In occasione dello sciopero generale indetto da SiCobas
Picchettato il varco del porto di Genova dove passano le armi e partecipato corteo contro la guerra, il riarmo europeo e il ddl sicurezza

Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
Lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati, organizzato e indetto da SiCobas, per l’intera giornata del 11 aprile, ha avuto, nella città di Genova, il suo prologo durante la notte e in prossimità dell’alba. Decine di manifestanti, con striscioni e bandiere, hanno bloccato e picchettato i magazzini, situati al varco Albertazzi San Benigno del porto di Genova; polo logistico in cui passano armi e materiali necessari agli scenari di guerra. Impedendo, di fatto, alle merci di entrare o uscire dal porto.
Le loro parole d’ordine inequivocabili: Contro il genocidio del popolo palestinese e l’aggressione imperialista in Ucraina; Contro il piano strategico europeo che prevede 800 miliardi di spesa per il riarmo; Contro il ddl sicurezza e lo stato di polizia mirato a reprimere le lotte sociali, antagoniste alla borghesia e che legalizza il terrorismo di Stato; Contro le politiche di sacrifici imposti ai lavoratori; Rivendichiamo aumenti salariali, riduzione dell’orario di lavoro, stop ai licenziamenti.
Ma l’iniziativa politica-sindacale del SICobas non si è limitata al blocco delle merci in uscita e in entrata dal varco Albertazzi. Al grido “Abbassiamo le armi e alziamo i salari” ha preso vita, nelle prime ore del pomeriggio, un corteo. Un corteo determinato e colorato con bandiere mosse dal vento della martoriata Palestina e da quelle rosse del sindacato di base SICobas. A partecipare all’iniziativa circa 400 manifestanti composti da lavoratori del settore, studenti e attivisti. Partendo dal varco portuale Albertazzi, i manifestanti si sono diretti, inizialmente, in direzione del casello autostradale di Genova Ovest. Poi il corteo ha cambiato direzione e ha percorso via Cantore, via Buranello, via Paolo Reti per poi giungere in piazza Montaldo (Sampierdarena) in cui si è tenuto un presidio. Solo i lavoratori possono fermare la guerra - hanno più volte ribadito i manifestanti - e solo la classe operaia e la lotta di classe, potrà arrestare la possibile e imminente guerra imperialista.

16 aprile 2025