Ispirandomi all'editoriale del Maestro Scuderi su “Il Bolscevico”, invito i veri intellettuali del popolo a mettere il loro sapere a disposizione del PMLI e de “Il Bolscevico”
di Cartesio - Napoli
Nel ripercorrere le tappe dei 55 anni de Il Bolscevico
e andando anche a rispolverare l'ultimo editoriale cartaceo del n. 34/2013, riapparso nell'edizione del cinquantenario, mi sono imbattuto nuovamente in questo pregnante resoconto critico dello stimato Maestro Scuderi: “Il Bolscevico ha fatto tanta strada, dalle due pagine del 15 dicembre 1969 alle 16 pagine di oggi (nda,
che oramai arrivano anche a 20!), e compiuto più di un salto qualitativo e quantitativo nel contenuto e nella grafica. Ma non ha ancora potuto esprimere in pieno tutte le sue potenzialità, specialmente sui piani storico, teorico e culturale, in cui è più debole. Ci arriveremo man mano che il Partito avrà più forze, mezzi e risorse economiche, quando i veri intellettuali del popolo capiranno che devono mettere al servizio del PMLI e de Il Bolscevico le loro competenze e il loro sapere, e le masse più avanzate, combattive prenderanno coscienza che è loro interesse e dovere sostenere Il Bolscevico anche economicamente”.
Il richiamo alla figura dell'intellettuale del popolo evoca la Campagna dei cento fiori e soprattutto la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese. L'accento posto sulla cultura, quale mezzo di lotta politica e di trasformazione delle mentalità individuali, in senso collettivo e rivoluzionario, rosso e socialista, non cessa quando il proletariato prende il potere ed instaura rapporti di produzione marxisti-leninisti. Le sovrastrutture hanno bisogno di essere rese confacenti e funzionali alla nuova struttura anticapitalista. Agendo in tal modo, si ottiene il doppio risultato di evitare la controrivoluzione e di promuovere lo sviluppo della società socialista contro il revisionismo opportunista.
Uno dei motivi del declino dell'URSS post-staliniana è proprio aver trascurato l’aspetto sovrastrutturale, nella costruzione di una società inedita, favorendo la restaurazione del capitalismo e la trasformazione del primo Paese del socialismo reale in una potenza socialimperialista, dove la lotta di classe e la dittatura del proletariato sono state sacrificate sull'altare dello sviluppo delle forze produttive e del progresso materiale. Di qui la necessità incessante di intellettualizzare tutta la società e trasformarla sul modello della classe operaia, sposando più propriamente la concezione proletaria del mondo.
Tornano alla mente, fra le tante, le parole riportate in un noto scritto del Grande Timoniere Mao: "Noi riconosciamo infatti che nel corso generale dello sviluppo storico il fattore materiale determina quello spirituale, e l’essere sociale determina la coscienza sociale, ma in pari tempo riconosciamo, e dobbiamo riconoscere, la reazione del fattore spirituale su quello materiale, della coscienza sociale sull’essere sociale, della sovrastruttura sulla base economica"
. Ergo, se per intellettuali intendiamo, non i membri di una classe sociale definita, ma “chi svolge un'attività in cui prevale il pensiero ovvero chi esercita una professione che abbia attinenza con la cultura”, è necessario che tale categoria di persone metta il proprio sapere, saper essere e saper fare a disposizione del PMLI, contribuendo giocoforza al miglioramento de Il Bolscevico
sul piano teoretico o meglio su quello teorico-culturale, affinando il lavoro delle “Penne rosse”.
Non è facile, perché ciò richiede volontà, impegno ed abnegazione. Secondo Mao, "la società socialista comprende principalmente tre categorie di persone: gli operai, i contadini e gli intellettuali. Gli intellettuali compiono un lavoro cerebrale. La loro attività è al servizio del popolo, al servizio cioè degli operai e dei contadini. Nella loro maggioranza, essi possono servire la nuova Cina"
. Questa giusta osservazione vale anche per chi in Italia lavora per un Paese coeso, rosso e socialista. Sono convinto che anche nell'attuale Repubblica italiana, seguendo il Maestro cinese, "si possa dire che più del dieci per cento, compresi i membri e i simpatizzanti del Partito, hanno una certa familiarità con esso e si trovano su salde posizioni, su posizioni proletarie"
. Dunque, "che cento fiori sboccino e cento scuole si contendano"
.
Viva l'Italia unita, rossa e socialista!
8 gennaio 2025