In Ungheria un emendamento alla Costituzione restringe le libertà civili e i diritti umani
Il fascista Orban vieta il Pride per legge
Proteste in piazza a Budapest
Lo scorso 18 maggio il parlamento di Budapest aveva approvato ,con la larga maggioranza che sostiene il premier fascista Viktor Orban e guidata dal suo partito Fidesz, il divieto per legge dello svolgimento pubblico del Pride Lgbtq+ previsto nella capitale ungherese per il 28 giugno. Il 14 aprile la stessa larga maggioranza approvava un emendamento alla Legge fondamentale per dare una nuova stretta alle libertà civili e i diritti umani; la costituzione varata dal regime di Orbán nel 2012 era già stata modificata nel 2020 per sancire che il matrimonio è ammissibile soltanto fra un uomo e una donna e per vietare l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso affermando che “una madre è una donna e un padre è un uomo”.
Fra le conseguenze della modifica costituzionale fascista diventa un reato non dichiararsi donna o uomo e chi parteciperà a un evento pubblico con bandiere o simboli Lgbtq+ può essere colpito da sanzioni di 500 euro. Per rilevare il reato la polizia potrà utilizzare software per il riconoscimento facciale dei partecipanti a eventi Lgbtq+ o altri non autorizzati, magari un software che utilizza le potenzialità dell'intelligenza atificiale come quello messo a punto dal camerata Netanyahu appena passato da Budapest e usato come arma nel genocidio palestinese a Gaza.
La modifica costituzionale stabilisce che “i diritti dei bambini allo sviluppo morale, fisico e spirituale prevalgono su qualsiasi altro diritto, ad eccezione del diritto alla vita, incluso quello di riunirsi pacificamente”. E fa parte della già reazionaria legislazione ungherese sulla "protezione dei minori" che vieta la "rappresentazione o promozione" dell'omosessualità ai minori di 18 anni.
La ragione del nuovo giro di vite della repressione del Orban nascerebbe quindi in nome di una supposta “protezione dei minori”, una presunta difesa dei diritti dei più piccoli allo sviluppo morale, fisico e spirituale secondo i canoni del sistema fascista e comunque usati strumentalmente contro altri diritti come quello di manifestare, per colpire comunque il dissenso che è un pallino di tutti i governanti borghesi fascisti amici di Orban, dal criminale Netanyahu a Trump, a Putin e alla ducessa Meloni.
L'opposizione alla nuova legge e alla modifica costituzionale già si era fatta sentire
con manifestazioni per le strade della capitale magiara, dal mese scorso ogni martedì la protesta contro il divieto al Pride.si ripeteva davanti al ponte Elisabetta e mentre il parlamento votava l’emendamento costituzonale, un migliaio di dimostranti protestava fuori dalla sede in piazza Kossuth. E il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, prometteva che “il Pride si terrà e, se lo vorrete, sarà più grande, più libero e più orgoglioso che mai”.
23 aprile 2025