A Milano
Palestina libera. Stop al genocidio. 50mila in piazza
Una marea di bandiere palestinesi. Tanti ragazze e ragazzi combattivi. La carica della polizia, una provocazione di Meloni e Piantedosi. Striscioni e cartelli contro il governo Meloni
Il PMLI sfila con la Rete antisionista e anticolonialista per la Palestina

Dal nostro inviato speciale
Sabato 12 aprile in 50mila hanno percorso le strade di Milano in solidarietà con la Resistenza e il popolo palestinesi e per chiedere la fine del genocidio nella Striscia di Gaza. Alle folte comunità dei palestinesi in Italia si sono stretti solidalmente e fraternamente decine di migliaia di manifestanti giunti da tutto il Paese, con oltre 60 pullman, treni e auto. Tanti ragazze e ragazzi combattivi, ma anche intere famiglie con bambini. Il lungo corteo nazionale dalla Stazione Centrale è terminato all'Arco della Pace, nonostante l’interruzione di più di un’ora provocata dalle cariche della polizia in assetto antisommossa.
Alla mobilitazione, organizzata dalle associazioni palestinesi, API, GPI, UDAP, Associazione donne palestinesi, hanno aderito e partecipato i sindacati di base, SI Cobas, Confederazione Cobas, USB, CUB, SGB, Sial Cobas, ADL Cobas, USI, diverse sezioni dell'ANPI, i principali Centri sociali del Paese, i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello. A unire tutte queste realtà la marea di bandiere palestinesi, le keffiah al collo, gli striscioni, tra slogan e interventi: "Gaza libera, Palestina libera", “I popoli in rivolta scrivono la storia, Intifada fino alla vittoria!”, “Israele fascista, Stato terrorista”, “Israele criminale, Palestina immortale”, “Se non cambierà: Intifada pure qua”. Tanti i cartelli riproducenti il martirio del popolo palestinese e il dittatore fascista e criminale di guerra Netanyahu nelle vesti di Hitler. In testa al corteo anche alcuni attivisti che tenevano in braccio dei finti neonati coperti da un lenzuolo bianco sporco di vernice rossa. Un corteo che ha insomma espresso contenuti chiari e inequivocabili: contro l'occupazione sionista, Palestina libera dal fiume al mare, sostegno alla Resistenza senza se e senza ma.
Tra le assenze la più grave e significativa è stata sicuramente quella della CGIL. Colpevolmente scarsa la copertura e l’informazione dei media borghesi. Sulla carta stampata colpisce quella della “sinistra” borghese, in particolare de “Il Manifesto ” e de “Il Fatto ” con scarni trafiletti nascosti all’interno dell’edizione domenicale del 13 aprile.
L’improvvisa carica della polizia all'altezza di piazzale Baiamonti contro i manifestanti ha spaccato il corteo e di fatto posto fine a questa grande giornata di lotta antisionista, anticolonialista e antimperialista. Ma anche antigovernativa, come è testimoniato dai cartelli, striscioni e slogan contro il governo neofascista guidato da Meloni. Che non aspettava altro per provocare e mandare un messaggio chiaro a tutti coloro che si oppongono al genocidio palestinese e allo Stato sionista di Israele, alla guerra imperialista e alla corsa al riarmo. Fomentati dalle notizie di scritte apparse su sedi di banche e negozi lungo il percorso del corteo, contro Israele, governo italiano e loro fantocci, gli uomini della celere del ministro dell’Interno Piantedosi e agenti della Digos in borghese hanno iniziato a premere su un lato del corteo entrandovi non appena si è creato lo spazio per farlo. Poi sono partite le manganellate indiscriminate e ben 7 arresti di giovani colpevoli solo di essersi difesi, mentre la piazza intonava ''Via via la polizia'' e ''Tout le monde deteste la police'', con lancio di oggetti e fumogeni. Per costoro non c'era modo migliore per "festeggiare" la firma di Mattarella e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale solo due giorni prima del fascista Decreto Sicurezza, redatto e approvato con un vero e proprio golpe istituzionale.
