A Roma promosso da "A pieno regime"
Centomila in corteo da tutta Italia contro il Ddl sicurezza fascista e il governo neofascista Meloni
Grande combattività in particolare da ragazze e ragazzi. In piazza quasi tutti i partiti della "sinistra" parlamentare e partiti e organizzazioni alla sua sinistra tra cui il PMLI. Folte delegazioni di ANPI, CGIL, ARCI, Rete Liberi/e di lottare, lavoratori ex GKN
le masse antifasciste hanno dimostrato ancora una volta di essere pronte a scendere in piazza per buttare giù Mussolini in gonnella. SE SI MUOVE IN QUESTO SENSO LA SINISTRA PARLAMENTARE è POSSIBILE RAGGIUNGERE QUESTO OBIETTIVO
Dal nostro inviato speciale
“Questa manifestazione è il frutto di 3 mesi di lavoro”, hanno dichiarato gli organizzatori. Ed il risultato è stato una piazza antifascista ed antigovernativa di oltre centomila manifestanti, come non se ne vedevano da tempo.
Il concentramento in piazzale del Verano ha dato il via alla giornata di lotta promossa dalla rete “A pieno regime” a Roma il 13 dicembre.. Oltre 250 fra partiti politici, organizzazioni sindacali, sociali, antifasciste, civili e studentesche hanno aderito e partecipato al corteo dando vita ad un serpentone eterogeneo per composizione, ma compatto, unitario e combattivo nell'opporsi innanzitutto al Ddl Sicurezza, ma anche a tutte le altre politiche antipopolari del governo Meloni. Oltre al decreto di stampo repressivo e fascista, un altro comune denominatore che ha attraversato e coinvolto tutto il corteo è stato il sostegno al popolo palestinese impegnato nella sua guerra di resistenza all'occupazione sionista, testimoniato dalle migliaia di bandiere palestinesi presenti e mischiate alle altre in prevalenza rosse ma anche di altri colori.
Un fronte antifascista ampio ed eterogeneo
Al corteo che è arrivato dopo 3 ore di marcia in una piazza del Popolo che si è poi gremita, spezzando simbolicamente delle catene di cartone, hanno aderito Cgil, Anpi, Arci, Libera, Legambiente ed altre associazioni ambientaliste, i sindacati di base, gli studenti medi ed altri organismi e collettivi studenteschi come Osa, Cambiare Rotta, UDS ed UDU, alcune rappresentanze della “sinistra” istituzionale come Avs, Pd e M5S, e di quelle della sinistra extraparlamentare, in piazza con alcune bandiere.
Significativa e numericamente consistente anche la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze dei centri sociali provenienti da tutta Italia, al fianco dei movimenti per i migranti come la rete No Cpr e per la Casa. Presenti anche gli antiproibizionisti, su tutti i lavoratori e le lavoratrici della la filiera produttiva della cannabis light che il Ddl vuol mettere al bando, le realtà Lgbtqi+, la rete Disability pride, alcune organizzazione cattoliche, e numerose altre reti civiche di varia natura.
Un insieme vasto e colorato di realtà anche diverse fra loro, ma coese, combattive e unite contro un nemico comune, che hanno sferrato un duro colpo all'esecutivo Meloni e ai suoi gerarchi neofascisti.
Un grande corteo unitario contro il governo
Il corteo è stato aperto da uno striscione con su scritto “A pieno regime contro il Ddl paura”, vicino al quale era stata posta una grande immagine che ritraeva Meloni mentre baciava un gerarca fascista identificabile nello stesso Mussolini, testimonianza di una coscienza politicamente avanzata, dunque, che riconosce la natura neofascista del governo, e una piazza che non gli è stata da meno.
“Arrestateci tutti”, “Si scrive sicurezza si legge repressione”, “Se voi fate il fascismo, noi seminiamo resistenza”, questi alcuni degli striscioni in piazza. "Siamo qui innanzitutto per difendere la nostra democrazia già debole e in crisi da un progetto governativo che ci porta vicini a modelli autoritari come quelli dell'Ungheria e che ha l'obiettivo di restringere lo spazio democratico e costringere all'indifferenza le realtà e i movimenti sociali", hanno spiegato in una intervista alcuni giovani studenti.
I promotori hanno precisato invece che "Il ddl Sicurezza sta provando a limitare ogni tipo di insorgenza sociale o di attività sociale. (…) La motivazione per cui siamo qui oggi è dimostrare che questa cosa sta crescendo, così come cresce il livello di repressione.".
Francesca Rispoli, la copresidente di Libera, sottolinea come, fra le altre cose, susciti "allarme l'articolo 31 del Ddl, che aumenta i poteri dei Servizi di Informazione per la Sicurezza, in ordine all'estensione delle condotte di reato per le quali non sono imputabili. Molti familiari delle vittime innocenti di mafie e terrorismo ad oggi non conoscono la verità proprio a causa di depistaggi dei servizi segreti deviati".
“Siamo qui per fermare chi parla di patria e svende il patrimonio pubblico industriale. Questo governo ci vuole impaurire, ma noi non ci lasceremo intimidire. Questo ddl – chiudono gli organizzatori dal carro principale - è un attacco frontale ai pilastri della democrazia. Criminalizza e punisce il dissenso. Siamo pronti a occupare le piazze e farci sentire. Siamo qui finché questo ddl non verrà stracciato."
