un'organizzazione deplorevole e fanatica" che "ha prodotto ancora una volta un rapporto inventato, completamente falso e basato su bugie". Secondo i nazisionisti “il massacro genocida del 7 ottobre 2023 è stato compiuto dall'organizzazione terroristica Hamas contro cittadini israeliani. Da allora, i cittadini israeliani sono stati sottoposti ad attacchi quotidiani su sette diversi fronti. Israele si difende da questi attacchi agendo nel pieno rispetto delle norme internazionali legge". Non c'è bisogno di alcun commento, dato che chi ha stabilito tali leggi, l'Onu, la pensa all'opposto tanto da beccarsi l'accusa di antisemita dai vertici nazisionisti e chi ne verifica il rispetto da un punto di vista giuridico sono la Corte penale internazionale che ha chiesto l'arresto del premier nazisionista Netanyahu e del suo ex ministro della Difesa Gallant per crimini contro l'umanità e per crimini e la Corte di giustizia dell'Aja che ha aperto il procedimento di accusa per genocidio su denuncia del Sudafrica.
Oltre 43 mila i morti e 102 mila i feriti
Non dimentichiamo che il bilancio del finora impunito genocidio nazisionista dei palestinesi a Gaza cresce quotidianamente e al 5 dicembre è arrivato a 43.391 morti e 102.347 feriti. Tra questi, ha ricordato la Relatrice speciale dell'Onu per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, in un recente intervento ci sono” 11mila donne, 17mila bambini, oltre 700 neonati. Più di 900 famiglie cancellate” e ci sono “oltre 100mila feriti. 10mila sotto le macerie. Migliaia, inclusi adolescenti e bambini, amputati, spesso senza anestesia. Uomini, donne, bambini incarcerati, torturati, a volte vittime di stupro. Una popolazione intera traumatizzata, sfollata molteplici volte. Case, quartieri, città, tutte le università, centinaia tra scuole, chiese, moschee, biblioteche, archivi, campi agricoli, la rete idrica e fognaria: tutto raso al suolo”. Fra le altre l'Albanese denunciava che “per 14 mesi, nel mio ruolo di Relatrice Speciale Onu mi sono ritrovata a fare da testimone del genocidio in corso. La distruzione e la sofferenza inflitte al popolo palestinese non risalgono all’ottobre 2023, ma a decenni di occupazione in cui Israele ha sottratto impunemente terra e abitazioni, uccidendo adulti e bambini, arrestando quasi un milione di palestinesi (inclusi 10mila minorenni, una media di 600 all’anno) sulla base di ordini militari persecutori. L’occupazione (a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, ndr), che la Corte internazionale ha dichiarato (nel 2004 e riconfermato nel 2024, ndr) illegale e da smantellare incondizionatamente, è ciò che fa da contesto al genocidio, che genocidio è, nonostante il negazionismo di una parte consistente dei media e della politica occidentale”.
11 dicembre 2024