Forte protesta nell’ambito della richiesta di aumento dei giudici di pace
Gli avvocati campani contestano le “riforme” Cartabia e Nordio
In centinaia al presidio che blocca il tribunale di Napoli per una giornata

Redazione di Napoli
La mattina del 13 dicembre a Napoli si è svolta una manifestazione organizzata da tutti i Consigli dell’Ordine degli avvocati di Napoli e provincia per protestare sia contro gli atavici giudizi in corso da una durata media di 10 anni per il penale e addirittura 12 anni per il settore civile. ma anche contro il governo Meloni e il correttivo “Nordio”.
La protesta in realtà si allargava anche al governo Meloni e al ministro della Giustizia Nordio, sia per la “riforma” Cartabia sia per il correttivo che porta il nome del titolare del dicastero, appunto Nordio. La protesta viene organizzata con una astensione totale delle udienze civili, penali, tributarie ed amministrative di tutta la giornata del 13, con un presidio organizzato dinanzi alla Caserma Garibaldi, sede del Giudice di pace civile, coacervo di centinaia di cause giornaliere.
Oltre agli avvocati di Napoli, Napoli Nord, Nola, Santa Maria Capua Vetere e Torre Annunziata hanno aderito anche i consigli di Avellino e Benevento che hanno così giustificato il presidio: “la copertura delle piante organiche degli Uffici del Giudice di pace, sia con riferimento ai Giudici che al personale amministrativo, è inadeguata e non consente di far fronte al carico di lavoro. In tale contesto, si considerino le disfunzioni del Processo civile telematico, in vigore da oltre un anno. Tutto ciò determina la mancata trattazione dei procedimenti, i rinvii delle udienze anche a due anni. (…) Riteniamo impellenti le esigenze di funzionalità del Giudice di pace e, quindi, auspichiamo risposte immediate. In particolare, chiediamo l’eliminazione o comunque la proroga dell’entrata in vigore della disposizione che amplia le competenze, previste da ottobre 2025; la copertura delle piante organiche; (…) la riforma del rito, prevedendo il ritorno all’atto di citazione; la riduzione dei tempi di immissione in ruolo dei nuovi giudici; il monitoraggio della produttività; la revisione delle piante organiche in funzione dei flussi; l’eliminazione della disposizione che prevede l’inserimento dell’art. 307 bis al codice di procedura civile”.
Il presidio ha visto la partecipazione di centinaia di difensori, soprattutto del ramo civile che ha il maggior numero di branche da seguire nonché la presenza anche dei presidenti dei Consigli dell’Ordine con in prima fila Carmine Foreste. Di fatto gli avvocati hanno bloccato il Tribunale del giudice di pace per tutta la giornata.

18 dicembre 2024