No al comando multinazionale Nato a Firenze
Unire gli antimperialisti, gli antifascisti, gli antimilitaristi, i pacifisti tfiorentini, le studentesse e gli studenti ed allargare il fronte unito. Convergere sulla parola d'ordine “No al Comando Nato”
Il nuovo comando Nato di Firenze, la “Multinational division south” guidata dalla divisione Vittorio Veneto di stanza nella caserma Predieri a Rovezzano, è operativo.
Il progetto della nuova unità era stato avanzato nel 2019 dal ministero della Difesa italiano che aveva allora a capo Lorenzo Guerini (PD), ed ha il compito di guidare la componente terrestre delle forze Nato nell'area meridionale d'Europa e nel Mediterraneo. Un'attività che diviene da oggi effettiva, maturata nel silenzio pluriennale dei partiti di regime e di governo locale, nonostante le posizioni contrarie evidenziate più volte di gran parte della popolazione.
Si consolida un progetto sbagliato e pericoloso
Dall'iter del progetto gestito dal ministero della Difesa guidato ora dal fascista Guido Crosetto emerge che la prima fase del bando di gara si è chiusa il 7 febbraio scorso con 36 offerte arrivate da consorzi di imprese costruttrici per la demolizione e ristrutturazione di due palazzine dell’ex caserma, per un importo di ben 27 milioni di euro; un bel gruzzoletto di soldi pubblici che foraggeranno le speculazioni di turno che si ripetono costantemente ad ogni appalto.
Poi, data l'urgenza al riarmo imperialista, i lavori procederanno sotto il regime previsto dal Codice dell’ordinamento militare, che consente deroghe urbanistiche ed edilizie senza passaggi in Consiglio comunale né tanto meno il coinvolgimento dei fiorentini che fra le altre cose non c'è mai stato, neppure di fronte ad una installazione così pericolosa.
Per la popolazione antifascista, democratica, pacifista, antimperialista e antimilitarista non sono certo state sufficienti le rassicurazioni del Ministero che da sempre ha sottolineato l'assenza a Firenze di unità operative militari né traffico di mezzi impattanti, banalizzando quindi l'importanza strategica di carattere internazionale del Comando, guida dell'imperialismo occidentale nel sud del Vecchio Continente.
Dopo numerose pressioni da parte di alcune forze politiche d'opposizione e data l'attenzione crescente della popolazione della città del Giglio al tema, la vicenda del Comando Nato è stata affrontata anche in Consiglio comunale, dove l'assessore Giovanni Bettarini (PD) sulla falsa riga del ministro, si è detto tranquillo perché alla Predieri “non ci saranno né cannoni né carri armati”. Un’affermazione ridicola poiché una presenza del genere, strategica per una parte consistente dell'Europa in perenne tensione, ed ora più che mai inserita in un quadro internazionale che si prepara alla guerra mondiale imperialista, è più che sufficiente a rendere Firenze parte attiva nelle decisioni militari, e pertanto un potenziale bersaglio di guerra.
Comitati in lotta
Nel capoluogo toscano si è costituito da tempo il comitato “No Comando Nato né a Firenze né altrove”, pronto a rilanciare la battaglia alla luce dell'avvio operativo del Comando stesso.
“Il fatto che siano i comitati e non le istituzioni a informare la popolazione su un progetto di questa portata - spiegano i suoi rappresentanti - conferma la scelta del silenzio da parte dell’amministrazione, che diventa nei fatti complicità rispetto a un’operazione di grande rilevanza e impatto… Serve una mobilitazione ampia, capillare e coordinata, non possiamo accettare che Firenze diventi un nodo strategico della macchina bellica”.
Prima dell'ultima partecipatissima assemblea che si è tenuta presso il circolo ARCI di Rovezzano, nel settembre scorso circa tremila manifestanti erano scesi in piazza, e in quella occasione fu importante la netta presa di posizione del Quartiere 2 contro l'installazione del Comando. Durante la fiaccolata per la pace promossa dalla CGIL il 1° luglio, il comitato “No Comando Nato” ha partecipato con un suo specifico spezzone.
Una Toscana militarizzata
In ogni caso l'installazione del Comando a Firenze rientra in un quadro più ampio di militarizzazione del territorio al quale la regione guidata dal presenzialista e narcisista Eugenio Giani (PD) presta serenamente il fianco, e che l'ha ormai ridotta a essere un vero e proprio hub
militare strategico di primo piano.
La Toscana infatti è investita in pieno da un processo di ampliamento delle strutture militari che ospita, delle quali paradossalmente il comando Nato fiorentino è l’ultimo in ordine cronologico. All’aeroporto di Pisa infatti il ministero della Difesa ha in progetto di realizzare una nuova aviorimessa dal valore di 40 milioni di euro per la manutenzione di aerei militari per la movimentazione di mezzi e truppe, mentre nella pineta del parco naturale di San Rossore, il governo neofascista Meloni vuole realizzare una base dell’Arma dei carabinieri da circa 140 ettari, con un costo stimato di 520 milioni.
È un bene dunque che anche le popolazioni di queste aree si mobilitino, come accadrà Il 12 luglio nel Pisano davanti alla famigerata base militare Usa di Camp Darby, quando gli antimperialisti e gli antimilitaristi ne chiederanno la chiusura e la sua riconversione a usi esclusivamente civili.
Il Comitato provinciale di Firenze del PMLI si è espresso sul tema con due comunicati stampa, il primo nel novembre del 2023, il secondo nel settembre del 2024, ed oggi conferma la linea già espressa.
Allargare il fronte unito
A nostro avviso, infatti, per poter respingere questo progetto sbagliato, dannoso e pericoloso innanzitutto per le masse popolari fiorentine, continuiamo a pensare che si debba fare ogni sforzo per costituire un fronte unito quanto più vasto possibile che si inserisca certamente a pieno titolo nella parola d'ordine “Fuori l'Italia dalla Nato e fuori la Nato dall'Italia” che anche noi, come tanti altri organismi, nazionali e cittadini, sosteniamo da sempre.
Un ampio fronte unito che è la ricetta indispensabile per vincere innanzitutto questa battaglia, per poi combatterne e vincerne altre; costituirlo è il primo passo da fare per allargare la lotta e le capacità di informare capillarmente le masse popolari fiorentine, tutte in pericolo da questo sciagurato processo.
Per fare ciò è indispensabile far convergere sul tema centrale (che in questo contesto non può che essere “No al Comando Nato”) non esclusivamente le forze marcatamente anti-Nato o extra-istituzionali che sono ad oggi senz'altro la colonna portante del movimento d'opposizione, ma anche quelle di matrice cattolica e “pacifista”, con un occhio di particolare riguardo ai collettivi studenteschi medi e universitari. Un passaggio che si può centrare in concreto lasciando da parte tutte le ulteriori posizioni che possono essere divisive, perché invece di unire sul tema centrale del Comando Nato alla ex-Predieri, frammentano e rendono più debole questo fronte unito e la sua capacità di lotta anche se sappiamo che è forte il lavorio dei putiniani.
È certo infatti che solo una vasta, determinata e combattiva mobilitazione sarà capace di costringere gli imperialisti Nato e i loro servi di Palazzo Vecchio a fare marcia indietro.
9 luglio 2025