In piazzale Baiamonti, teatro delle cariche poliziesche al corteo del 12 aprile
Presidio per la Palestina e contro la repressione a Milano
GPI: “Continueremo a portare la Palestina e la lotta in tutte le piazze”.

“Dopo i fatti e l’affronto intimidatorio della Questura e dello Stato del 12 aprile scorso, il giorno stesso in cui il decreto Sicurezza entrava in vigore per soffocare la nostra lotta, torniamo insieme, ancora più determinati e determinate in Piazzale Baiamonti. Saremo in presidio alle 17 per denunciare la complicità del governo italiano con il genocidio in corso in Palestina, per opporci alla repressione e allo stato di polizia che colpisce chi lotta, e per ribadire il nostro pieno supporto alla resistenza palestinese.”.
Con queste parole i Giovani Palestinesi di Milano hanno annunciato all'indomani del 12 aprile un secondo appuntamento per sabato 19, che si è aggiunto al corteo che dall'inizio dell'ultima aggressione nazisionista a Gaza, ogni sabato pomeriggio vede il fronte pro-palestina in corteo da piazzale Loreto al parco Trotter. Alle ore 17 infatti, in piazzale Baiamonti, teatro dell'aggressione delle forze dell'ordine di Piantedosi al corteo del 12 aprile, è stato convocato dalle realtà palestinesi già organizzatrici del corteo della settimana scorsa, un secondo presidio. “Alcuni manifestanti hanno ricevuto denunce e fogli di via dopo i rastrellamenti portati avanti dalle forze dell'ordine: questo è il momento di stare vicinə. Si parte e si torna insieme!", si leggeva infatti sulla pagina di lancio dell'iniziativa.
Giovani Palestinesi d'Italia, Udap e la Comunità Palestinese della Lombardia hanno adottato come slogan del presidio la frase "Il 12 c'eravamo tutte e tutti per la Palestina libera", tratta dall'importante comunicato stampa di GPI pubblicato all'indomani del corteo di sabato scorso, "Siamo qui perché questo è il posto che ci spetta. Siamo qui perché settimana scorsa, proprio in questo piazzale, lo Stato ha attaccato volutamente il corteo nazionale della Palestina, l'ha spezzato in due - ha detto uno degli organizzatori – ed oggi siamo qui per dimostrare alla Questura e allo Stato che noi non abbiamo paura delle loro intimidazioni".
Oltre all'opposizione al genocidio e al rilancio di un incondizionato sostegno alla resistenza palestinese, i manifestanti nei loro interventi hanno puntato il dito anche contro i piani di riarmo e contro la repressione del decreto sicurezza, argomenti che si legano a doppio filo con le vicende mediorientali.
"Abbiamo capito che quello che stiamo costruendo, la resistenza qui in Italia, vi fa paura”, ha continuato il presidente di GPI Milano tra gli applausi dei partecipanti, “lo avete dimostrato il 12, e noi continueremo a portare la Palestina e la lotta in tutte le piazze". Dopo alcuni altri interventi al microfono, i manifestanti si sono mossi in corteo fino all’Arco della Pace. “Dopo tutto quello che è successo il 12, volevamo partire proprio da qui dove tutto è cominciato”, ha dichiarato Khader Tamimi, presidente della Comunità palestinese in Lombardia. “La questura deve approfondire quello che è accaduto, perché non è vero che sono stati attaccati dalla gente”.
Poi Tamimi ha terminato il suo intervento denunciando di fatto strumentali infiltrazioni: “Dall’inizio sapevano che c’era un gruppo venuto a disturbare, vestiti di nero, che hanno iniziato a rompere vetri e forse a scrivere. Ma perché non li hanno fermati prima?”, ha concluso.
Ormai è chiaro a tutti che in questo senso la storia si ripete, fin dai tempi del G8 genovese che mostrò il lato più repressivo di una sicurezza fascista che oggi si è fatta legge, e delle sue strategie di piazza. Non si impedisce agli infiltrati – spesso guidati dalla regia poliziesca stessa - di fare azioni che poi vengono prese a pretesto per usare il manganello, reprimere i manifestanti, fermare i cortei e dare un monito a coloro che volesserero scendere in piazza per protestare dal giorno seguente.
Ma questa strategia neofascista non ha mai impedito alle masse popolari antifasciste in lotta di venire meno al loro dovere, e infatti esse continuano a riempire le piazze per opporsi oggi al boia sionista Netanyahu, così come all'UE imperialista, alla Nato ed allo stesso governo neofascista Meloni che impugna il manganello.
Avanti così dunque, quanto più uniti possibile, fino alla vittoria!
Palestina libera dal fiume al mare!

23 aprile 2025