Scongiurata la serrata dello stabilimento di Marcianise, nel Casertano
Evitati 408 licenziamenti alla “Jabil”
Annunciata la chiusura della fabbrica beneventana “Hanon Systems”
Redazione di Napoli
È stato respinto il tentativo di chiudere la fabbrica di Marcianise (Caserta) e il conseguente licenziamento collettivo tentato dai pescecani dirigenti della multinazionale Usa Jabil che da mesi aveva comunicato di voler chiudere lo stabilimento e licenziare collettivamente ben 408 tra operai e impiegati.
La lotta delle operaie e degli operai con le imponenti e combattive assemblee generali spesso finite in presidi e cortei ha dato ragione alla piazza che ha costretto le parti in gioco a trovare un acquirente e trasformare la chiusura in una cessione. Così è avvenuto con il definitivo passaggio alla Tme Assembly Engineering Srl (Tma) nuova società costituita dalla Tme di Portico di Caserta e da Invitalia (la Tme al 55% delle quote, Invitalia al 45%). Il passaggio delle quote azionarie, spiega una nota della Jabil, avverrà tecnicamente in due momenti: prima con il trasferimento delle quote da Jabil Circuit Italia (Jci) a una NewCo (Jabil NewCo) interamente controllata dalla prima, e poi con il passaggio da Jabil NewCo alla società Tma. Si sottolinea questa sorta di nazionalizzazione mista con la presenza di Invitalia, ufficialmente Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., che è un'agenzia governativa italiana costituita come società per azioni e partecipata interamente dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Pertanto con il perfezionamento della cessione delle quote verrà scongiurato l'invio delle lettere di licenziamento dei lavoratori del sito di Marcianise.
Si precisa che l’assemblea generale delle lavoratrici e dei lavoratori non aveva accettato - di fatto bocciandolo a novembre - la soluzione Tme, più volte proposta nei mesi scorsi. Trattasi, infatti, di una cessione unilaterale, su cui sindacati e lavoratori non hanno un diritto di veto, ma possono solo sedersi al tavolo per trattare eventuali condizioni economiche. Inoltre i dipendenti ormai ex-Jabil che non volessero passare nella nuova azienda non possono far altro che dimettersi. Rimane sullo sfondo la salvezza dei posti di lavoro, anche se operai e sindacati masticano amaro perché la partecipazione alle trattative è stata di fatto impedita da un patto sott’acqua tra il governo neofascista Meloni e i padroni della multinazionale USA.
Continuano intanto le proteste delle operaie e degli operai della multinazionale coreana “Hanon Systems”, specializzata in componenti per l’industria automobilistica, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Benevento entro maggio 2025, con il conseguentemente licenziamento e futuro incerto di ben 60 metalmeccanici. I padroni coreani avevano usufruito dei copiosi “ammortizzatori sociali” per avviare una riconversione produttiva verso componenti per motori elettrici.
Interessante il comunicato del Movimento Lavoratori di Azione cattolica (Mlac) della Campania che ha espresso “la più assoluta preoccupazione e vicinanza a quanti, ancora una volta in Campania, stanno rischiando il proprio posto di lavoro, a fronte, tra l’altro, del raggiungimento di standard produttivi annui molto elevati delle aziende che adottano questo drammatico provvedimento (pensiamo alla chiusura della Hanon a Benevento come ai licenziamenti collettivi alla Jabil di Marcianise o alla paventata, poi rientrata e al momento congelata, chiusura dei rubinetti delle forniture di tutte le aziende di Trasnova da parte di Stellantis, così come a tanti altri stabilimenti di altre aziende in Campania e nel resto d’Italia). Il che rende la decisione ancora più inspiegabile”. Un duro colpo, non incoraggiante, dice ancora il Mlac, per l’intero territorio del Sannio: “Ci auguriamo, di vero cuore, che dall’istituzione di un tavolo istituzionale, per affrontare i nodi della questione, si possano trovare soluzioni sia per salvaguardare l’occupazione dei lavoratori, sia per garantire una continuità produttiva sul territorio sannita. La speranza è che si riesca a riprendere questa situazione, così come tutte le altre, e a portare in porto la salvezza di posti di lavoro che sono puro ossigeno”.
2 aprile 2025