Vertice della Sco a Tianjin
L'obiettivo di Xi è guidare i paesi alleati al socialimperialismo cinese nella lotta contro l'imperialismo americano
La parata militare è la dimostrazione che il socialimperialismo cinese è pronto alla guerra mondiale imperialista per il dominio del globo. Il nuovo imperatore cinese non cita Mao che è stato l'artefice principale della vittoria 80 anni fa della guerra contro l'aggressore giapponese

Il summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai del 1° settembre a Tianjin vicino Pechino; la parata militare per la vittoria di 80 anni fa della guerra contro l’aggressore giapponese alleato dei nazifascisti del 3 settembre nella capitale cinese. Due date importanti e da ricordare per i futuri assetti storici nella lotta per il dominio del mondo. Senza giri di parole la superpotenza socialimperialista cinese guidata dal nuovo imperatore Xi Jinping ha svelato al mondo il suo obiettivo principale, quello di guidare un novero importante di Paesi, che insieme raggiungono attualmente ben il 40% della popolazione mondiale e metà del Pil globale nella lotta contro l’imperialismo americano. Con al fianco la Russia e l’India e 22 Paesi in platea che in passato erano rimasti ai margini dei mercati mondiali e che con la globalizzazione e l’avvento della Cina imperialista, appaiono plaudenti e aderenti. Lo chiamano “vero multilateralismo”, in realtà lo “spirito di Tianjin”, come lo ha battezzato Xi, è un vero e proprio manifesto politico che segna prepotentemente l’ascesa dell’imperialismo dell’Est guidato dalla Cina socialimperialista, in campo economico e commerciale con la riproposizione della “Nuova Via della seta” ma anche militare, che ha visto con la parata del 3 settembre in piazza Tian An Men lo sfoggio di tutta la terrificante potenza bellica distruttiva cinese.
Nel commentare e sintetizzare i risultati del summit di Tianjin il quotidiano russo “Kommersant” ha parlato non a caso di “dimostrazione di forza”. Per Kunwoo Kim sulla “Columbia Political Review” la Cina “vuole recuperare l’influenza in Asia che aveva prima del 1895”, restaurando l’antica Tianxia, letteralmente “Unità sotto il cielo”, il termine con cui i cinesi definiscono l’ordine mondiale in cui, per mandato divino la loro civiltà governa le altre nazioni mediante l’autorità culturale e morale. “Si tratta di una sfida diretta e indiretta all’attuale sistema occidentale” ha affermato Jyrki Kallio dell’Istituto finlandese per gli affari internazionali.
Altro che mondo “più giusto e democratico” come blaterano Xi e Putin, osannati purtroppo nel nostro Paese dai partiti falsi comunisti e dalla corrente putiniana e serva dell’imperialismo dell’Est dei pennivendoli nostrani, guidata dal direttore de “Il Fatto” Marco Travaglio e a cui si è unito il rinnegato D'Alema che presenziando alla parata militare bellicista a Pechino ha esaltato con queste sconcertanti parole il suo sostegno al disegno socialimperialista di Xi: “Stiamo vivendo la fine dell’egemonia occidentale, che è una delle cause del caos del mondo e dobbiamo costruire un nuovo ordine... la Cina rappresenta un elemento di stabilità”.Tutti costoro sono pronti alla guerra mondiale imperialista per il dominio del globo.
Attualmente la Cina socialimperialista lo fa dirigendo e manipolando il suo blocco dietro le quinte, la Russia nazizarista in prima persona sul campo come dimostrano le aggressioni a Ucraina e Polonia. Per cui riprendiamo e rilanciamo forte lo slogan del Segretario generale e Maestro del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, gridato alla Commemorazione di Mao del 7 settembre a Firenze: “Abbasso Xi! Viva Mao!” Il nuovo imperatore cinese si è vestito in tenuta cerimoniale come lui, ma non ha mai citato l’artefice principale della vittoria 80 anni fa della guerra contro l'aggressore giapponese. Tipico degli imbroglioni, rinnegati e traditori patentati.

Il vertice della SCO
Fondata nel 2001 a Shanghai da Cina, Russia, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan, a cui si sono aggiunti nel 2017 India e Pakistan e nel 2023 l’Iran, la SCO conta perfino la Turchia, paese NATO, tra gli aspiranti membri a pieno titolo. Il 1° settembre a Tianjin si è tenuto il 25° Consiglio dei Capi degli Stati membri sotto la presidenza di Xi Jinping. Si è discusso delle prospettive di sviluppo della cooperazione multilaterale nei settori della politica, della sicurezza, del commercio, degli investimenti, dell’energia, dell’industria, dello sviluppo sostenibile, delle nuove tecnologie, delle agende internazionali e regionali, nonché di questioni relative al miglioramento del lavoro dell’Organizzazione. I capi delegazione hanno presentato una serie di proposte e iniziative.
