Dal discorso di Giovanni Scuderi a Napoli il 5 maggio 2001
VOTATE PER IL PMLI E IL SOCIALISMO ASTENENDOVI
L'astensionismo, così inteso e praticato, è l'unico voto anticapitalista, antimperialista, antifascista, antipresidenzialista, antifederalista e antirazzista. Votare diversamente equivale esattamente al contrario, ossia dare il consenso, di fatto, agli oppressori e agli sfruttatori, ai nemici e agli imbroglioni del popolo.
Sul piano elettorale solo con l'astensionismo marxista-leninista si fa chiarezza tra il campo del proletariato e del socialismo e il campo della borghesia e del capitalismo, si eleva la coscienza politica e la combattività delle masse, si educano le nuove generazioni alla lotta rivoluzionaria, antistituzionale e antiparlamentare, si indeboliscono, si disgregano e si delegittimano le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano.
L'astensionismo marxista-leninista è quindi un voto che esprime una ben precisa volontà politica, una dichiarazione aperta di guerra al capitalismo e ai suoi partiti, e di schieramento con il PMLI e il socialismo. L'unico voto coerente che possano esprimere un'elettrice e un elettore di sinistra.
Un voto che nel passato poteva essere espresso votando gli eventuali candidati e le liste del PMLI. Oggi però non più, dal momento che le masse a milioni disertano le urne (nelle ultime elezioni politiche gli astenuti sono stati 11.523.223 pari al 23,6% dell'intero elettorato e nelle regionali del 2000 13.334.458 pari al 32,1%) e dal momento che l'esperienza dell'utilizzazione del parlamento dimostra che sono più gli svantaggi che i vantaggi che possiamo ricavarne ai fini della lotta di classe per la conquista del potere politico da parte del proletariato.
I marxisti-leninisti di tutto il mondo fin dai tempi di Marx ed Engels, e grazie ai loro insegnamenti, pur coscienti del pericolo del "cretinismo parlamentare", che consiste nel credere di poter arrivare al socialismo conquistando la maggioranza elettorale e per via parlamentare, hanno in passato utilizzato quando hanno potuto e per motivi tattici anche la tribuna elettorale per combattere la borghesia e il capitalismo, ma mai nel corso di una rivoluzione e sempre in subordine alla lotta di classe e facendo bene attenzione a non creare illusioni elettorali, parlamentari, riformiste e pacifiste nelle masse. Ben diverso è stato l'atteggiamento dei revisionisti, falsi comunisti.
Le masse allora erano attratte dalle istituzioni rappresentative borghesi e dalle novità apportate dal parlamento rispetto alle assemblee delle monarchie, le consideravano degli organismi democratici e non era facile convincerle a non utilizzarle. Oggi, visto che tali istituzioni hanno sempre meno presa sulle masse e sono avvertite come estranee, se non nemiche, e dopo aver verificato che prendendovi parte si finisce col rafforzarle mentre si indebolisce la coscienza rivoluzionaria e antiparlamentare delle masse, noi abbiamo ritenuto necessario abbandonarle e scegliere l'astensionismo come la posizione tattica elettorale migliore e più funzionale alla nostra strategia rivoluzionaria.
L'astensionismo ci aiuta a staccare ancor più le masse dal parlamento e dalle altre istituzioni rappresentative borghesi (consigli comunali, provinciali e regionali), ci aiuta a rendere le masse più fiduciose nelle proprie possibilità e a coinvolgerle nella lotta di classe.
24 settembre 2025