Vietato contestare la scuola del regime capitalista neofascista
Studenti contestano l'esame di maturità. Valditara: “Saranno bocciati”
Nella scuola del regime capitalista e neofascista “Chi boicotta l’esame facendo scena muta all’orale, dal prossimo anno sarà bocciato”.
È il nuovo divieto imposto dal ministro fascioleghista dell'Istruzione e del “Merito” Giuseppe Valditara di fronte alla clamorosa contestazione dell'esame di maturità attuata da due studenti di Padova e di Belluno, Gianmaria Favaretto e Maddalena Bianchi, che nei giorni scorsi si sono rifiutati di sostenere la prova orale all'esame di Stato e, senza infrangere nessun obbligo e in pieno rispetto della normativa e del regolamento attualmente in vigore, la commissione li ha dovuti comunque promuovere perché, sommando i crediti del triennio e i voti ottenuti alle due prove scritte, i due candidati avevano già raggiunto un punteggio superiore ai 60 centesimi.
L’articolo 18 del decreto legislativo 62/2017 (la famigerata “Buona scuola di Renzi”) stabilisce infatti che ogni prova scritta vale fino a 20 punti, che l’orale ne può valere altrettanti e che i restanti 40 punti sono riservati al credito scolastico maturato negli anni precedenti. A questi si aggiungono 5 punti per chi raggiunge almeno 50 punti nelle prove, e ne ha 30 di credito. Per superare l’esame servono almeno 60 punti e siccome la legge non specifica su quali prove devono essere conseguiti, chi li ha già superati (tra scritti e crediti), può legittimamente rifiutarsi di fare l’orale senza infrangere nessuna legge e regolamento scolastico.
Una protesta dunque pienamente legittima contro una scuola che obbliga a “Imparare le cose a memoria e non ci dà la possibilità di esprimere il pensiero critico per cui la prova di maturità non ha alcun senso”, hanno ribadito gli studenti, suscitando la reazione furibonda e repressiva di Valditara che teme possa diventare una nuova forma di protesta diffusa in tutte le scuole assumendo anche iniziative diverse come ad esempio è successo a Nardò (Lecce) dove una studentessa ha manifestato la sua avversione all'esame di Stato pubblicando una lettera aperta contro la presidente della sua commissione d’esame che durante la prova orale “mi ha trattata con un tono sminuente e aggressivo”.
L'idea di fare scena muta all'esame orale in segno di protesta contro “i meccanismi di valutazione scolastici, l’eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente” è stata lanciata l'anno scorso da tre studentesse del liceo classico Foscarini di Venezia che per prime hanno deciso di “fare scena muta all’orale” perché ritenevano che nella loro classe la versione di greco fosse stata valutata con troppa severità. Anche in quel caso la commissione d'esame è stata costretta a promuove le tre candidate che avevano già conseguito il punteggio di 65, 71 e 67 centesimi.
“Un grave atto di disobbedienza” e una protesta “che andrebbe bene su Tic Toc” secondo l’europarlamentare veneta di Fratelli d’Italia Elena Donazzan e Mario Rusconi, dell’associazione romana presidi, che dal prossimo anno non sarà più tollerata ha minacciato Valditara perché: “Con la riforma della Maturità comportamenti di questo tipo non saranno più possibili. Se un ragazzo non si presenta all’orale o volontariamente decide di non rispondere alle domande dei docenti perché vuole 'non collaborare' o 'boicottare' l’esame, dovrà ripetere l’anno”.
“Evidentemente il governo ha paura del dissenso – ha replicato sui social la studentessa Maddalena Bianchi – e attua una forte repressione che farà diventare la scuola ancora più terribile di ciò che già è... è la prova evidente di quanto il sistema sia arretrato... Nei 5 anni delle superiori ho trovato raramente professori che cercassero di capire veramente noi studenti... purtroppo, ho sempre trovato l’ambiente scolastico decisamente troppo competitivo e perciò disumanizzante”.
Da parte sua l'altro studente “contestatore”, Gianmaria Favaretto, ha replicato alle minacce di Valditara e in una intervista al Corriere della Sera
dell'11 luglio ha fra l'altro detto: “Sono senza parole. Non c’è alcun dialogo con gli studenti. Credo che un problema, che evidentemente esiste, si possa provare a risolvere in due modi: o con il dialogo, oppure con la forza. E quella del ministro mi sembra una risposta violenta, per cui sono molto dispiaciuto... Sono deluso da chi dovrebbe guidarci, dagli adulti, e dal fatto che la scuola sia ormai diventata un luogo in cui si trasmettono solo nozioni. C’è molto su cui riflettere”.
Furibondo davanti alla determinazione degli studenti “contestatori”, in una intervista al Corriere della Sera
del 13 luglio Valditara ha rincarato la dose di minacce precisando che: “Se si consentisse di rifiutare senza conseguenze di sottoporsi all’esame, sarebbe legittimo rifiutare tutto ciò che non ci piace... dobbiamo uscire da quella cultura che ha paura del giudizio, che rifiuta il concetto di autorità, che condanna i divieti, che rifugge dal pronunciare dei no, anche quando servono, che considera sempre dannose le sanzioni. In questo modo si coltiva l’immaturità e ci si abitua a considerare normale la irresponsabilità. La scuola serve anche come palestra per imparare ad affrontare le difficoltà. La vita è fatta anche di prove”.
Grazie Maddalena, grazie Giammaria per il coraggio e la “prova di maturità” che avete sostenuto.
16 luglio 2025