In seguito all’incontro sono stati approvati 24 documenti, tra cui la Dichiarazione di Tianjin, la Strategia di sviluppo dell’Organizzazione fino al 2035, la Dichiarazione del Consiglio dei capi di Stato della SCO in occasione dell’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e della fondazione delle Nazioni Unite, nonché una serie di dichiarazioni tematiche. Sono stati firmati accordi tra gli Stati membri per il Centro Antidroga della SCO e per il Centro Universale per la Contrasto alle Sfide e alle Minacce alla Sicurezza degli Stati Membri della SCO.
Dopo il Consiglio dei Capi di Stato, si è tenuta una riunione “SCO Plus”, allargata ai Paesi candidati a farne parte, sul tema “Trasformare il multilateralismo in azione, garantire la sicurezza regionale e promuovere lo sviluppo sostenibile”. All’evento hanno partecipato i leader degli Stati membri, lo Stato osservatore Mongolia, i partner di dialogo (Azerbaigian, Armenia, Cambogia, Maldive, Myanmar, Nepal, Turchia, Egitto), ospiti Turkmenistan, Indonesia, Laos, Malesia e Vietnam, nonché i capi degli organi esecutivi di ONU, SCO, CSI, ASEAN, CSTO, CEE, CICA, ECO, AIIB.
Nella Dichiarazione finale si leggono significativamente tutte le tematiche addotte dall’imperialismo dell’Est per svolgere il suo ruolo di competitor di quello dell’Ovest a guida statunitense: “Il panorama politico ed economico globale, così come altri campi delle relazioni internazionali, stanno subendo profondi cambiamenti storici. Il sistema internazionale si sta evolvendo verso una multipolarità più giusta, equa e rappresentativa, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo dei paesi e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Allo stesso tempo, gli scontri geopolitici si stanno intensificando, ponendo minacce e sfide alla sicurezza e alla stabilità del mondo e della regione SCO. L’economia globale, in particolare il commercio internazionale e i mercati finanziari, sta subendo gravi shock”. Per cui “Gli Stati membri ritengono che le corrispondenti riforme delle Nazioni Unite siano necessarie per garantire la rappresentanza dei paesi in via di sviluppo negli organi di governance delle Nazioni Unite e per adattare le Nazioni Unite alle attuali realtà politiche ed economiche” e “prendono atto dell’iniziativa di sviluppare la «Carta della diversità e della multipolarità dell’Eurasia nel XXI secolo», che mira a consolidare il processo di sviluppo in Eurasia”.
Tutti gli Stati membri hanno riaffermato altresì “il loro sostegno all’Iniziativa Belt and Road (Nuova Via della seta, ndr) proposta dalla Repubblica popolare cinese e riconoscono il lavoro svolto da tutte le parti per attuare congiuntamente la Belt and Road Initiative, compresa la promozione dell’apertura della Belt and Road Initiative con la costruzione dell’Unione Economica.
Gli Stati membri ritengono che sia di grande importanza utilizzare il potenziale dei paesi regionali, delle organizzazioni internazionali e dei meccanismi multilaterali per costruire uno spazio ampio, aperto, reciprocamente vantaggioso e paritario per la cooperazione nella regione SCO sulla base dei principi del diritto internazionale e tenendo conto degli interessi nazionali. A tal fine, gli Stati membri prendono atto dell’iniziativa di istituire un “partenariato eurasiatico superiore” ed esprimono la loro volontà di promuovere il dialogo tra la SCO, l’Unione economica eurasiatica, l’ASEAN e altri paesi e meccanismi multilaterali”. L’Assemblea ha adottato contro la politica dei dazi dell’imperialismo americano dettata da Trump anche la Dichiarazione del Consiglio dei Capi di Stato degli Stati membri della SCO a sostegno del sistema multilaterale di scambio», in cui si oppongono “a misure coercitive unilaterali, comprese le misure economiche che violano la Carta delle Nazioni Unite e altre norme del diritto internazionale, nonché i principi e le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. Queste misure danneggiano gli interessi della sicurezza internazionale come la sicurezza alimentare e la sicurezza energetica, hanno un impatto negativo sull’economia globale, minano la concorrenza leale e ostacolano la cooperazione internazionale e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”. Decisa anche l’istituzione della Banca di sviluppo della SCO, un istituto che espanderà capillarmente la tentacolare influenza di Pechino, che fornirà assistenza e sostegno finanziario oltreconfine. Xi la sognava già dal 2010. “Questo darà un forte impulso allo sviluppo infrastrutturale e socioeconomico nei paesi della SCO” ha assicurato il ministro Esteri cinese, Wang Yi.
