Mentre continuano senza soste i criminali bombardamenti russi
In vigore il 18° pacchetto di sanzioni UE contro la Russia. Ma anche le condizioni capestro di FMI e UE per i finanziamenti all'Ucraina
Zelensky: “"Bisogna fare tutto il possibile per ottenere il cessate il fuoco. E la parte russa deve smettere di nascondersi dalle decisioni"

Nonostante il presidente ucraino Zelensky abbia espresso il 19 luglio per l’ennesima volta la sua disponibilità a negoziare direttamente con il suo omologo russo, il nuovo zar del Cremlino Putin, "È necessario intensificare i negoziati", ha affermato, "bisogna fare tutto il possibile per ottenere il cessate il fuoco. E la parte russa deve smettere di nascondersi dalle decisioni". "Scambio di prigionieri. Ritorno dei bambini. Fine delle uccisioni. È necessario un incontro a livello di leader per garantire realmente la pace, una pace duratura", ha aggiunto Zelensky, "l'Ucraina è pronta per un incontro di questo tipo", e il segretario del consiglio di sicurezza ucraino Umerov ha proposto un nuovo incontro con la parte russa per la prossima settimana a Istanbul, continuano i criminali raid di Mosca su tutta l’Ucraina con morti e distruzioni civili. Da Kiev a Odessa, bombe russe anche su Kostyantynivka e Kramatorsk, a Dobropillia, nel Donetsk, a Nikopol, nella regione centrorientale di Dnipropetrovsk. Il 21 luglio lo stesso presidente ucraino ha rilevato che "Sono in corso operazioni di soccorso e di emergenza nelle nostre città e comunità a seguito dell'attacco russo. Sono stati segnalati danni a Kiev e nella regione, nonché nelle regioni di Kharkiv e Ivano-Frankivsk. Droni d'attacco sono stati intercettati anche sulle regioni di Sumy, Khmelnytskyi, Kirovohrad, Mykolaiv, Poltava e Kherson. Gli attacchi russi sono sempre un attacco all'umanità", ha aggiunto, "a Kiev un asilo è andato a fuoco, insieme a edifici residenziali e altre infrastrutture civili. A Kharkiv, Ivano-Frankivsk e nella regione sono stati danneggiati normali condomini. Quindici persone sono rimaste ferite, la più giovane è un ragazzo di 12 anni. Tutti stanno ricevendo assistenza. Due persone sono state uccise nell'attacco”.
Il 18 luglio era stato varato dall’UE il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia. “Si tratta di una decisione necessaria, necessaria proprio ora come risposta al fatto che la Russia ha sferrato colpi ancora più duri alle nostre città e ai nostri villaggi" ha scritto Zelensky su “Telegram”. L'Unione europea ha introdotto inoltre un limite più severo al prezzo del petrolio russo, fissato a circa 46 dollari al barile. "In coordinamento con altri partner internazionali, lavoreremo affinché il price cap riduca effettivamente le entrate russe… Vorrei sottolineare – ha continuato Zelensky - in particolare la decisione dell'Unione europea di vietare qualsiasi transazione relativa ai gasdotti del sistema Nord Stream, la cui costruzione faceva parte dei preparativi di Putin per una guerra su vasta scala. Tutta l'infrastruttura della guerra russa deve essere bloccata. Stiamo preparando rapidamente la sincronizzazione delle sanzioni europee in Ucraina e stiamo anche preparando nuove decisioni sulle sanzioni, sia a livello di partner che nella giurisdizione ucraina". Per l’alto rappresentante UE per la politica estera Kaja Kallas "L'UE ha appena approvato uno dei pacchetti di sanzioni più incisivi contro la Russia fino ad oggi. Stiamo tagliando ulteriormente il bilancio bellico del Cremlino, prendendo di mira altre 105 navi della flotta ombra e i loro complici, e stiamo anche limitando l'accesso delle banche russe ai finanziamenti".