“Ho personalmente pregato il Prefetto di portare il mio apprezzamento al questore di Milano per il servizio svolto dalle forze dell'ordine in occasione della manifestazione di oggi". Così si è espresso Piantedosi, aggiungendo: "Particolare plauso va ai poliziotti che, in un contesto difficile, con prontezza ed efficacia, sono riusciti a isolare e fermare un gruppo di facinorosi che, coperti e travisati, si erano resi artefici di atti vandalici, nonché di gesti e scritte di grave contenuto intimidatorio e violento”. Di "fatti gravissimi che continuano a ripetersi a ogni manifestazione e che sono il frutto di una pericolosa campagna di demonizzazione dell'avversario politico e delle donne e degli uomini in divisa" ha parlato il fascista presidente del Senato Ignazio La Russa che ha avvertito che “In troppi continuano a scherzare con il fuoco”. “Questi sarebbero i ‘pacifisti’ che il 25 Aprile andranno in piazza cercando fascisti che non ci sono”, ha tuonato il vicepremier fascioleghista Salvini, di fatto invocando la repressione poliziesca anche in occasione delle imminenti celebrazioni con cortei in tutto il Paese per l’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
Con una nota del 13 aprile gli organizzatori della manifestazione nazionale per la Palestina hanno rilevato che “Senza nessun preavviso, secondo ordini dall’alto, la polizia massicciamente predisposta ha attaccato a manganellate il corteo a piazzale Baiamonti fermando casualmente qualche persona che transitava, tra cui alcuni minorenni (poi rilasciati in serata). In questo modo - hanno aggiunto - chi ha comandato i questurini ha ottenuto l’obiettivo di cancellare dalla comunicazione nazionale il grande corteo contro l’aggressione d’Israele appoggiata dai paesi imperialisti, compresa l’Italia, al popolo palestinese. La comunicazione serale non a caso ha cercato di dimostrare un contenuto falso basato sui tafferugli tra polizia e dimostranti facinorosi”.
La delegazione del PMLI, ben organizzata e diretta dal Segretario del Comitato lombardo, compagno Angelo Urgo, composta da compagne e compagni e simpatizzanti giunti oltre che da Milano, da Biella e dalla Toscana, ha polverizzato già al concentramento di piazza Duca d’Aosta i quasi 400 volantini prodotti per l’occasione dal Comitato lombardo del PMLI, molto apprezzati per grafica e contenuti dalla piazza. Molto fotografati i nostri cartelli di sostegno alla Resistenza palestinese e Uno Stato due popoli e contro il fascista decreto sicurezza della Mussolini in gonnella Meloni. I compagni hanno sfilato nello spezzone della neonata Rete antisionista e anticolonialista per la Palestina, dietro lo striscione unitario, insieme a Potere al popolo, Rete dei comunisti, Cambiare rotta, OSA, USB e altre organizzazioni e associazioni di varie parti d’Italia aderenti alla Rete. Uno spezzone molto coeso e determinato, in cui le varie componenti si sono suddivise il lavoro di organizzazione e agitazione e preso le decisioni in assoluto accordo. Instancabili i giovani, tra cui le giovani compagne al megafono che hanno lanciato ininterrottamente slogan e parole d’ordine per tutta la durata del corteo, allargando la denuncia dell’imperialismo, dopo il rilancio degli slogan del PMLI sulla Palestina: “Lo Stato sionista va cancellato, Palestina libera, due popoli uno Stato”, “Netanyahu e Meloni, dei popoli assassini, siete i nuovi Hitler e Mussolini”: “Ci servono più case, aule e non più bombe”, “Basta, basta, basta spese militari, vogliamo salari alti, scuole e ospedali”, “Contro il presente che ci hanno consegnato, rompere l’Unione, uscira dalla NATO”, “Ma quale pacifista ma quale riformista, Unione europea gabbia imperialista”. Una combattività che ha contagiato gli spezzoni attigui al nostro, sfocato in un grande canto comune di Bella Ciao e dell’Internazionale.
Il Segretario generale e Maestro del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, al termine della manifestazione ha inviato un messaggio di ringraziamento ai compagni della delegazione “per l’ennesimo importante servizio reso al nostro amato Partito, alla Resistenza e al popolo palestinesi ”.

16 aprile 2025