Nel suo intervento Xi Jinping ha riproposto la “Global Governance Initiative (GGI)” in contrapposizione agli Stati Uniti. “Non vedo l’ora di lavorare con tutti i paesi per un sistema di governance globale più giusto ed equo e di avanzare verso una comunità con un futuro condiviso per l’umanità” ha affermato. “Il diritto e le norme internazionali dovrebbero essere applicati in modo equo e uniforme. Non ci dovrebbero essere doppi standard e le regole della casa di alcuni paesi non devono essere imposte agli altri… Dobbiamo praticare il multilateralismo. Dovremmo sostenere la visione della governance globale con un’ampia consultazione e un contributo congiunto a benefici condivisi, rafforzare la solidarietà e il coordinamento e opporsi all’unilateralismo”. In perfetta sintonia con Xi il nuovo zar del Cremlino che in una lunga intervista all’agenzia di Stato “Xinhua” a Pechino ha affermato che “Noi e la Cina condividiamo ampi interessi comuni e opinioni straordinariamente simili su questioni fondamentali. Siamo uniti nella nostra visione di costruire un ordine mondiale giusto e multipolare, con particolare attenzione alle nazioni della Maggioranza globale”. Il 2 settembre le delegazioni cinese e russa hanno siglato una serie di accordi sulla trasformazione digitale dell’assistenza sanitaria, l’istituzione di Zone pilota e dimostrative russo-cinesi per la cooperazione agricola, la cooperazione strategica nell’uso pacifico dell’energia nucleare. Un’altra serie di documenti hanno riguardato la cooperazione nell’istruzione superiore e nella scienza.
Il premier indiano Modì scottato dall’imposizione dei dazi di Trump al suo paese solo pochi giorni prima, ben il 50% sul 75% delle importazioni di New Delhi, si è unito al carro dell’imperialismo dell’Est. Durante il vertice di Tianjin ha invitato Putin in India per il prossimo dicembre, “La nostra relazione è speciale e privilegiata, un miliardo e quattrocento milioni di indiani attendono di accoglierlo nel nostro Paese”, e fatto passi avanti importanti sulle dispute al confine indo-cinese, le controversie commerciali e il sostegno cinese al Pakistan. Lo stesso Xi ha confermato l’avvicinamento, affermando che i legami con l’India potrebbero essere da ora in poi “stabili e di vasta portata”.

La parata militare funzionale alla guerra imperialista
Il 3 settembre è stata la volta della parata militare a Pechino, a cui hanno partecipato altri capi di Stato e di governo oltre ai membri della SCO. Assieme a Xi e Putin è sfilato il leader nordcoreano Kim Jong un. Una dimostrazione di unità dell’imperialismo dell’Est e un atto calcolato di sfida agli Stati Uniti, che ha colpito nel segno, tanto che il dittatore fascioimperialista Trump alcuni giorni dopo ha replicato stizzito: “Sembra che abbiamo perso l’India e la Russia a favore della Cina più profonda e oscura. Che possano avere un futuro lungo e prospero insieme”, ha scritto sul suo social “Truth” alcune ore prima di firmare un ordine esecutivo per trasformare significativamente il nome del dipartimento della Difesa americano in dipartimento della Guerra. Presenti anche il presidente bielorusso Lukashenko, stretto alleato del criminale di guerra Putin e il premier slovacco Fico, testa di ponte cinese nell’Unione europea, oltre che l’iraniano Pezeshkian e pure il capo della giunta militare golpista birmana Min Aung Hlaing, sempre più strettosi a Cina e Russia.
Alla parata militare che ha strumentalizzato l’80° anniversario della vittoria sul Giappone, alleato dei nazifascisti nell’Asse con Hitler e Mussolini durante la Seconda guerra mondiale, il neoimperatore Xi Jinping si è presentato al mondo vestito come Mao. Ma il capo della cricca revisionista di Pechino non ha mai citato né omaggiato Mao, né il suo ruolo decisivo nella vittoria di 80 anni fa. Le bugie hanno le gambe corte! Così come le strumentalizzazioni messe in scena per trasformare una celebrazione storica in una fiera guerrafondaia, dove hanno sfilato le armi di distruzione di massa del socialimperialismo cinese: missili, droni, carri armati e bombardieri pronti per la futura guerra mondiale. Non è stata la memoria dei popoli ad essere celebrata, ma la brama di dominio di una superpotenza capitalista e imperialista che mira a contendere agli Stati Uniti la guida del mondo. Il travestimento di Xi non può ingannare le masse: dietro l’abito di Mao si nasconde uno dei peggiori nemici del socialismo, un capo della borghesia monopolistica cinese che ha restaurato il capitalismo e lo sfruttamento in Cina, trasformandola in un predatore socialimperialista.
