Ecoattivisti Xr denunciano la polizia
“Perquisizioni degradanti e arbitrarie, violenza privata, sequestri di persona”

Non solo “sequestro di persona”, ma anche “perquisizioni degradanti ed arbitrarie” e “violenza privata”. Sono queste le accuse contenute in due differenti denunce presentate dagli attivisti di Extintion Rebellion (Xr) nei confronti delle questure di Roma e Brescia.
I legali degli ambientalisti noti per le loro proteste contro il cambiamento climatico ed il fossile, hanno puntualmente denunciato nei loro atti d'accusa fatti e situazioni secondo le quali la polizia di regime intervenuta nelle due circostanze, avrebbe “apertamente violato le procedure previste dalla legge” nei numerosi fermi e nelle identificazioni effettuate durante le proteste del 22 novembre 2024 e del 13 gennaio 2025 nelle due città.
Nel 2024, mentre a Baku, in Azerbaijan, si stava concludendo la farsa della Cop 29 sul clima, un centinaio di attivisti di Xr scaricò davanti all'ingresso del Viminale, sede del Ministero degli Interni, oltre cinque quintali di letame.
“L’unica sicurezza è questo clima di merda”, si leggeva su uno degli striscioni; un chiaro messaggio di critica al governo Meloni per le sue scellerate politiche ambientali ed energetiche che mantengono le fossili e puntano al nucleare, scaricando ogni forma di reale rinnovabile.
Ma alla protesta contro “le politiche inquinanti del governo” era accompagnata anche quella in opposizione alla “promozione di misure volte a reprimere il dissenso” di Meloni, che in quella circostanza stava delineando le misure contenute poi nel famigerato DDL 1660, ora approvato come Decreto Legge dal complice Mattarella.
In 75 furono portati con la forza negli uffici della questura di via Teofilo Patini e, “privati degli effetti personali, sottoposti a rilievi biometrici e trattenuti per dieci ore senza la redazione di alcun verbale”. Alla fine, il trofeo di giornata con il quale la polizia omaggiò Piantedosi, si concretizzò in 33 fogli di via obbligatori imposti ad altrettanti manifestanti. Una misura di “prevenzione fascista” della durata da 3 mesi a 6 anni per ciascuno di essi, proporzionata ai precedenti penali dei quali erano eventualmente gravati.
Nella seconda mobilitazione, in Lombardia, gli attivisti di Xr denunciarono le responsabilità della Leonardo Spa nel massacro in corso a Gaza e nella crisi climatica. Il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento fu sgomberato dalle forze dell'ordine borghese, e 17 manifestanti furono portati in questura e trattenuti per nove ore nelle quali si consumarono anche vergognose umiliazioni alle ragazze coinvolte. Nella denuncia alla questura si legge infatti che alle donne fu ordinato di spogliarsi completamente ed eseguire degli squat. La questura si affrettò a dichiarare che questa vigliacca procedura si svolse salvaguardando “riservatezza e dignità delle persone” e che i piegamenti sulle gambe furono ordinati “al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi”. Per l'avvocato però quel tipo di perquisizioni fisiche “sono assolutamente incompatibili con i reati contestati”.
In entrambi i casi, e come sempre nelle iniziative seppur clamorose di Xr, si è trattato di proteste pacifiche, nelle quali tutti gli attivisti e le attiviste hanno immediatamente fornito alle autorità i propri documenti.
E proprio per questa ragione il movimento ha dato il via alle azioni legali. “Abbiamo contestato il sequestro di persona perché non era necessario trattenere le persone per identificarle – afferma l'avvocato di Xr, Gilberto Pagani – Dai video si vede benissimo che tutti erano già stati identificati al momento dell’azione. Dagli stessi atti emerge che le perquisizioni sono state arbitrarie. Parliamo poi di violenza privata perché gli attivisti sono stati costretti a rimanere molte ore in questura senza motivo”.
Insomma, come accaduto fin dal suo insediamento ogni volta ve ne fosse l'opportunità, il governo Meloni non ha esitato ad utilizzare le sue forze dell'ordine per sgomberare immediatamente e con la forza ogni forma di presidio, ed a sciogliere ogni inziativa che mostrasse dissenso nei confronti della sua linea politica e sociale neofascista; fra i bersagli preferiti da Piantedosi ci sono sempre stati gli attivisti di Xr che, assieme alle questioni specifiche legate al clima ed all'ambiente, così come al benessere degli animali, hanno contestato la stretta repressiva del governo.
E non a caso infatti l'azione legale giunge poche ore dopo il “golpe neofascista” del pacchetto “sicurezza” varato, come già accennato, per decreto anziché seguendo l'iter previsto del disegno di legge.
“Il senso delle nostre denunce – scrivono gli attivisti di Xr - non è identificare delle mele marce. Non ci interessa trovare singoli poliziotti cattivi. Questi abusi sono strutturali e seguono ordini che vengono dall’alto con l’obiettivo di reprimere il dissenso dei movimenti climatici e di tutti gli altri”.
Ed allora, se da un lato il governo Meloni ha rafforzato il suo quadro legislativo antidemocratico e fascista sdoganando il suo pilastro della repressione del
dissenso, è un bene che la protesta degli ambientalisti, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti si intensifichi e divenga più forte e radicale in ogni piazza.
Nello specifico, per quanto riguarda la lotta contro il cambiamento climatico, l'auspicio è che le azioni come quelle effettuate da Ultima Generazione, che trovano anche un impatto mediatico capace di aumentarne la risonanza, siano maggiormente inserite in un contesto di massa, introdotte all'interno di un fronte unito attraverso il quale sia più complicato per l'ordine neofascista colpire e punire anche con l'arresto i singoli attivisti rispetto alle azioni di piccolo gruppo, depotenziandone così l'azione.
Per fare ciò occorre far ripartire un confronto sincero, aperto e senza pregiudizi fra i tanti organismi sociali, associazioni e partiti anticapitalisti che hanno a cuore la questione climatica ed energetica e la libertà, minate alla radice da questo esecutivo neofascista. Per noi è chiaro che la lotta alle politiche ambientali, al manganello e a tutte le misure antipopolari ed antidemocratiche di questo esecutivo, devono essere indirizzate a far cadere con la piazza il governo neofascista di Meloni il prima possibile, prima che faccia altri danni e finisca di cancellare le residue e più elementari libertà democratico-borghesi.
 
16 aprile 2025