Il Capo di Stato maggiore dell'esercito svela i piani bellicisti del governo Meloni
Masiello: “Preparare l'esercito all'ipotesi peggiore. Dobbiamo concentrarci sull'Africa”

In un'intervista a La Repubblica il capo di Stato maggiore dell'esercito Carmine Masiello svela i piani bellicisti del governo, sostenendo che “Bisogna prepararsi all’ipotesi peggiore ... è il passo più difficile che sto cercando di fare: cambiare la cultura dell’Esercito. Non è semplice e non è facile: ma è indispensabile iniziare a farlo, altrimenti saremo inevitabilmente perdenti. Lo saremo perché la tecnologia mette in discussione tutti i legami, le armi e i metodi di combattimento. Solo i valori dell’Esercito sono immutabili: restano la nostra forza. Si è visto in ogni crisi: noi ci siamo e non ci fermiamo mai, nonostante le difficoltà, perché dentro abbiamo un fuoco che ci ha portati a scegliere questa vita e a essere pronti a fare tutto per il Paese, fino all’estremo ”. “Noi stiamo assistendo a una rivoluzione militare e ci vuole un approccio che non può essere evoluzionario. È lo spirito con cui cerco di formare i futuri quadri. Noi come gli altri eserciti occidentali ci siamo ritrovati impreparati davanti alla situazione che si è verificata in Ucraina e ora stiamo correndo per reagire. Per vincere però non bisogna reagire ma agire. Lo sforzo più significativo che stiamo facendo è pensare a quali saranno le sfide dei prossimi 15-20 anni. Lavoriamo su due binari: reazione e proattività”. “Reagire all’Ucraina e prepararsi all’Africa. Penso che sarà un problema grosso. Come dice il ministro Crosetto, dobbiamo occuparci di Africa perché sicuramente l’Africa si occuperà di noi. La sfera del nostro interesse nazionale, il cosiddetto Mediterraneo allargato, si spinge fino a Sahel. E dobbiamo concentrarci su questo continente, che è quello del futuro ma su cui c’è l’attenzione di tanti: è arrivato il momento che l’Italia e l’Europa comincino a occuparsene seriamente ”.
Insomma il Capo di stato maggiore Masiello calza l'elmetto e si appella all'intero Paese perché si prepari alla guerra imperialista e alla difesa degli interessi dei monopoli italiani nelle direttrici classiche dell'imperialismo italiano che poggiano su due gambe:l'atlantismo e la UE imperialista. Appelli sempre più pressanti e ripetuti, che si accompagnano a una spesa militare che non conosce limiti. Si pensi, solo per fare qualche esempio, al recente varo e consegna alla Marina militare della nave più grande mai costruita in Italia dal dopoguerra, si pensi alla partenza, il 10 giugno scorso, della portaerei Cavour impegnata nella guida di una squadra di attacco in esercitazioni aeronavali congiunte con altri paesi imperialisti dell'Ovest nell'Indo-Pacifico, si pensi all'intervento imperialista italiano anti Houti nel Mar Rosso e si veda, infine, il Documento programmatico pluriennale della difesa per il triennio 2024 – 2026 che prevede tra l'altro la spesa di 7 miliardi di euro per l'acquisto di nuovi caccia d'attacco F-35.
Lo spropositato aumento delle spese militari da parte del governo poi sono l'ennesima prova provata che la guerra imperialista è sempre più vicina, guerra tra imperialismo dell'Est e quello dell'Ovest che ci vedrebbe invitare il nostro popolo a impedirne la partecipazione del nostro Paese con ogni mezzo, anche con la guerra civile, bisogna opporsi ad ogni costo alle guerre imperialiste ingiuste e di rapina e sostenere quelle giuste di liberazione nazionale e per la libertà e l'indipendenza dei popoli.
Anche per allontanare i pericoli di guerra e il coinvolgimento del nostro Paese è imperativo muovere la piazza per buttare giù da sinistra il governo neofascista Meloni prima che faccia ulteriori danni al nostro martoriato popolo, come è imperativo uscire dalla UE imperialista, che è irriformabile e va distrutta, oltre che dalla NATO e da ogni altra organizzazione al servizio dell'imperialismo di cui l'Italia fa parte.

8 gennaio 2025