Lo ha fatto capire Xi Jinping nel suo discorso quando ha affermato: “La nazione cinese è una grande nazione che non teme la forza bruta e si mantiene forte e indipendente. All'epoca di fronte a una lotta all'ultimo sangue tra giustizia e male, luce e oscurità, progresso e reazione, il popolo cinese condivideva un odio profondo per il nemico, si ribellò, lottò per la sopravvivenza del Paese, combatteva per il ringiovanimento della nazione e per la causa della giustizia umana. Oggi, l'umanità si trova ancora di fronte alla scelta tra pace o guerra, dialogo o confronto, cooperazione vantaggiosa per tutti o giochi a somma zero”. E “L'esercito popolare di liberazione cinese è sempre stato una forza eroica di cui il Partito e il popolo possono fidarsi pienamente. Tutti gli ufficiali e i soldati delle forze armate devono adempiere fedelmente ai loro sacri doveri. Accelerare la costruzione di un esercito di livello mondiale”. Dotato di nuove micidiali armi di distruzione di massa. A cominciare dai missili ipersonici antinave, che hanno sfilato dopo i 10mila soldati marcianti al passo dell’oca, destinati a contrastare la finora imbattibile potenza marittima degli Stati Uniti. Si chiamano YJ-19 e, per quanto non sia chiaro se già operativi, sarebbero capaci di superare le difese delle portaerei americane garantendo la superiorità nel Pacifico. Sempre nel campo della Marina da guerra, sono stati mostrati due droni sottomarini di nuova concezione che potrebbero avere un utilizzo combinato: sorveglianza delle coste avversarie da remoto e capacità di colpire vascelli da grande distanza esattamente come i siluri. E poi ecco i droni aerei dalle forme inedite e potenzialmente invisibili ai radar come il modello AJX002, prototipo che potrebbe essere dotato di razzi esattamente come quelli in uso in Occidente. Grande spazio è stato dato missili tattici e intercontinentali capaci di trasportare testate nucleari multiple, come il DF-31BJ: le forze armate della Cina dispongono al momento, secondo gli studi, di circa 600 atomiche, ma l’arsenale è in rapido incremento con l’obiettivo di raggiungere la parità strategica con gli Stati Unti e la Russia. Alla sfilata hanno partecipato altresì carri armati progettati e costruiti interamente in Cina: secondo gli esperti, sarebbero dotati di protezioni elettroniche innovative e, in particolare i trasporto-truppe, potrebbero essere lanciati da aerei cargo dietro le linee nemiche. In tutto, sono stati fatti sfilare 11 prodotti dell’industria bellica nazionale mai visti prima in pubblico, compreso un modernissimo laser capace di distruggere i satelliti spia del nemico.
Sfruttando i disastrosi esiti della politica trumpiana per riportare in auge l’imperialismo americano, quella aggressiva e dittatoriale dei dazi e del MAGA, la Cina ha palesemente rivelato la sua intenzione attraverso questa parata militare di posizionarsi quale leader globale che sostituisce gli Stati Uniti. Non per niente nel suo discorso, Xi Jinping ha anche dichiarato: “Il popolo cinese aderisce al percorso di pace e sviluppo, unirà le mani con i popoli di tutti i paesi e costruirà una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”. Il concetto di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità è quello che la Cina ha promosso dal mandato di Xi Jinping dal 2013 per stabilire un ordine centrato sulla sua regione, sottolineando in particolare che i paesi della regione dell’ Asia- Pacifico e delle nazioni in via di sviluppo possono raggiungere una prosperità condivisa cooperando con la Cina piuttosto che con gli Stati Uniti. E ha significativamente aggiunto: “Costruendo la Grande Muraglia con carne e sangue, abbiamo raggiunto una vittoria completa contro l’aggressione straniera per la prima volta nella storia moderna”, e “Il popolo cinese ha combattuto con incrollabile determinazione e volontà indomito contro un nemico formidabile... Solo quando tutte le nazioni e i popoli si trattano ugualmente, si uniscono in armonia e si sostengono a vicenda, si può mantenere la sicurezza comune, le cause profonde della guerra eliminate e prevenire la ripetizione
delle tragedie storiche”.
Per Jennifer Parker, esperta di studi navali presso un centro australiano di Canberra, non ci sono dubbi: “Non fai una parata come questa per commemorare la fine della seconda guerra mondiale. Fai una parata come questa per mostrare la forza e le capacità per inviare un messaggio specifico”. Ossia che il socialimperialismo cinese è pronto alla guerra mondiale imperialista per il dominio del globo.

17 settembre 2025