La strada per affossare il DDL e cacciare Meloni è quella giusta
Insomma, le tante realtà in piazza, anche molto differenti tra loro, oggi a Roma hanno dato un segnale importante di unità di intenti. A nostro avviso la strada per contrastare il governo Meloni a partire dal Ddl, ma con l'obiettivo di farlo cadere prima che faccia altri danni, è quella giusta. Un elemento foriero di fiducia nasce dal fatto che se è vero che la piazza era composta da manifestanti di ogni età e genere, è altrettanto vero che la sua stragrande maggioranza era rappresentata da giovani, giovanissimi, e soprattutto da donne e ragazze, un fatto fondamentale soprattutto in prospettiva, segno che nuove generazioni di antifasciste e di antifascisti coscienti anche da un punto di vista di classe, sono pronte a scendere in piazza per contrastare politiche antipopolari ed i governi che le rendono legge. Significativa anche l'occupazione notturna de La Sapienza da parte delle studentesse e degli studenti stessi, per sottolineare l'importanza della manifestazione dell'indomani mattina.
Anche l'adesione di movimenti e partiti istituzionali, che hanno responsabilità dirette circa il restringimento progressivo nel tempo delle stesse libertà democratico-borghesi che ora sostengono di voler difendere, a nostro avviso è positiva, perchè ad oggi rafforza oggettivamente il movimento di opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica.
È chiaro che la timidezza con la quale in particolare PD e 5 Stelle hanno partecipato inviando solo delegazioni istituzionali a seguito di una adesione formalizzata soltanto 48 ore prima del corteo, è indicativa, ed alla fine anche le pesanti urla di disapprovazione rivolte a Conte dai manifestanti per aver governato con la Lega promulgando il primo decreto sicurezza, fanno parte di un processo di critica utile e necessario anche all'interno dello stesso fronte unito di fatto.
Per noi valgono infatti i principi che adottiamo sempre nell'ambito del fronte unito, e cioè il mettere al centro gli obiettivi comuni ed un ampio contesto di unità – critica – unità, l'unico meccanismo capace di costruire, compattare e mantenere il fronte coeso e duraturo in un clima di sincerità, pari dignità e rispetto.
Queste infatti sono le caratteristiche che servono a questo movimento popolare antifascista che oggi si è sostanzialmente costituito, per potersi rafforzare, procedere compatto nel tempo, e raggiungere gli obiettivi che i suoi promotori ed aderenti si pongono
In conclusione per noi la piazza di Roma ha dimostrato che le masse popolari antifasciste sono pronte a scendere in strada e a battersi per buttare giù Mussolini in gonnella. Ora tocca anche alla sinistra parlamentare farlo, senza indugiare oltre, in maniera chiara e determinata, perché solo un grande fronte unito di queste dimensioni potrà essere in grado di raggiungere questo obiettivo di vitale importanza anche solo per mantenere i diritti democratico-borghesi esistenti, prima che vengano spazzati via da Meloni e dai suoi gerarchi neofascisti. Se non lo faranno, mettendo avanti i loro biechi interessi, le loro poltrone dorate che questo sistema offre loro, se ne assumeranno tutta la responsabilità non solo di fronte alle antifasciste ed agli antifascisti di tutta Italia, ma anche alla loro sempre più esigua base elettorale d'estrazione popolare che sa bene quale nero pericolo siede oggi nelle più alte poltrone di palazzo Chigi.
Anche il PMLI in piazza con spirito unitario
Il PMLI è sceso convintamente in piazza sfilando nello spezzone della rete Liberi e libere di lottare contro Il Ddl 1660 alla quale il Partito ha aderito. Uno spezzone denso di bandiere rosse e palestinesi, nel quale erano presenti delegazioni di compagne e compagni di Genova Antifascista, dell'associazione palestinese UDAP, del centro sociale CPA di Firenze Sud e del Laboratorio politico Iskra di Napoli.
Dalla cassa acustica sono stati lanciati numerosi slogan come “Pace sociale vince il capitale, lotta di classe vincono le masse”, e “Aumenta la bolletta, il gas e la benzina, tutti i governi sono di rapina”, intervallati da canzoni antifasciste e palestinesi. Nel corso del corteo i compagni Erne Guidi ed Enrico Chiavacci sono stati avvicinati più volte per domande, confronti e informazioni da manifestanti interessati e curiosi. Le locandine che i compagni indossavano nel corpetto sono state fotografate continuamente. Il compagno Guidi è stato intervistato da Inventare Il Futuro. Poco più avanti, procedevano sotto lo striscione “Insorgiamo” a suon di tamburi i lavoratori del collettivo di fabbrica Ex-GKN e i suoi sodali.
Il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, ha voluto con queste parole stimolare i membri presenti a Roma a nome di tutto il Partito: “Nel cinquantacinquesimo compleanno del glorioso Il Bolscevico
, Buona manifestazione. La vostra generosità, disponibilità, iniziativa e coraggio sono un esempio per tutti i dirigenti del Partito. Un grande abbraccio e buon lavoro marxista-leninista.” Il compagno Scuderi ha poi ringraziato i compagni al termine della manifestazione: “Bravissimi – ha scritto loro - avete fatto un buon lavoro. Siete tra i nostri campioni”.
18 dicembre 2024