Sappiamo bene che l’Ucraina distrutta dopo 3 anni di invasione nazizarista russa non ha altra scelta che adeguarsi e rispettare le condizioni imposte dai suoi prestatori abilmente travestiti da alleati disinteressati. Ciò non toglie che non vediamo le condizioni capestro dell’imperialismo occidentale per i finanziamenti concessi a Kiev. La grande privatizzazione del Paese aggredito è appena iniziata, con Unione Europea e Fondo monetario internazionale che stanno disegnandone il futuro. Con un debito pubblico raddoppiato, 7 milioni di emigrati, 3 milioni di profughi interni, un terzo del Paese occupato, una infrastruttura energetica devastata da missili e droni di Mosca, la ricetta imposta è il mercato e l’austerity liberisti. Sul piatto l’Ucraina mette le sue imprese più importanti, le sue banche, ma specialmente i suoi unici tre gioielli: terre agricole, fertilissime, da trasformare nel modello estensivo dell’agroindustria; risorse minerarie, quelle su cui ha messo il cappello Trump imponendo a Zelensky un accordo in stile coloniale; e poi i militari: 800mila uomini in armi, l’esercito che manca a Bruxelles, da riempire di munizioni grazie alle commesse rivolte all’industria militare euroatlantica.
Le condizioni capestro dei finanziamenti del Fondo monetario internazionale (15 miliardi fino al 2027) e dell’Unione europea (i 50 miliardi del Facility Plan, per due terzi prestiti) sono purtroppo molto chiare. Al Punto 6.1 delle condizioni UE, ad esempio: redigere “una lista di imprese di proprietà statale che saranno proposte per la privatizzazione”, indicando quali vendere subito e quali dopo la fine della legge marziale. Oppure il Punto 5.2, da realizzare entro il primo quadrimestre del 2026: “Ridurre la presenza dello Stato nel settore bancario” e il Punto 10.9: “Liberalizzazione dei prezzi dell’elettricità e del gas naturale”, da realizzare entro il secondo quadrimestre del 2026. Entro la fine del 2026, recita il punto 11.3, l’Ucraina dovrà infine “liberalizzare il settore del trasporto ferroviario”.
La Verchovna Rada, il parlamento ucraino, ha stabilito una procedura d’urgenza per trasformare in legge le misure imposte dall’UE. “Ogni quadrimestre la commissione verifica il rispetto delle condizioni. Se l’esito è favorevole viene sbloccata la tranche seguente del fondo”, ha spiegato Heinz Michael Gahler, Popolare tedesco, relatore del Facility plan al Parlamento di Strasburgo. “L’Ucraina vuole aderire all’Ue? Bene, se vuoi entrare nel club devi rispettare le sue regole”. Un po’ come la Grecia qualche anno fa. “Gli ucraini hanno molte risorse che servono all’Europa, saranno per noi una opportunità, non un peso”. E per raggiungere questo obiettivo, specifica Gahler, “è necessario creare un clima favorevole all’investimento delle imprese”. “Le nostre aziende stanno facendo ottimi affari in Ucraina” , ha aggiunto Marta Kos, commissaria UE per l’Allargamento. “Abbiamo stabilito procedure specifiche per ridurre il loro rischio. Le imprese stanno già investendo”.
Il Fondo monetario internazionale, prima di concedere il suo prestito, ha invece preteso da Kiev la firma di una lettera di intenti sottoscritta dai vertici dello Stato, a partire dal presidente Zelensky. A redigerla – ha ammesso in una intervista Priscilla Toffano, rappresentante del Fondo monetario a Kiev – sono stati in realtà gli uffici dell’istituzione finanziaria con sede a Washington. I vertici dello Stato ucraino si sono limitati a firmare. Il documento prevede un surplus primario dopo la guerra tra lo 0,5 e l’1,5%. Cioè, la raccolta fiscale dovrà essere più alta della spesa pubblica. Il documento prevede anche la liberalizzazione del rimpatrio dei dividendi esteri, una misura già implementata dalla Banca nazionale ucraina lo scorso maggio, che autorizza le imprese straniere a portare all’estero gli utili maturati in Ucraina (all’inizio della guerra invece i flussi di denaro verso l’estero erano stati bloccati, per impedire una fuga di capitali). La misura ha già determinato i suoi effetti. Secondo i dati della Banca Mondiale sono usciti dal Paese 1,4 miliardi di dollari proprio grazie a questa liberalizzazione. La bilancia commerciale, afferma sempre la Banca Mondiale, è negativa anche per la riduzione delle rimesse estere degli emigranti, scese nel 2024 a 8,8 miliardi, 1,6 miliardi in meno rispetto all’anno precedente.

23 luglio 2025