Le modifiche alla legge elettorale sono incostituzionali
La Corte Costituzionale dice No al terzo mandato per De Luca
Il sindaco di Napoli Manfredi lancia la candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico (M5S)
Redazione di NapolI
Mercoledì 9 aprile la Corte Costituzionale ha finalmente sciolto la riserva espressa sulla questione terzo mandato avanzata da Vincenzo De Luca in vista delle prossime elezioni regionali in Campania dove l’attuale presidente in orbace era pronto ai nastri di partenza per ricandidarsi e confermare il suo potere borghese.
Una questione di estrema importanza e che vedeva anche i fascisti e i razzisti della Lega alla finestra per verificare la possibilità di un ennesimo mandato nella Regione Veneto per il presidente in camicia nera Luca Zaia. Ma dal palazzo della Consulta è arrivata la dichiarazione di incostituzionalità della modifica alla legge elettorale della Regione Campania.
Fallisce così il tentativo ducesco di De Luca di far passare la modifica della legge elettorale campana, modificata appositamente lo scorso novembre per superare il limite dei due mandati previsto dalla legge nazionale approvata nel 2004. Nella norma regionale si legge: “Non è immediatamente rieleggibile alla carica di presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi”. E ancora: “Ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”. La Corte Costituzionale ha ritenuto illegittimo far partire il calcolo dei mandati dalla fine del 2024, cosa che avrebbe consentito a De Luca di non conteggiare il primo mandato, svolto tra il 2014 e il 2020.
La modifica alla legge elettorale - ha spiegato la Corte - “ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo posto dal legislatore statale” con la legge del 2004. Una violazione, ha sottolineato, dunque, la Corte, che contrasta con l’articolo 122 della Carta fondamentale repubblicana, la quale stabilisce che “il sistema d’elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della regione nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi”.
Nonostante la contrarietà del popolo del PD e, a un certo punto, della segretaria Elly Schlein, il marpione salernitano aveva comunque costruito giuridicamente la norma per far sì di governare la Campania in violazione addirittura della Costituzione del 1948.
De Luca ha criticato la decisione della Corte Costituzionale, scrivendo su Facebook: “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”.
E mentre la Lega, vista la fine anticipata della giunta Zaia richiama la coalizione governativa per affermare che il Veneto è della Lega e non si tocca - con riferimenti espliciti alla ducessa Meloni e a Fratelli d’Italia – il sindaco di Napoli Manfredi richiama l’attenzione di De Luca facendo appello alla “stabilità e alla coesione della coalizione” di “centro-sinistra” e promettendo un posto al sole al futuro ex presidente o ad uno dei suoi figli o sodali alle prossime elezioni regionali campane che si dovrebbero tenere in autunno e per la cui carica di governatore circola molto il nome dell’ex presidente della Camera Roberto Fico, dei 5 Stelle.
16 aprile 2025