Via libera ai consorzi industriali in Toscana
Esulta il Collettivo di fabbrica degli ex lavoratori Gkn di Campi Bisenzio
Nella notte tra venerdì 20 e sabato 21 dicembre 2024 il Consiglio regionale della Toscana ha finalmente approvato la legge sui consorzi industriali elaborata e proposta in prima istanza dal Collettivo di fabbrica degli ex-lavoratori Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) in lotta da tre anni e mezzo contro i licenziamenti e la chiusura dello stabilimento.
La legge era stata “presentata in piazza” dagli stessi lavoratori che nel maggio scorso con una “tendata” hanno occupato per diversi giorni il giardino della sede amministrativa della Regione Toscana, a Novoli.
Nel novembre scorso M5s e Pd (prima firmataria la consigliera del M5s Silvia Noferi) l'hanno presentata in aula e la sua approvazione è avvenuta dopo una seduta fiume caratterizzata dall'ostruzionismo di Lega e FdI con il voto favorevole di Pd, M5s, Iv e del consigliere di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, che ha votato in dissenso con il proprio Partito.
Il via libera ai consorzi industriali in Toscana è stato accolto con grande esultanza dalle centinaia di lavoratrici e lavoratori ex Gkn, che fra l'altro sono senza stipendio da 12 mesi, e dai tanti manifestanti solidali riuniti in presidio fin dal tardo pomeriggio sotto le finestre del Palazzo del Pegaso in Via Cavour a Firenze per seguire i lavori del Consiglio regionale.
Una bella vittoria festeggiata con cori, tamburi, fumogeni, fuochi d’artificio e un breve corteo verso Piazza Duomo.
“Un primo passo – ha commentato a caldo il portavoce del Collettivo e della Rsu Dario Salvetti - ora serve farlo il consorzio, e serve farlo attirando tutte le migliori energie. Per il momento i finanziamenti previsti (250mila euro l’anno per i prossimi tre anni, ndr) sono solo il motorino d’avviamento, bastano appena a girare la chiave del motore”.
La legge infatti indica un percorso istituzionale e burocratico molto preciso per favorire la nascita e lo sviluppo di consorzi industriali; rendere operativo il piano di reindustrializzazione incentrato sul fotovoltaico e cargo byke elaborato e promosso dagli stessi operai ex-Gkn per il quale è stata già effettuata una campagna di azionariato popolare che ha raccolto oltre un milione e 200 mila euro.
Le nuove norme stabiliscono che, previa approvazione della giunta regionale, i consorzi industriali possono essere promossi e costituiti da enti pubblici: Regione, Provincia, Comuni, ma anche da enti di ricerca, con una partecipazione pubblica non inferiore al 51% in modo da favorire la nascita e lo sviluppo di società cooperative, capaci di promuovere processi innovativi ad alto impatto tecnologico, e che rispondano alle esigenze del territorio e della comunità come appunto il piano di rendustrializzazione dagli operai ex Gkn.
I consorzi una volta formati possono, secondo la nuova legge, riconvertire gli stabilimenti abbandonati e chiusi una volta delocalizzata la produzione, proponendo anche ai comuni l’esproprio dell’area interessata.
Su questo punto il sindaco di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri (M5S) insieme alla maggioranza PRC e AVS si sono detti “Pronti ad agire. Abbiamo le basi per avviare immediatamente il consorzio industriale nello stabilimento ex Gkn. Se necessario, procederemo anche all’esproprio dello stabilimento, come previsto dalla normativa”.
Purtroppo c'è da sottolineare il pericolo concreto che la legge sui consorzi, gli impegni e le roboanti promesse politiche e istituzionali da parte della amministrazioni e degli locali rischiano di arrivare fuori tempo massimo perché lo stabilimento da “espropriare” non è più di proprietà della Qf Spa.
L'ombra della grande speculazione immobiliare denunciata fin dalla primavera scorsa dagli stessi lavoratori ex Gkn si è già allungata su tutto il complesso industriale ormai in disuso dal 9 luglio 2021. Gli stessi lavoratori confermano che lo stabilimento è stato venduto alla chetichella il 12 marzo 2024 a due società immobiliari, la Toscana Industry (Ti) e Società Immobiliare Toscana (Sit). Le due società fanno parte di un più ampio assetto societario fatto di scatole cinesi, hanno lo stesso amministratore delegato, e controllano indirettamente la stessa Qf Spa messa in liquidazione agli inizi del 2024 da Francesco Borgomeo proprio per dare il via alla grande speculazione immobiliare dopo aver preso in giro per mesi i lavoratori con false promesse e fantomatici piani di reindustrializzazione mai presentati.
Ciò significa che se il complesso industriale della exGkn ha già cambiato destinazione d'uso ed è diventato un complesso immobiliare la strada dell'esproprio e della costituzione del consorzio diventa ancora più complicata.
In un post pubblicato sulla pagine social del Collettivo di fabbrica si prospetta l'idea: “Ora potremmo ripartire con un consorzio pubblico, un polo delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile. Ma senza la mobilitazione dal basso della piana fiorentina, forse la ex Gkn sarà 'il più grande esperimento sociale che qua non è mai avvenuto'”
Per rilanciare dal basso la mobilitazione nei giorni scorsi il Collettivo e la Rsu ex Gkn hanno lanciato “La campagna 'resistere all'inverno, prenderci la primavera'” con una serie di iniziative sociali e di autofinanziamento per rilanciare la lotta e fare pressione sulle istituzioni locali, regionali e governative a mantenere le promesse perché “I tempi della reindustrializzazione, del consorzio, delle cause ci portano dritti a marzo”.
Pur ritenendo il mutualismo un metodo di lotta inefficace dal punto di vista strategico perché non può dare un futuro e il potere alla classe operaia, auspichiamo che l'indomita lotta dei lavoratori ex Gkn porti finalmente alla costituzione del consorzio e alla realizzazione del progetto di reindustrializzazione per una fabbrica pubblica e socialmente integrata, fondata su produzioni orientate alla transizione ecologica, come la produzione di cargo-bike (di cui sono già stati sviluppati alcuni prototipi) e di pannelli fotovoltaici e batterie realmente ecosostenibili.
In ogni caso noi saremo sempre attivi e solidali al fianco di chi è stato licenziato in tronco il 9 luglio 2021 dal fondo finanziario inglese Melrose; messo alla fame dal nuovo padrone Francesco Borgomeo che dal 23 dicembre 2021 ha rilevato lo stabilimento, “liquidato” e infine “venduto” a due società specializzate nelle grandi speculazioni immobiliari e ora rischia di rimanere impantanato nelle pastoie burocratiche e istituzionali del parlamentarismo e dell'elettoralismo borghesi.
8 gennaio 2025