Sciopero generale dei metalmeccanici
Tre mila operai in piazza a Prato
Per il rinnovo del contratto, il diritto di sciopero e la sicurezza sul posto di lavoro
Slogan contro il governo Meloni e il ministro fascioleghista Salvini

Dal corrispondente del Pmli per la Toscana
Al grido di "Contratto! Contratto! Contratto! " circa tremila operai
metalmeccanici di Firenze, Prato e Pistoia hanno preso parte il 18 dicembre al corteo indetto da Fiom, Fim e Uilm nell'ambito dello sciopero generale di otto ore per il rinnovo del contratto nazionale in seguito alla rottura delle trattative con Federmeccanica.
Al partecipato e combattivo corteo hanno preso parte anche gli operai della Beko, arrivati da Siena per denunciare la chiusura dello stabilimento e il licenziamento in tronco di tutti i 300 lavoratori che producono congelatori. Presenti anche folte delegazioni di operai di varie fabbriche delle aree industriali di Arezzo e Livorno.
Il corteo, a cui hanno preso parte anche molti giovani operai e operaie, è partito da Piazza Delle Carceri e dopo aver attraversato il centro storico si è concluso davanti alla sede di Confindustria Toscana Nord, in via Valentini.
Durante il tragitto i manifestanti hanno fatto simbolicamente tappa in Piazza del Comune lanciando slogan contro il governo e in particolare contro la premier Giorgia Meloni ed il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini.
Un altro coro chiedeva “Basta morti sul lavoro”, riferendosi alla recente tragedia di Calenzano, mentre lo striscione in testa al corteo che recitava “i metalmeccanici vogliono il contratto sindacale”.
La protesta territoriale si è tenuta a Prato, spiegano le categorie locali di Fim, Fiom e Uil, “per ribadire la contrarietà alla decisione di Confindustria Toscana Nord di cancellare con una semplice comunicazione inviata a luglio scorso, cinquant’anni di contrattazione territoriale con clausole migliorative rispetto al contratto nazionale come ad esempio la 14esima. Da sei mesi chiediamo un incontro che non ci è stato accordato, dal primo gennaio ci saranno differenze di trattamento fra i lavoratori assunti prima del 2025 e quelli dopo e senza neanche aprire un confronto”. Insomma “la stessa arroganza dimostrata da Federmeccanica-Assistal che ha portato alla rottura della trattativa a livello nazionale”.
Nel distretto pratese i lavoratori del settore metalmeccanico sono circa 3 mila di cui 600 impiegati in aziende metalmeccaniche iscritte a Ctn e il corteo si è concluso simbolicamente proprio sotto la sede dell'associazione degli industriali, in via Valentini.
“Mai come oggi la mobilitazione può essere decisiva - ha detto Luca Trevisan della segreteria nazionale Fiom - In questo paese esiste un problema di salario e le cronache ci raccontano di un paese reale distante anni luce dalla narrazione del governo. La nostra lotta è anche quella del comparto moda, che è in crisi”.
Al centro delle rivendicazioni anche la sicurezza sui luoghi di lavoro, nove giorni dopo il disastro al deposito Eni di Calenzano che ha fatto cinque morti, e in difesa del diritto di sciopero.
“Rivendichiamo il diritto di lavorare in sicurezza - ha aggiunto detto Trevisan - Tre morti al giorno, mille morti all'anno sono una vergogna nazionale, un tributo di sangue inaccettabile... lottiamo anche contro chi considera il diritto di sciopero un problema di ordine pubblico, contro il governo che introduce il reato di blocco stradale. Servirebbe invece un'azione nei confronti di Federmeccanica, decidendo di detassare gli aumento sui minimi contrattuali. Chiediamo che il salario aumenti più dell'inflazione. Gli industriali non propongono alcun aumento certo e se il rimborso è troppo alto te la pagano 24 mesi dopo. I bilanci aziendali dicono che in questa zona, tra Firenze, Prato e Pistoia, gli utili delle aziende metalmeccaniche sono aumentati del 114% dal 2019, senza i conseguenti investimenti”.

8 gennaio 2025